Bozza di lavoro Network disarmo 20/10/2003

Programma di attività (2004-2006)
Network sul disarmo

1. PREMESSE E CONTESTO DELL’INIZIATIVA

Secondo i dati del SIPRI, il prestigioso istituto di ricerche per la pace di Stoccolma, il valore globale dei trasferimenti internazionali di grandi sistemi d'arma convenzionali ha raggiunto il suo culmine tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, in pieno bipolarismo, toccando cifre che oscillavano tra i 40 e i 50 miliardi di dollari. Principali esportatori erano le due grandi potenze USA e URSS, che coprivano circa l'80% delle forniture globali seguendo prevalentemente logiche di schieramento.
A partire dal 1988 il volume degli scambi ha iniziato a decrescere sensibilmente. Tra le cause si annoverano il crollo della domanda di armamenti da parte dei paesi in via di sviluppo, oberati dal debito, la firma dei primi accordi sul disarmo, il collasso dell'Unione Sovietica, che copriva una parte rilevante del commercio, la diminuzione delle spese militari, e la fine del sistema bipolare.
Nel decennio 1991-2000 il valore dei trasferimenti internazionali di armi si è assestato sui 21 miliardi di dollari, circa la metà del valore raggiunto nell'era del boom. I principali esportatori di armi sono gli Stati Uniti che dominano l'offerta con il 47% delle esportazioni mondiali. Seguono la Russia, in netta ripresa dopo il crollo seguito alla dissoluzione dell'URSS, con il 15% del totale, e la Francia con il 10%. Regno Unito e Germania si collocano al quarto e quinto posto con percentuali che oscillano tra il 5% e il 10%. I primi cinque esportatori coprono circa l'85% dell'offerta mondiale di armi. L'Italia si colloca all'ottavo posto dopo Olanda e Ucraina. Trainano invece la domanda di armamenti i paesi del Medio Oriente, con il 28% di importazioni sul totale (33% se consideriamo anche la Turchia) e i paesi dell'Asia (34%), in particolare orientale e meridionale, nonostante la battuta d'arresto seguita al crollo dei mercati e delle borse.
Per le anticipazioni sui dati aggiornati 2001 si veda www.sipri.se
A tale mutamento quantitativo si accompagna una metamorfosi qualitativa. Negli ultimi anni gli effetti della globalizzazione dei mercati, uniti a quelli della fine della logica bipolare, e alla riduzione della domanda di armamenti, hanno favorito l'affermarsi di variabili economiche, rispetto a quelle politico strategiche, e una progressiva internazionalizzazione del commercio internazionale di armi: sempre più diffuse sono forme di coproduzioni, joint ventures internazionali e la costituzione di vere e proprie società transnazionali che collegano le industrie di paesi diversi, favorendo la proliferazione orizzontale del mercato.
Si parla pertanto di una tendenza verso la denazionalizzazione e depoliticizzazione dei mercati. A tale mutamento quantitativo si accompagna una metamorfosi qualitativa. Negli ultimi anni gli effetti della globalizzazione dei mercati, uniti a quelli della fine della logica bipolare, e alla riduzione della domanda di armamenti, e la crescente concorrenza tra esportatori che ne è seguita, sono alcuni dei fattori che hanno contribuito a cambiare alcune caratteristiche del mercato internazionale degli armamenti, i comportamenti e i rapporti di influenza tra esportatori ed importatori, il rapporto tra variabili economiche, industriali e finanziarie, rispetto a quelle geopolitiche ed ideologiche. I processo di integrazione, concentrazione e internazionalizzazione delle industrie a produzione militare hanno dato vita a coproduzioni internazionali di armamenti, ovvero quelle quelle produzioni di armi che vedono la partecipazione di industrie militari di diversa nazionalità Esse assumono diverse forme, dalle semplici collaborazioni per la realizzazione di un singolo prodotto, alle joint ventures, alle fusioni.
Queste forme di collaborazione internazionale acquistano sempre maggiore rilevanza rispetto a quelle nazionali. Le industrie della difesa stanno sempre più frequentemente entrando in alleanze strategiche ed economiche transnazionali. Una tale globalizzazione dell'industria militare muove da una serie di ragioni, correlate tra loro che includono il desiderio di dividere i costi e di ridurre il rischio di produrre nuovi sistemi d'arma, soprattutto da parte dei paesi esportatori, e di acquisire l'accesso a tecnologie innovative in modo da creare un'industria della difesa autosufficiente da parte dei tradizionali importatori. Gli effetti della globalizzazione del mercato degli armamenti sono ancora oggetto di studio. Le catene di produzione superano schieramenti strategici e collegano Nord e Sud del Mondo, favorendo e la proliferazione orizzontale del mercato degli armamenti, riducendo lo scarto tecnologico tra paesi tradizionali importatori ed esportatori. Tale metamorfosi dell'offerta di armamenti sia a livello europeo che internazionale pone problemi del tutto nuovi, sia sul versante economico industriale, che su quello della trasparenza e del controllo. »
( Fonte: © Chiara Bonaiuti - OSCAR;)

2. LA CAMPAGNA SULLA RIFORMA DELLA 185/90: OBIETTIVI E RISULTATI

La "Campagna contro i mercanti di armi - in difesa della legge 185/90"
è una coalizione composta da più di 50 organizzazioni della società civile italiana: ONG nazionali ed internazionali, istituti di ricerca, organizzazioni laiche e religiose, associazioni di volontariato, sindacati, agenzie di informazione. Ma soprattutto è patrimonio di tanti cittadini che si sono mobilitati inviando al Parlamento italiano 150.000 petizioni, e-mail, fax per chiedere più controlli e trasparenza nel commercio di armi. La campagna ha unito un network di oltre 20.000 gruppi, realtà locali e attivisti che si impegnano per promuovere maggiori controlli sui trasferimenti di armi.
L´iniziativa è stata lanciata nel febbraio 2002 quando il governo ha proposto di modificare la legge 185/90, che regola i trasferimenti di armi dall´Italia. Il disegno di legge per ratificare l´Accordo quadro di Farnborough aveva lo scopo di "facilitare la ristrutturazione e le attività dell´industria europea per la difesa" e ''rendere l'industria per la difesa europea più competitiva nel mercato globale", attraverso semplificazioni delle procedure di coproduzione.
La portata delle modifiche alla legge 185/90
Il campo di applicazione del nuovo tipo di autorizzazione risulta piuttosto vasto ed è prevedibile che nei prossimi anni arriverà a coprire la maggior parte dell´export italiano attraverso la consolidata tendenza di programmi di cooperazione con industrie di altri Stati. Con la nuova legge si introduce un nuovo tipo di autorizzazione all´esportazione: l´autorizzazione globale di progetto. Per ciascun programma di coproduzione, l´autorizzazione globale si sostituisce all´autorizzazione individuale, rilasciata cioè per uno specifico pezzo ad una sola, e preliminarmente definita, destinazione. E questo tipo di licenza aperta vale per una lista di paesi destinatari. La modifica comporta il rischio di un arretramento rispetto ai controlli attuali, come ad esempio per il certificato d´uso finale con elevati standard di garanzia, e un allineamento alla più permissive legislazioni di altri paesi europei e NATO.
La Campagna ha evidenziato che l´Accordo prevede controlli minori rispetto al complesso e rigoroso sistema previsto dalla legge italiana e ha denunciato il grave rischio che l´applicazione di tale disciplina e le relative modifiche alla legge 185/90 diminuiscano i controlli sulle esportazioni di armi con il rischio di "triangolazioni", di trasferimenti a paesi in stato di conflitto o che violino i diritti dell´uomo. La Campagna si è opposta al disegno di legge, che stravolge una delle legislazioni più avanzate a livello mondiale per chiedere, anzi, l'applicazione ed il rafforzamento delle misure esistenti nella legislazione italiana. Sino ad oggi, la Campagna Italiana ha organizzato numerose conferenze, dibattiti e azioni di mobilitazione su tutto il territorio, oltre un´ampia campagna informativa. Ha, inoltre, contribuito ad una campagna europea per chiedere ai 15 paesi membri dell´Unione Europea di creare un meccanismo comune sul controllo degli armamenti.
E la mobilitazione ha ottenuto importanti successi
La legge è stata approvata nel giugno 2003, ma alcune richieste avanzate sono state accolte dal Parlamento che ha approvato sei importanti emendamenti al disegno di legge proposto dal Governo per ridurre l´impatto della modifica, in particolare per quanto riguarda la garanzia di trasparenza e di migliori standard di controllo. E con un emendamento sono stati esclusi dalle modifiche le transazioni bancarie.( Fonte: © Emilio Emmolo –Amnesty International)

3. LA CREAZIONE DI UNA RETE PERMANENTE PER IL CONTROLLO DELLA PRODUZIONE ED ESPORTAZIONE DELLE ARMI

Dopo un grosso lavoro di confronto e di approfondimento, durato alcuni mesi, è finalmente iniziata la fase costitutiva ed operativa di una rete stabile e permanente che si occuperà nel lungo periodo dei temi connessi alla sicurezza ed al controllo degli armamenti. Il network prende avvio dall’esperienza che molte associazioni e molti gruppi hanno condotto congiuntamente all’interno della Campagna per la difesa della legge 185, dalla quale si sono apprese tecniche di collaborazione e di pressione che si pensa possano essere utili anche in una attività di tipo continuativo (che su questi temi è in pratica sempre mancata).
L'interazione delle esperienze dovrebbe integrare sia gli aspetti di ordine politico-strategico sia quelle economico-sociali. La mission dovrà comprendere sia misure operative (trasparenza, controllo, advocacy) sia misure strutturali come il disarmo, la riduzioni di armamenti, l'eliminazione di determinate categorie di armi.

Siamo consapevoli che un’azione tale richiede una vasta gamma di iniziative e metodologie di lavoro negli anni a venire. Saranno necessari molteplici sforzi e dovranno essere coinvolti attori con ruoli estremamente diversificati: non si tratterà di un’unica e singola “campagna”. Si proporrà un indirizzo dal quale gruppi ed organizzazioni, organizzati in coalizioni o reti, operanti a livello locale e nazionale, siano in grado di coordinarsi focalizzando l’attenzione su preoccupazioni o tematiche particolari. Questo network non solo potrà offrire una serie di servizi per sviluppare un effettivo funzionamento di campagne ed azioni specifiche, ma garantirà anche lo sviluppo armonico di una strategia trasversale per un’azione coordinata sulle armi nel rispetto delle iniziative locali o nazionali.

Provvisoriamente alla rete è stato dato il nome di “network disarmo.org” in quanto è già a nostra disposizione il dominio internet www.disarmo.org

4. Il Network Disarmo

4.1 Obiettivi
Alcuni possibili obiettivi del network erano già stati individuati nella fase preliminare di confronto:

Ø Controllo della spesa militare e del commercio di armi
Ø Controllo del rispetto dei vincoli all’esportazione di armamenti
Ø Rifinanziamento dei fondi per progetti di riconversione (185/90) e altri (raccolta armi, sminamento)
Ø Raccordo con le altre iniziative europee ed internazionali in materia di disarmo
Ø Stimolo al dibattito politico sul tema del disarmo in Italia

4.2 Obiettivi funzionali
Ø Facilitare il lancio di campagne su obiettivi politici specifici e importanti
Ø Rafforzare la capacità del network di rispondere rapidamente, efficacemente ed in modo coordinato
Ø Incentivare la creazione di gruppi di lavoro per sviluppare e coordinare le strategie di supporto nel medio termine per ciascuna campagna
Ø Mobilitare l’opinione pubblica nel supporto alle azioni con lo scopo di influenzare le politiche nazionali ed europee
Ø Identificare ed ampliare le risorse finanziarie e umane necessarie per particolari campagne o iniziative

4.3 Attività

Per il raggiungimento della finalità sopra esposte sono state individuate alcune attività che dovranno procedere in contemporanea:

· studio e ricerca sui diversi temi legati agli armamenti
· diffusione dei risultati del network ed in particolare degli studi portati avanti al punto 1
· lancio e diffusione di una campagna di informazione sul disarmo.
· attività di lobbying e di pressione, ma anche di collaborazione ed informazione, nei confronti delle Istituzioni e del Parlamento in particolare, ed in collaborazione con le reti europee verso il Parlamento Europeo. Per quanto riguarda il Parlamento italiano sarà necessario incentivare la costituzione di un gruppo interparlamentare sul tema del disarmo, come già ipotizzato nel corso dell’ultimo incontro della campagna difesa 185

Sono state individuate 13 aree tematiche specifiche di interesse per gruppi di lavoro interni al network; pur nella impossibilità di perseguire queste piste di studio contemporaneamente, esse rappresentano tuttavia un’utile agenda delle priorità che il network dovrà considerare in un’ottica pluriennale. Perciò andranno sempre valutate e tenute in considerazione le energie a disposizione e gli interessi espressi dalle varie organizzazioni aderenti nella scelta dei temi da affrontare.

1 Impianti nucleari
Costruzione, funzionamento e malfunzionamento. Produzione di plutonio, costi delle dismissioni, traffico ed immagazzinamento scorie. Accordi sulla riduzione degli armamenti nucleari, nuove tecnologie.

2 Produzione industriale
Struttura produttiva industriale, multinazionale e nazionale, in tutti i paesi produttori di armi, gli accordi di coproduzione e di collaborazione tecnologica
3 Esportazione
Analisi dei flussi di esportazione, per paesi, per sistemi d’arma, per armi leggere e munizioni
4 Armi chimiche e biologiche
Produzione e scorte delle armi chimiche e biologiche, trattati in materia, danni arrecati a militari e civili dall’uso di tali armi e dei relativi vaccini
5 Spazio e comunicazione
Usi militari delle attività spaziali e dei sistemi globali di comunicazione e di informazione
6 Criminalità ed armi
Dimensione criminale del commercio delle armi, traffici illegali e attività terroristiche
7 Finanza ed armi
Aspetti finanziari del traffico di armi, ruolo delle banche e dei paradisi fiscali
8 Ricerca ed armi
Analisi della ricerca scientifica di rilevanza militare e delle sue ricadute sul civile
9 Occupazione e riconversione
L’occupazione nel settore militare e le prospettive di riconversione delle industrie di rilevanza bellica
10 Basi militari
Il ruolo delle basi militari nei paesi esteri ed alleati
11 Armi e polizia
Studio sugli aspetti militari delle riforme delle polizie e dei sistemi antiguerriglia e di repressione interna

12 Guerra
Interpretazioni e teoria sulle guerre, analisi di strategie e tattiche, studi sulle conseguenze della guerra sui civili e la società
13 Prevenzione Conflitti
Tutte le esperienze che vanno nella direzione di un disarmo “culturale”della guerra, mediazione,prevenzione,corpi civili di pace,dpn,etc.


Metodologicamente, ogni gruppo di lavoro dovrà disporre alla base di una o più organizzazioni che si assumeranno, per un periodo di tempo determinato, la responsabilità di essere il “motore” del gruppo, fornendo gratuitamente sede e attrezzature (e se possibile personale) e ospitando le risorse fornite da altre organizzazioni inserite nel gruppo di lavoro. Riguardo agli eventuali prodotti ed elaborazioni, ogni gruppo di lavoro deciderà autonomamente il risalto da riservare nelle intestazioni alle organizzazioni “motore” e a quelle che hanno effettivamente contribuito.

Accanto alle aree tematiche di studio, le seguenti linee di ricerca hanno invece carattere di massima priorità, in quanto attengono ad aspetti particolarmente gravi del commercio e del traffico armiero nel mondo, e pertanto dovranno essere sviluppate nel corso dell’anno 2004.

· analisi comparata delle normative europee in materia di produzione e commercio armi e relative proposte di armonizzazione a livello europea (Codice di Condotta)
· trasparenza e commercio
· il ruolo dei mediatori e le regole del brokeraggio in campo armiero
· le armi leggere e la loro tracciabilità
· monitoraggio relativo alla implementazione dell’Accordo di Farnborough e la conseguente modifica della 185/90

5. Informazione e comunicazione

Il punto è centrale per il tipo di obiettivi identificati dal network e per le modalità operative scelte ed a noi congeniali. Per la natura stessa del network, risulta fondamentale la messa a punto e l’ottimizzazione dell’utilizzo di un sito web, possibilmente plurilingue, che fornisca aggiornamenti costanti sul tema della produzione e commercio e del traffico illegale delle armi, in Italia ed in Europa, oltre a fungere da cassa di risonanza e da moltiplicatore delle iniziative pianificate dal network e dai suoi singoli membri. La strategia di comunicazione prevede anche l’elaborazione e la diffusione di un numero consistente di documenti e rapporti, di CD-rom e demo, ed altri materiali a questo fine. In base anche all’esperienza della Campagna 185, si dovranno individuare attori del mondo della comunicazione e dell’informazione che siano vicini alle tematiche trattate dal network e possano fungere da veicolo dei risultati ottenuti e delle proposte elaborate (Un primo elenco, da valutare e confermare, comprende: Carta, Missione Oggi, Mosaico di Pace, Valori, Vita, Famiglia Cristiana, Avvenire, Nigrizia, Azione Nonviolenta,Guerra e Pace, etc.

6. Organizzazioni promotrici e possibili collaborazioni

I gruppi e le associazioni che hanno dato la loro disponibilità a lavorare e a condividere risorse e sforzi all’interno del network sono attualmente:

1. Amnesty International
2. Archivio Disarmo
3. Associazione Obiettori Nonviolenti
4. Acli
5. Assopace
6. Attac
7. Campagna Banche Armate
8. Forum Bastaguerra
9. Beati i Costruttori di Pace
10. Campagna Obiezione alle Spese Militari
11. Centro Studi Difesa Civile
12. Coordinamento Comasco per la Pace
13. Donne in nero
14. Fondazione Culturale Responsabilità Etica
15. Lega Obiezione di Coscienza
16. Missionari Comboniani
17. Movimento Nonviolento
18. Osservatorio Commercio Armamenti (Oscar)
19. Pax Christi
20. PeaceLink
21. ReteLilliput

Chiaramente l’elenco è del tutto provvisorio e dipendente dai contatti avuti finora e dalle risposte ai numerosi appelli fatti circolare negli ambienti sensibili al tema del disarmo. L’adesione al network sarà subordinata al recepimento da parte di ogni organizzazione di linee guida generali (riguardanti il metodo di lavoro, la condivisione di risorse e risultati, le quote di adesione) che sono attualmente in corso di elaborazione.

Mentre si ritiene che i partiti politici non possano entrare a far parte del network, sarà sicuramente necessario definire i rapporti di collaborazione diretta ed indiretta con le organizzazione sindacali, in particolare con l’importantissima area dei lavoratori ed ex-lavoratori dell’industria bellica.

Si è presa inoltre in considerazione la collaborazione con il mondo accademico, in particolare con alcune strutture esistenti e conosciute (ad esempio: il Centro interdipartimentale per la pace di Bari, la Scuola S. Anna di Pisa, gruppi o dipartimenti per l’educazione alla pace a Lucca, Firenze, Roma, altri centri di studio come il Sereno Regis, ecc…). A questo scopo si è deciso di realizzare una breve presentazione del network e delle sue finalità da diffondere come elemento informativo teso ad avviare collaborazioni e scambi. Si ritiene cosa migliore prendere contatto con singoli professori e/o ricercatori o al limite con Dipartimenti interessati e sensibili alla materia, vista la difficoltà di tenere rapporti attivi con una intera Facoltà o Università.
In prospettiva, tali professori e ricercatori potrebbero costituire una sorta di comitato scientifico esterno del network da coinvolgere su singoli problemi o attività di studio e ricerca.

7. Primi appuntamenti operativi per il network

Sempre a livello di proposta iniziale, le prima scadenze in cui coinvolgere il network e la sua struttura saranno:

· Convegno di due giorni di dibattito sul tema del disarmo e di lancio del network
· Presenza e partecipazione al Forum Sociale Europeo di Parigi (12-15 Novembre).
· Creazione dell’Agenzia europea per la Difesa (novembre 2003)
· Seminario organizzato da Saferworld a Dublino per il semestre di Presidenza Europea Irlandese (dicembre 2003)

8. Struttura organizzativa
Per coordinare e stimolare le attività del network e dei suoi gruppi di lavoro si propone il seguente organigramma

1 coordinatore del network responsabile della gestione operativa del network e delle azioni presso le istituzioni (tempo pieno)
1 responsabile della comunicazione e dei rapporti con la stampa (tempo pieno)
1 responsabile della promozione e del coordinamento delle attività presso i gruppi di sostegno in Italia ed in Europa (tempo pieno)
1 persona per la segreteria (tempo pieno)

Alcune delle organizzazioni aderenti (Archivio Disarmo, Assopace, PeaceLink) hanno poi già espresso l’intenzione di impiegare parzialmente una parte del personale a loro disposizione. Dovrà essere verificata la possibilità di avere un ufficio a Roma da utilizzare come sede del network.

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