DIAMO GAMBE” AL MOVIMENTO ECUMENICO IN EUROPA!

volantino sintetico in italiano


Alcune proposte per concretizzare gli impegni
contenuti nella Charta Oecumenica

Vi invitiamo a presentare o sostenere
Queste mozioni durante i Forums e nelle Sessioni plenarie

1) ORGANIZZARE INSIEME CONVEGNI SUI TEMI CHE IMPEDISCONO L’UNITÁ VISIBILE
Il n. 1 della Charta oecumenica afferma che, poiché “professiamo la Chiesa ‘una, santa, cattolica e apostolica’, il nostro ineludibile compito ecumenico consiste nel rendere visibile questa unità”, ma “differenze essenziali sul piano della fede impediscono ancora l’unità visibile. Sussistono concezioni differenti soprattutto a proposito della Chiesa e della sua unità, dei sacramenti e dei ministeri”. Comunque “non ci è concesso rassegnarci a questa situazione”, per cui “vogliamo fare tutto il possibile per superare i problemi e gli ostacoli che ancora dividono le Chiese”.
Da ciò deriva l’impegno “a operare, nella forza dello Spirito Santo, per l’unità visibile della Chiesa di Gesù Cristo nell’unica fede, che trova la sua espressione nel reciproco riconoscimento del battesimo e nella condivisione eucaristica”, obiettivo quest’ultimo verso cui ci si compromette esplicitamente a “muoverci” (Charta oecumenica, n. 5). D’altro canto già il Testo base approvato dalla II Assemblea ecumenica europea aveva dichiarato che “poiché Egli ci ha riconciliati, siamo tenuti a fare tutto quanto possiamo perché si compiano i passi necessari verso la celebrazione comune dell’eucaristia” (A33). E le Raccomandazioni operative avevano chiesto alle Chiese “azioni e iniziative simboliche, liturgiche e pastorali preparate insieme” soprattutto affinché “la festa di Pasqua possa essere celebrata nello stesso giorno, nonché per perseguire un riconoscimento ufficiale e solenne del battesimo fra tutte le Chiese cristiane” (1,1).
Al tal fine si propone che le Chiese d’Europa organizzino insieme a livello nazionale e continentale convegni e seminari di studio sui temi che “impediscono ancora l’unità visibile” (concezione della Chiesa, dei sacramenti, dei ministeri, riconoscimento del battesimo, condivisione eucaristica, ecc.) con l’esplicito fine di contribuire a “superare i problemi e gli ostacoli che ancora dividono le Chiese”.

2) PROMUOVERE INSIEME INCONTRI ECUMENICI DEI GIOVANI
Il n. 3 della Charta oecumenica afferma che “è importante riconoscere i doni spirituali delle diverse tradizioni cristiane, imparare gli uni dagli altri e accogliere i doni gli uni degli altri. Per un ulteriore sviluppo dell’ecumenismo è particolarmente auspicabile coinvolgere le esperienze e le aspettative dei giovani e promuovere con forza la loro partecipazione e collaborazione”.
Da ciò deriva l’impegno a “ricercare l’incontro reciproco” e a “promuovere l’apertura ecumenica e la collaborazione del campo dell’educazione cristiana”. Già il Messaggio finale della II Assemblea ecumenica europea aveva dichiarato che “il dono della riconciliazione in Cristo ci spinge a impegnarci a coinvolgere i giovani, affidando loro la visione ecumenica per il futuro, anche perché si dia seguito al processo conciliare su ‘Giustizia, pace e salvaguardia del creato’” (n. 8).
Al tal fine si propone che le Chiese d’Europa, valorizzando le esperienze già esistenti, promuovano insieme ogni anno a livello nazionale e continentale un incontro ecumenico dei giovani, dedicato ai grandi temi della fede, del dialogo tra le Chiese e dell’impegno cristiano per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato, e campi ecumenici di incontro e conoscenza per aspiranti ministri (seminaristi, candidate/i al pastorato, ecc.).

3) PROMUOVERE A TUTTI I LIVELLI CONSIGLI DELLE CHIESE CRISTIANE
Il n. 4 della Charta oecumenica constata che “l’ecumenismo si esprime già in molteplici forme di azione comune” e raccomanda “di creare e sostenere a livello locale, regionale, nazionale e internazionale organismi finalizzati alla cooperazione ecumenica a carattere bilaterale e multilaterale”. Il Materiale servito da base alle raccomandazioni operative accolto dalla II Assemblea ecumenica europea affermava di ritenere “i Consigli delle Chiese e dei cristiani, creati in numerosi paesi, uno degli elementi più importanti del progresso ecumenico. In essi si incontrano regolarmente rappresentanti ufficiali - uomini e donne - delle Chiese membri per coordinare o compiere insieme attività, elaborare materiali destinati all’informazione o alla prassi ecumenica o discutere insieme di questioni controverse. Questi insostituibili strumenti di vita comune e di cooperazione dovrebbero costituire ovunque un saldo elemento delle relazioni intraecclesiali” (n. 8).
A tal fine si propone che le Chiese d’Europa promuovano e coordinino a livello locale, regionale, nazionale e continentale Consigli delle Chiese cristiane - quali “comunione di Chiese che confessano il Signore Gesù Cristo come Dio e Salvatore secondo le Scritture” - valorizzando le esperienze esistenti.

4) INSERIRE NEI CULTI DI OGNI CONFESSIONE PREGHIERE PER LE ALTRE CHIESE
Il n. 5 della Charta oecumenica afferma che “l’ecumenismo vive del fatto che noi ascoltiamo insieme la parola di Dio e lasciamo che lo Spirito Santo operi in noi e attraverso di noi. In forza della grazia in tal modo ricevuta esistono oggi molteplici sforzi, attraverso preghiere e celebrazioni, tesi ad approfondire al comunione spirituale tra le Chiese, e a pregare per l’unità visibile della Chiesa in Cristo”. Inoltre “numerose celebrazioni ecumeniche, canti e preghiere comuni, in particolare il Padre Nostro, caratterizzano la nostra spiritualità cristiana”.
Da ciò deriva l’impegno “a pregare gli uni per gli altri e per l’unità dei cristiani” e “ad imparare a conoscere e apprezzare le celebrazioni e le altre forme di vita spirituale delle altre Chiese”.
A tal fine si propone che le Chiese d’Europa adottino nelle proprie celebrazioni ordinarie il “Padre nostro” nella versione ecumenica, costituiscano commissioni ecumeniche nazionali incaricate di predisporre preghiere per le altre Chiese nei culti di ciascuna confessione, in particolare per invocare la benedizione divina su eventi particolarmente significativi (festività, sinodi, assemblee di Chiesa, ecc.) e redigano un innario ecumenico con canti delle diverse Chiese da far conoscere mediante la creazione di cori interconfessionali, concerti e celebrazioni.

5) CREARE UNA RETE CRISTIANA EUROPEA PER LA PACE
Il n. 8 della Charta oecumenica afferma che “di fronte ai numerosi conflitti è compito delle Chiese assumersi congiuntamente il servizio della riconciliazione anche per i popoli e le culture”.
Da ciò deriva l’impegno “per un ordine pacifico, fondato sulla soluzione non violenta dei conflitti”. Dopo la firma della Charta Oecumenica, la drammatica evoluzione del contesto internazionale, segnato dal terrorismo, da guerre che vedono protagonisti anche alcuni Stati europei e da un considerevole aumento delle spese militari, rende ancor più necessario che le Chiese in Europa si dotino di strumenti per vivere e costruire concretamente l’impegno per la pace, la riconciliazione e la nonviolenza,
A tal fine si propone che le Chiese d’Europa creino una “Rete cristiana europea per la pace”, che riunisca delegati delle diverse Chiese, dei movimenti confessionali ed ecumenici impegnati in questo ambito per radicare il tema della pace nella vita delle Chiese e conferirgli maggiore rilevanza politica.

6) DICHIARARE IL POSSESSO DI ARMI ATOMICHE PECCATO CONTRO DIO E L’UMANITÀ
Il n. 8 della Charta oecumenica afferma che “di fronte ai numerosi conflitti è compito delle Chiese assumersi congiuntamente il servizio della riconciliazione anche per i popoli e le culture”.
Da ciò deriva l’impegno “per un ordine pacifico, fondato sulla soluzione non violenta dei conflitti” e la condanna di “ogni forma di violenza contro gli esseri umani, soprattutto donne e bambini”. Già il Messaggio finale della II Assemblea ecumenica europea aveva dichiarato che “il nostro impegno personale in questo processo di riconciliazione ci porta a sollecitare i responsabili politici e i cittadini a incoraggiare il disarmo e lo sviluppo di una gestione nonviolenta dei conflitti, e promuovere tempestivamente i negoziati volti alla completa eliminazione delle armi nucleari in conformità con il Trattato di non proliferazione” (n. 8).
A tal fine si propone che le Chiese d’Europa sottoscrivano un documento comune per dichiarare la guerra atomica nonché la fabbricazione e il possesso di armi nucleari un peccato contro Dio e un crimine contro l’umanità, e per promuovere e sostenere l’impegno dei cristiani a favore del disarmo totale.

7) CREARE UNA RETE ECUMENICA EUROPEA PER L’AMBIENTE
Il n. 9 della Charta oecumenica afferma che “credendo nell’amore di Dio creatore, riconosciamo con gratitudine il dono del creato, il valore e la bellezza della natura. Guardiamo tuttavia con apprensione al fatto che i beni della terra vengono sfruttati senza tener conto del loro valore intrinseco, senza considerazione per la loro limitatezza e senza riguardo per il bene delle generazioni future”.
Da ciò deriva l’impegno “a sostenere le organizzazioni ambientali delle Chiese e le reti ecumeniche che si assumono una responsabilità per la salvaguardia della creazione”.
A tal fine si propone che le Chiese d’Europa creino “una rete europea di responsabili dell’ambiente e li riconoscano come partner nelle loro attività” per “radicare il tema della salvaguardia del creato nella vita delle Chiese e conferirgli rilevanza politica” (Raccomandazioni operative della II Assemblea ecumenica europea, n. 5.4), unificando gli organismi nati in seno alla Kek e al Ccee.

8) ISTITUIRE UNA GIORNATA ECUMENICA PER IL DIALOGO TRA CRISTIANI ED EBREI
Il n. 10 della Charta oecumenica afferma che “una speciale comunione ci lega al popolo d’Israele, con il quale Dio ha stipulato un’eterna alleanza”.
Da ciò deriva l’impegno a “far prendere coscienza, nell’annuncio e nell’insegnamento, nella dottrina e nella vita delle nostre Chiese, del profondo legame esistente tra la fede cristiana e l’ebraismo e sostenere la collaborazione tra cristiani ed ebrei”.
Al tal fine si propone che le Chiese d’Europa, a livello nazionale e continentale, istituiscano insieme “una giornata dedicata al dialogo con l’ebraismo e all’incontro con la fede ebraica vissuta” (Raccomandazioni operative della II Assemblea ecumenica europea, n. 2.3), valorizzando le esperienze già esistenti in alcuni paesi.

9) ISTITUIRE UNA GIORNATA ECUMENICA PER IL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO
Il n. 11 della Charta oecumenica afferma che “da secoli musulmani vivono in Europa. In alcuni paesi essi rappresentano forti minoranze. Per questo motivo ci sono stati e ci sono molti contatti positivi e buoni rapporti di vicinato tra musulmani e cristiani, ma anche, da entrambe le parti, grossolane riserve e pregiudizi, che risalgono a dolorose esperienze vissute nel corso della storia e nel recente passato”.
Da ciò deriva l’impegno a “intensificare a tutti i livelli l’incontro tra cristiani e musulmani e il dialogo cristiano-islamico”.
A tal fine si propone che le Chiese d’Europa istituiscano una giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico, valorizzando le esperienze già esistenti in alcuni paesi, e prospettino congiuntamente la convocazione di incontri nazionali tra giovani cristiani e musulmani.

Durante l’Assemblea potrete visitare gli stand “InsiemeVersoSibiu/PaxChristi Italy/Cipax” e “OSARELAPACEPER FEDE/SAE” e potrete firmare queste e molte altre proposte. Traduciamo in concreto gli impegni della Charta Oecumenica.

Mauro Castagnaro – Massimo Ferè - Simone Morandini (Italy)

PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.8.17 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)