Tavola della pace (doc vari)
FERMATEVI! FERMIAMOLA!
16/08/2006
La guerra è solo una inutile strage di bambini e civili innocenti.
Appello a tutte le donne e uomini di buona volontà
Impegniamoci tutti per costruire la pace in Medio Oriente
Dopo 30 lunghi giorni di stragi e devastazioni il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha finalmente approvato una risoluzione che chiede a tutte le parti l´immediato cessate il fuoco. Nonostante questa risoluzione giunga con grande e ingiustificabile ritardo essa segna un importante passo in avanti. Non è la fine della guerra ma può essere il primo passo concreto verso la sua conclusione. Le parole della Risoluzione dell´Onu devono diventare immediatamente realtà per le popolazioni di entrambi i paesi violentate dalla guerra. Ogni minuto di guerra in più è un insulto all´Onu, alla legalità e alla coscienza dell´umanità.
Oggi, con ancora più forza, ribadiamo che la pace è possibile. Ma c´è bisogno dell´impegno di tutti. Guai se anche questa risoluzione restasse lettera morta. Non permettiamo che questa opportunità venga sprecata. Chiediamo che la forza di pace dell´Onu includa una forte componente diritti umani.
Questa guerra è una tragedia per tutti. Anche per noi. Non mettiamo la testa sotto la sabbia. Non arrendiamoci all´idea di un conflitto e di un odio senza fine.
“Le crisi parallele delle ultime settimane in Libano e a Gaza hanno dimostrato ancora una volta che non esiste una soluzione militare a questo conflitto. La guerra non è, e io ripeto, non è ´la continuazione della politica con altri mezzi´. Al contrario essa rappresenta un catastrofico fallimento della capacità e dell´immaginazione della politica, la fine del primato che le politiche di pace dovrebbero avere.”
Kofi Annan, Segretario generale dell´Onu
Intervento al Consiglio di Sicurezza, New York 12 agosto 2006
In nome dei diritti umani e della legalità internazionale gridiamo insieme:
“Fermatevi! Fermiamole!”
Incontriamoci ad Assisi
Manifestazione nazionale per la pace in Medio Oriente
Sabato 26 agosto 2006 ore 10.00
"Gridiamo ancora più forte la nostra denuncia e il nostro progetto di pace"
“Non ci sarà pace nel mondo finchè non regnerà in quelle terre piena pace. E tutti gli sforzi di pace in quelle terre avranno una ripercussione straordinaria sul pianeta intero.”
Carlo Maria Martini
“Non dobbiamo voltare le nostre spalle allo spargimento di sangue, alle sofferenze e alle difficoltà che hanno continuato a colpire i civili palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, o i pericoli dei missili Qassam che continuano a minacciare le comunità israeliane sul confine della Striscia di Gaza.”
Kofi Annan, Segretario generale dell´Onu
Intervento al Consiglio di Sicurezza, New York 12 agosto 2006
E´ venuto il tempo di un impegno forte, autorevole e coraggioso dell´Italia e della comunità internazionale per mettere definitivamente fine alle guerre del Medio Oriente e costruire un ordine mondiale basato sul riconoscimento della dignità e degli uguali diritti di tutti i membri della famiglia umana.
A ognuno di fare qualcosa per fermare le stragi, per soccorrere le vittime, per liberare il popolo libanese, palestinese, israeliano, iracheno, afgano,… dalla morsa della guerra, del terrorismo e della violenza, per fermare i produttori e trafficanti di armi, per far prevalere la forza della legge sulla legge della forza, per rafforzare e democratizzare l´Onu, perché torni a germogliare la speranza.
Per Angelo Frammartino e per tutte le vittime di questa assurda violenza.
Grazie Angelo, costruttore di pace
Resterai sempre con noi
Il voto del Consiglio di Sicurezza dimostra ancora una volta che l´Onu è essenziale per la pace. Per questo si deve procedere rapidamente al suo rafforzamento e alla sua democratizzazione. Riprendiamoci l´Onu. E´ nostra. E´ dei popoli.
26 agosto 2006. Ad Assisi per fare la nostra scelta.
Riflessioni di Flavio Lotti
La guerra è una cosa schifosa. Non solo ti spezza la vita e ti distrugge le cose. La guerra provoca cose drammatiche dentro le teste delle persone. Anche di quelle che, come noi, vivono (in apparenza) lontano dal campo di battaglia. La guerra è disastrosa perché travolge tutto quello che incontra nella sua marcia, cose, case, istituzioni, principi, vite umane, sogni. Nell´immediato si notano soprattutto i cumuli delle macerie ma il disastro provocato dalla guerra è innanzitutto culturale. Le macerie si possono spazzare via in pochi giorni con una ruspa e quello che era un quartiere diventa una piazza (e in futuro magari un parcheggio che in città non si trova mai). Le case si possono ricostruire sullo stesso posto o poco più in là. Il vero disastro resta dentro la testa delle persone.
E´ impressionante constatare il disastro culturale provocato dalla guerra anche nel nostro paese. Accuse, insulti, polemiche, chi si schiera da una parte, chi si schiera dall´altra, attacchi isterici, calunnie, chi inveisce contro gli uni chi contro gli altri …tappi in bocca per tutti i critici e i dissenzienti. La guerra è una bestia che ti scuote le viscere e ti fa vomitare il peggio di te. Così in tanti sono stati risucchiati dalla logica della guerra e sono entrati a piedi pari nel campo di battaglia.
La manifestazione nazionale per la pace in Medio Oriente che faremo ad Assisi sabato 26 agosto ci può aiutare a riflettere e a spezzare, almeno nel nostro paese, questo gioco al massacro. Se si resta prigionieri della logica della guerra non si può pretendere di costruire la pace. E il problema principale che abbiamo oggi è proprio questo: cosa possiamo fare per mettere definitivamente fine alle guerre del Medio Oriente? In che modo possiamo noi italiani, europei, cittadini del mondo, popoli delle Nazioni Unite, dare una mano alla costruzione di una pace vera, giusta e duratura in quella regione così esplosiva?
La prima cosa concreta che possiamo fare è, appunto, fuoriuscire dalla logica della guerra. Chi si è arruolato (come molti dei commentatori e dei politici che affollano la carta stampata) in uno dei due schieramenti può continuare la sua guerra infinita. L´unico schieramento a cui io mi onoro di appartenere (il terzo) è quello delle vittime che, com´è noto (seppure in proporzioni differenti) stanno da tutte due le parti.
Il confronto sincero sui torti e le ragioni è molto importante e va sempre continuato. Meno interessate (anche se appassiona un po´ tutti) è la discussione sui vincitori e sui vinti. Anche perché questa storia è così lunga e complessa da offrire un bel po´ di argomenti a ciascuno. E, soprattutto, perché le bocce sono ancora in movimento e il risultato finale alquanto indefinito.
Chi sta sinceramente cercando la pace ha innanzitutto il problema di non essere, volente o dolente, con le parole e con i fatti, parte o complice della continuazione della guerra. Non è facile. Per questo occorre essere molto vigili e rigorosi.
Decenni di guerre e politiche di potenza, di inerzia e di omissioni hanno trasformato il Medio Oriente nella più potente delle bombe mai conosciute dall´umanità. Dalla guerra del Golfo del 1991 il pericolo è andato crescendo e, nelle ultime cinque settimane, si è reso ancora più angosciante.
Forse siamo giunti all´ultimo crocevia. Dobbiamo scegliere quale strada imboccare. Dobbiamo fare la nostra scelta tra la continuazione della guerra infinita e la costruzione di una vera pace, tra la legge della forza e la forza della legge, tra la legge della giungla e la legge dell´umanità.
Per secoli siamo stati spinti a pensare che la guerra è solo la continuazione della politica con altri mezzi. Che forse, tutto sommato, qualche volta può servire. Oggi facciamo fatica a capire che quest´idea ci sta direttamente portando al suicidio dell´umanità.
Ha pienamente ragione Valentino Parlato: “è stato fatto un primo passo che va fortemente sostenuto con le armi della politica e con la forza della cultura.” Chi ha imparato la lezione deve lavorare perché la fine di questa ennesima guerra segni davvero l´inizio di una nuova fase politica caratterizzata dall´abbandono di tutti i piani e proclami di guerra, dalla rinuncia alla guerra come strumento della politica, dallo sforzo comune di affrontare pazientemente tutti i problemi irrisolti con mezzi pacifici. Per questo, con grande umiltà, invitiamo tutti ad esserci il 26 agosto ad Assisi. Per fare insieme la nostra scelta.
Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace
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