Cammini di liberazione ... dalla violenza
Ancora una volta i giorni che realizzano una esperienza di partecipazione, di democrazia, di espressione libera e responsabile di una scelta di pace e disarmo diventano occasione per il rilancio di logiche violente. Il clima alla viglia della manifestazione di Vicenza è preoccupante. Si dissotterrano gli spettri della contrapposizione sociale violenta, del terrorismo, degli arsenali sovversivi, dell'antiamericanismo viscerale, dimenticando, e credo volutamente, la vera questione che a Vicenza si vuole porre: come fermeremo il "sistema di guerra" che sta divorando ogni dimensione umana (sociale, culturale, religiosa, politica, educativa, spirituale ... partecipativa), piegandola ai suoi particolari interessi?
A Vicenza ci saremo, in tanti, di appartenenze diverse, non solo per dire NO all'allargamento della Base Dal Molin e per dire NO alla criminale corsa al riarmo di questi anni.
Ci saremo sopratutto per dire tanti SI. Per ribadire scelte e prospettive che ci stanno a cuore.
SI al disarmo, quindi si alla inutilità, pericolosità e sconfitta politica di un territorio sempre più militarizzato.
SI alla affidabilità di una prassi comunitaria che maturi, condivida e scelga la corresponsabilità sulle scelte che interessano il bene comune.
SI alla scelta nonviolenta che coinvolga sia l'azione nelle comunità locali che le scelte di politica estera e di sicurezza, sia le relazioni personali che i rapporti istituzionali.
SI a un popolo della pace che chiede ascolto, che esprime, non solo in piazza ma in innumerevoli luoghi di elaborazione, di scelta, di servizio, la volontà di partecipare attivamente responsabilmente. SI a luoghi di confronto democratico.
SI al rispetto dei patti elettorali.
SI alla riconciliazione sociale per ridurre al minimo gli spazi di sterile e disgraziata contrapposizione ideologica.
SI all'ascolto reciproco, e al rispetto dell'azione e del parere dei cittadini.
SI alla difesa dei Diritti Umani, alla portata dei più deboli.
SI alla scelta della fiducia contro i tentativi di trasformare tutto in sospetto.
SI alla verità e detta subito, senza silenzi, senza omissioni, senza scaricare su altri la responsabilità di scelte che abbiamo confermato e condiviso.
Come diceva don Tonino Bello "in piedi costruttori di pace" a voi non competono i segni del potere ma il potere dei segni che aiutano a superare la soglia del verbalismo e attestano quella passione per la pace e la nonviolenza che vi spinge a scendere per strada ancora una volta e a progettare e costruire quotidianamente un mondo nuovo e possibile.
Spero che domani, nessuno cerchi visibilità o ragione attraverso gesti violenti o inutili provocazioni, ma tutti, compresi gli strumenti di comunicazione e informazione, con umile, concreta e progettuale determinazione, ci si renda capaci e consapevoli di operare scelte non dettate dall'interesse e dal potere, ma da una sincera ricerca del bene comune in vista di un mondo pacificato e riconciliato.
Rileggevo in questi giorni un passo della Evangelii Nuntiandi di Paolo VI che così recita: "non riporre la fiducia nella violenza, che non è nè cristiana nè evangelica; infatti la Chiesa non può accettare la violenza, sopratutto la forza delle armi - incontrollabile quando si scatena - nè il male e la morte di chicchessia, come cammino di liberazione" (n 37). Nessuno, credo può accettare che il cammino di liberazione abbia il volto della violenza.
in questo spirito ... a domani!
shalom salaam pace
d fabio corazzina
coordinatore nazionale - pax christi italia
Firenze 16 febbraio 2007
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