Bestemmie contro l’umanità
pronunciamenti che hanno provocato il nostro radicale
dissenso...
...Il più grave, di sapore schiettamente razzista, è
quello del senatore della Repubblica Piergiorgio
Stiffoni, che il 22 novembre ha affermato:
“l’immigrato non è mio fratello, ha un colore della
pelle diverso. Peccato che il forno crematorio del
cimitero di Santa Bona [a Treviso] per loro non sia
ancora pronto”.
Qualche giorno prima, il vicesindaco di Treviso
Gentilini aveva scritto una dura lettera ad alcuni
vescovi, intimando loro di far “cessare il
permissivismo religioso sin qui adottato nei confronti
dell’islamismo” per non alienarsi le simpatie dei
cittadini.
Pochi giorni fa, in occasione del dibattito
parlamentare sulla legge 293/03, che ha riconosciuto
all’Istituto di studi politici “San Pio V” finalità di
interesse collettivo (e di conseguenza la facoltà di
avvalersi di contributi pubblici), il deputato
Federico Bricolo, dopo aver definito la battaglia di
Lepanto (7 ottobre 1571) come “la più grande battaglia
navale della storia”, proponendola come modello di
crociata volta a “difendere la nostra civiltà”, ha
attaccato la riforma liturgica voluta da Paolo VI, che
– a suo dire - ha permesso a sacerdoti “sempre più
disorientati” di introdurre nelle celebrazioni
eucaristiche elementi lontani dalla “vera dottrina”
cattolica.
Davanti a questi pronunciamenti, a nostro parere
contrari alla laicità e alla fede cristiana, Pax
Christi di Verona intende esprimere la più ferma
indignazione insieme a una richiesta di perdono per
l’arroganza di alcuni e l’indifferenza di molti. La
rivolgiamo a Gesù Cristo “nostra pace”, novità di vita
e profezia di fraternità. Il suo nome, ci ricorda
Isaia, è “Principe della pace”. Il suo primo saluto
dopo la resurrezione è “pace a voi”. Il suo unico
sostanziale annuncio è quello della pace che libera e
salva.
Chiediamo che il senatore Stiffoni venga allontanato
dal Parlamento italiano, garante dei principi della
nostra Costituzione.
Chiediamo che sacerdoti, vescovi e comunità
cristiane prendano pubblicamente le distanze da
persone, gruppi e partiti che, brandendo il Crocifisso
di legno, stanno alimentando da tempo una insistente
campagna di odio e di esclusione verso i Crocifissi di
carne, nostri fratelli più poveri e indifesi. L’offesa
più grave che si possa fare al Crocifisso, segno reale
di nonviolenza, è quello di usarlo come emblema di
parte e di bestemmiarlo come ingrediente di uno
“scontro di civiltà” per giustificare le guerre.
Shalom, salam.
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