Dalla Pacem in terris all'osservatorio sui conflitti dimenticati

Gianluigi Ravasio
Fonte: Eco di Bergamo

Una nuova progettualità per la pace, un impegno per costruire un mondo più ordinato, una Chiesa capace di tracciare itinerari di servizio e di perdono nel segno della solidarietà e della vicinanza ai più poveri: l'enciclica «Pacem in terris» di Papa Giovanni, a quarant'anni dalla sua pubblicazione, conserva intatta la sua carica profetica e indica ancora oggi la strada da seguire per costruire un mondo sui pilastri della pace, della libertà, della giustizia e dell'amore. Sono piste di lavoro concrete quelle emerse dalla giornata conclusiva del convegno «Pacem in terris: impegno permanente» organizzato dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, dalla Caritas italiana e da Pax Christi Italia.
Due le proposte lanciate da monsignor Tommaso Valentinetti, presidente di Pax Christi, introducendo i lavoro di gruppo che hanno aperto la giornata di ieri, una rivolta all'intera comunità cristiana, l'altra a Pax Christi in tutte le sue articolazioni: «Avviare una progettualità sulla pace che veda protagoniste le Diocesi, le Caritas diocesane, le parrocchie. È auspicabile che all'interno dei Consigli pastorali diocesani e parrocchiali, dei consigli presbiteriali ci si confronti su priorità, segni, gesti di pace, di riconciliazione, di perdono». Pax Christi si impegnerà, inoltre, «a istituire un osservatorio permanente per approfondire il tema dei troppi conflitti dimenticati che lacerano il pianeta».
«L'enciclica - gli ha fatto eco monsignor Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali, delineando le conclusioni del convegno - è tanto più vera quanto più siamo capaci di leggere i segni del disordine oggi presente nel mondo con l'obiettivo di ricostruire un ordine dopo una lettura vera della realtà. L'enciclica è il segno della lungimiranza, della speranza e dell'ottimismo: Papa Giovanni è stato profeta di pace spesso non capito; quanto ha scritto non nasce dal buonismo, ma da un lettura intima della realtà di fronte a Dio, siglata dalla sofferenza. Il metodo che ci ha lasciato indica lo stile alla Chiesa: una Chiesa serva del mondo, vicina e solidale con i poveri, che costruisca pace in itinerari di perdono». Il vescovo ha sottolineato l'esigenza di informare e istruire alla pace. «Viviamo - ha sottolineato monsignor Bregantini - una nuova stagione di rinascita delle scuole di formazione politica e sociale: una strada da incoraggiare. La "Pacem in terris" come impegno permanente significa andare avanti coltivando sempre grandi ideali costruiti giorno per giorno. La pace richiede grandi sogni e piccoli passi, richiede la capacità di cogliere il quotidiano che già c'è».

PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.8.17 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)