L'onda lunga della pace
Il variegatissimo popolo pacifista è in marcia. Questa mattina sfilerà per 24 chilometri da Perugia fino alla Rocca di Assisi. Nel corso della manifestazione i partecipanti potranno sottoscrivere il librone in cui si chiede all'Ue l'inserimento del ripudio della guerra nella Costituzione
Il 12 ottobre di qualche secolo fa Cristoforo Colombo approdava in America, inconsapevole delle conseguenze che avrebbe prodotto la sua scoperta. Correva l'anno di grazia 1492. I pacifisti che marceranno dalle 9 di questa mattina da Perugia ad Assisi affideranno il ricordo a due indigeni, rispettivamente un peruviano e una colombiana. Altri eredi dal nord di quel continente, dalle idee completamente diverse rispetto ai loro governanti bellicisti, sono oggi a Perugia per parlare di pace. Gente come Cora Weiss, presidente dell'International peace bureau, che spiega come «l'unica invasione che tolleriamo è quella delle bandiere della pace» e chiede ai giornalisti di «portare la voce» che si leva dall'Onu dei popoli «nell'ufficio di mister Berlusconi». Il 12 ottobre del `97, proprio durante un'altra marcia, moriva invece don Luigi di Liegro, una vita dedicata ai poveri. La sua figura è riecheggiata ieri nelle sale del palazzo de' Priori attraverso il ricordo di don Tonio dall'Olio, presidente di Pax Christi. Sarà invece ricordato con una lapide, che sarà scoperta subito prima della partenza, Dino Frisullo, laico «militante di base» come sarebbe piaciuto all'ideatore della marcia Aldo Capitini, perugino deceduto pochi mesi fa, una vita al servizio degli immigrati.
Idealmente ci saranno anche loro, questa mattina, insieme alle decine di migliaia di persone, centomila o forse più, che marceranno per 24 km da Perugia ad Assisi. «Una scampagnata domenicale», minimizzano alla vigilia i consueti detrattori, che quest'anno non parlano solo la voce di alcuni esponenti del centrodestra, ultimo in ordine di esternazione il leghista Bricolo, ma fanno intuire anche un pericoloso accenno di fronda interna. «Cose di poco conto» per il coordinatore della Tavola della pace Flavio Lotti, che ricorda la lezione di Capitini, «marciamo per degli obiettivi», e si fa forte delle migliaia di persone che comunque arriveranno fin quassù nonostante uno sciopero dei treni che non si è riusciti a far posticipare.
Il fatto è che la forte componente cattolica che sarà alla marcia fa gola a destra come a sinistra, e a molti non è andata giù la partecipazione della Tavola della pace alle grandi mobilitazioni pacifiste dell'anno passato. E ora, acquietatasi l'onda, ne approfittano per tentare di riequilibrare quello che ritengono un eccessivo squilibrio a sinistra della marcia e dell'Onu dei popoli, organizzata sul modello di Porto Alegre.
Poco male. Alla fine in pochi si accorgeranno delle polemiche, e ancora una volta le presenze politiche mostreranno i volti del centrosinistra più Rifondazione, con Fassino e Bertinotti braccio a braccio con Di Pietro e Diliberto, Pecoraro Scanio insieme a Rigoberta Menchù. Non ci sarà la tensione del `99, quando i leader del centrosinistra sfidarono l'impopolarità conquistata per aver appoggiato la guerra in Kosovo e Massimo D'Alema si buscò anche qualche sonoro fischio. Ma non ci sarà neppure l'afflato movimentista del 2001, quando contro l'attacco all'Afghanistan sfilarono in centinaia di migliaia, d'amore e d'accordo o quasi, dai Disobbedienti alla Margherita passando per tutto l'arco dell'opposizione. Questa volta, occhi puntati sulla Costituzione europea e sugli obiettivi Onu del millennio.
Così, tutti i partecipanti saranno invitati a sottoscrivere un librone in cui sulla pagina di sinistra si chiede l'inserimento del ripudio della guerra nella Costituzione Ue e su quella di destra il raggiungimento degli otto obiettivi di sviluppo, gli stessi simboleggiati da altrettante porte che saranno installate a Bastia umbra, a metà percorso. Li riepiloghiamo per chi avesse perso le puntate precedenti: eliminare la povertà e la fame; assicurare l'istruzione elementare universale; promuovere la parità fra i sessi; diminuire la mortalità infantile; migliorare la salute materna; combattere l'Aids; assicurare la sostenibilità ambientale; sviluppare una partnership globale per lo sviluppo. Tradotto in politiche concrete: sostenere la cooperazione allo sviluppo, l'esatto contrario di quello che sta facendo il governo Berlusconi che ha invece tagliato i fondi per favorire le spese militari; ridurre il debito dei paesi in via di sviluppo; riformare il commercio internazionale.
Lungo il percorso saranno allestite anche due oasi di acqua, presso le quali sarà offerta gratuitamente a tutti acqua di rubinetto mineralizzata con un'apposita macchinetta e poi imbottigliata. Un'operazione semplice semplice per mostrare a tutti quanto sia facile trasformare l'acqua in minerale e quanto ci guadagnino le multinazionali, soprattutto nel sud del mondo.
L'arrivo come di consueto sarà alla Rocca di Assisi, con interventi internazionali e la musica dell'orchestra multietnica di piazza Vittorio.
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