Documenti del SAE per Sibiu
Alle presidenze del Ccee e della Kek
Alle Chiese cattoliche, evangeliche e ortodosse in Italia
e ai loro delegati alla III Assemblea ecumenica europea
I soci e gli amici del SAE, riuniti nella loro 44ª sessione annuale di formazione, guardano con speranza e partecipazione alla III Assemblea ecumenica europea, che culminerà a Sibiu dal 4 al 9 settembre, attendendo da essa rinnovato slancio per il cammino dell'unità delle Chiese in Europa.
In particolare ritengono che ciò possa avvenire se questo appuntamento, oltre a rappresentare una eccezionale occasione di incontro e fraternità interconfessionali, sotto il segno della “luce di Cristo che illumina tutti”, saprà offrire proposte per tradurre in concreto in ambito locale, nazionale e continentale i contenuti e gli impegni della Charta oecumenica.
In tal senso i soci e gli amici del Sae sottolineano la necessità di
riflettere insieme sui temi che “impediscono ancora l'unità visibile” al fine di contribuire a “superare i problemi e gli ostacoli che ancora dividono le Chiese”, per esempio organizzando convegni e seminari ecumenici, anche come occasione per rafforzare la collaborazione tra le facoltà teologiche delle differenti confessioni;
creare spazi e momenti per riflettere insieme su come riconoscere i migranti cristiani protagonisti delle nostre Chiese – e non solo oggetti di assistenza – corresponsabili della testimonianza e attivi nella costruzione di comunità unite nella diversità, anche etnica;
promuovere lo studio della Bibbia, “grande codice dell'Europa”, nelle scuole del continente;
consolidare l'impegno comune delle Chiese per la giustizia sociale, la pace e la salvaguardia del creato, in particolare costituendo e rafforzando reti di delegati delle Chiese e dei movimenti cristiani attivi in questi ambiti.
I soci e gli amici del Sae invitano le Chiese locali italiane a edificare un “ponte ecumenico di preghiera con l'Assemblea di Sibiu”, organizzando veglie per la sera dell'8 settembre, quando in quella città arriveranno pellegrinaggi da tutta la Romania per celebrare insieme una “veglia della luce”.
Chianciano, 3 agosto 2007
L’assemblea dei partecipanti alla 44esima sessione di formazione ecumenica del SAE (Segretariato Attività Ecumeniche), che si tiene a Chianciano dal 29 luglio al 4 agosto 2007, <7b>
rileva con dispiacere che, da quanto in qui noto dello svolgimento dei lavori della prossima Assemblea Ecumenica Europea che si terrà a Sibiu dal 4 al 9 settembre, non sia previsto in maniera esplicita uno spazio di discussione e di confronto sui temi del rapporto fra cristianesimo ed ebraismo.
La seconda assembla ecumenica europea di Graz aveva dedicato al tema un momento di lavoro specifico ed autonomo, riconoscendo con ciò il particolare ruolo di questo tema per il mondo cristiano in generale e per il movimento ecumenico in particolare, ruolo che si esprime attraverso un nuovo modo di guardare e di rapportarsi al popolo ebraico da parte delle chiese cristiane e che costituisce un vero e proprio rovesciamento di prospettiva della concezione tradizionale. Questo nuovo modo di guardare Israele ha uno dei suoi snodi fondamentali, in un certo senso il suo fuoco, nella convinzione della permanenza dell’elezione di Israele.
È ormai largamente riconosciuta la specificità dell’incontro con la fede e la storia dell’ebraismo, che ha una valenza particolare per le chiese cristiane e per la definizione della loro stessa identità.
Questo era stato riconosciuto ampiamente nella Charta Oecumenica, che aveva infatti dedicato il decimo paragrafo al tema Approfondire la comunione con l’ebraismo. Si tratta, anche dal punto di vista lessicale di una scelta precisa ed impegnativa, poiché si parla di comunione, e della necessità che essa sia approfondita: “E’ urgente e necessario far prendere coscienza, nell’annuncio e nell’insegnamento, nella dottrina e nella vita delle nostre Chiese, del profondo legame esistente tra la fede cristiana e l’ebraismo e sostenere la collaborazione fra cristiani ed ebrei”: così il testo della C.O., a cui seguivano gli impegni a contrastare tutte le forme di antisemitismo ed antigiudaismo e a cercare e ad intensificare a tutti i livelli il dialogo con le sorelle e i fratelli ebrei.
Noi chiediamo al Comitato Organizzatore della terza AEE di adoperarsi in ogni modo possibile affinché durante il prossimo incontro di Sibiu si possa trovare il luogo ed il tempo per scambiare le esperienze di come e in quali modi le chiese appartenenti alla CCEE e alla KEK abbiano riposto all’invito loro rivolto dalla assemblea di Graz; per comunicare le une alle altre come e mediante quali iniziative abbiano sviluppato il tema proposto dalla C. O., vale a dire quali siano state le modalità operative con le quali si è approfondita la comunione con l’ebraismo e come concretamente le chiese si siano comportate di fronte agli impegni a cui la C.O. le chiamava ad essere responsabili.
Esprimiamo anche l’auspicio che il discorso sul rapporto cristiano-ebraico possa essere ulteriormente sviluppato duranti i lavori della terza AEE, con i tempi e le modalità che si vorranno esperire, affinché i delegati e le delegate possano arricchire ulteriormente il bagaglio di idee,intuizioni, proposte, impegni di lavoro, prospettive di collaborazione, con cui ritornare alle proprie chiese di appartenenza e sviluppare attraverso di esse nuovi modi di vivere la propria fedeltà al messaggio evangelico, di cui è parte irrinunciabile la parola dell’apostolo Paolo a proposito dell’elezione d’ Israele e del patto che Dio stipula con esso: (Rom 11,29): “poiché che i doni e la vocazione del Signore sono irrevocabili”.
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