Care amiche e cari amici, grazie e grazia!.
Grazie per la fiducia accordata (a me e a tutto il nuovo Consiglio nazionale). Grazie al nostro presidente Valentinetti che mi affida l’incarico di scrivere anche a suo nome questo saluto.
Grazia per il senso di gratitudine e di gratuità che, come profumo di speranza, è necessario diffondere tra chi vive la pace che è dono da accogliere e curare con animo grato, responsabile e orante. Ne abbiamo un bisogno folle perché Pax Christi è in grande difficoltà, al limite della sopravvivenza. Sto pensando al grano che muore per dare frutto (Gv 12, 24), a Paolo che dice “quando sono debole è allora che sono forte( 2 Cor 12.10) o per il quale “Dio sceglie ciò che è nulla per annientare le cose che sono”(1 Cor 1, 27-29). Stiamo attraversando un’esperienza pasquale?
Grati per il lavoro di molti in passato, attenti a cogliere il meglio della nostra tradizione, siamo tutti consapevoli che c’è bisogno di innovazione. Teniamoci per mano. Ognuno è importante. Ogni volto è prezioso. Ripartiamo dal Congresso, dalle tesi e dai documenti preparatori, dalle mozioni-raccomandazioni, dai 40 interventi, dai gruppi di lavoro, dalle relazioni di Mancini, Virgili, Werleigh, Bettazzi, Tonino Bello (nel documentario serale), Tommaso Valentinetti (raccolte in “Mosaico di pace”, giugno 2009, a cura di Alberto Vitali), dai punti pace e dai coordinamenti.
Ripartiamo dal Concilio, dal suo stile, dal suo spirito. Cioè dalla gioia e dal piacere di essere Pax Christi, da una robusta spiritualità, dalla contemplazione e dalla preghiera, dal desiderio di migliorare, dal coraggio di cambiare, dalla coltivazione dell’amicizia, dalla individuazione di precise responsabilità, dal rispetto dei ruoli e delle competenze, dalla serietà e dalla fantasia del nostro impegno, dalla trasparenza finanziaria, dalla precisione economica.
E’ importante convertirci (osservava Mancini) alle quattro “parole inaudite” di Gesù Cristo:
1. l’annuncio della filialità creaturale,“identità eucaristica” del pane spezzato come identità di servizio; 2. l’annuncio della misericordia come chiave della giustizia, oltre una religione della paura e del sacrificio; 3. l’annuncio del perdono, dissoluzione della ostilità e apertura di una storia nuova; 4. l’annuncio della resurrezione non tanto per il domani ma come centro della vita e di una storia liberata. La verità della pace che ci interpella non è una dottrina vaga o chiusa ma “l’interlocutrice vivente che chiama a conversione” e a “dimorare” nell’amore radicale di Dio.
Rosanna Virgili ci parlava del nostro essere sacerdoti (parlare con Dio senza arroganza e senza paura), profeti (essere istanza critica, segno di contraddizione) e re (affermare la bellezza della dignità umana). Una nuova nascita è sempre dolorosa ma è rivolta alla ricerca della felicità. Dio vuole figli felici, amanti disponibili a lasciarsi amare. La biblista ha scritto con altri un libro intitolato “Eros puro, amabile, dolce”. E’ possibile vivere Pax Christi come eros radicalmente umano e profondamente divino?
Don Tommaso, citando la porta della perdonanza spalancatasi col terremoto abruzzese presso l’abbazia di Collemaggio che raccoglie i resti di papa Celestino V, vede Pax Christi come porta spalancata sul mondo nella vita quotidiana, come possibilità di creare le condizioni del perdono nelle doglie del parto, come forza comunicativa e disponibile a un cammino sinodale nel contesto ecclesiale (offerta educativa di itinerari comuni, valorizzazione del Magistero di pace), nel contesto sociopolitico italiano ed europeo (cittadinanza attiva e responsabile) e nel contesto dei movimenti senza logiche di parte, uniti da una volontà di servizio, portatori del “ministero di riconciliazione”. Per don Tommaso i nostri problemi possono diventare occasione di rinascita. “Se uno è in Cristo è creatura nuova. Le cose vecchie sono passate; ne sono nate di nuove (2 Cor 5, 17-18).
La felice coincidenza col viaggio del papa in Medio Oriente, animato dalla speranza di “nuovi inizi” e dall’appello a “ricercare la pace con metodi nonviolenti” (ora anche col viaggio di Obama in Egitto), apre un panorama di ampio respiro. E’ vitale risvegliare la virtù della speranza. La pace è possibile. Pax Christi è possibile.
Ripartiamo da alcune indicazioni: - le lettere ad Obama e al governo per il disarmo e la smilitarizzazione; la lettera al presidente Napolitano sulla deriva autoritaria italiana e sul rapporto pace-legalità-democrazia (2 giugno); le prime iniziative di alcuni punti pace e del nuovo coordinatore Nandino Capovilla; il documento “Ero straniero e mi avete accolto” che indica qualche percorso di cittadinanza attiva: quello ecclesiale, ecumenico, formativo per l’accoglienza, l’asilo, l’ intercultura e quello civile e politico per una legge sul diritto d’asilo, “le città dei diritti umani”, i gruppi promotori dei diritti, una Commissione nazionale per la protezione dei diritti.
A tal fine occorre avviare le cinque aree di lavoro che ci collegano a Pax Christi Internazional e al grande popolo della pace. Davanti a noi, ecco subito il G8, le iniziative per la Palestina, il lavoro di formazione, la ripresa dell’attività ecumenica, il Sinodo africano del prossimo ottobre (“La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace”). Un cantiere universale e quotidiano.
Vorrei, infine, evidenziare l’importanza della maggioritaria presenza femminile nel nuovo Consiglio nazionale (9 donne su 15). La sento come segno conviviale per la società e per la Chiesa. Ricordo, al riguardo, un pensiero stimolante, anche se esagerato, di Gandhi: “ritengo che la donna sia la personificazione di quella che chiamo ‘nonviolenza’, che significa amore infinito capace di assumere il dolore…A lei è dato di insegnare la pace ad un mondo lacerato”.
Vi saluto con le parole dell’apostolo delle genti: “Siate sempre lieti nel Signore! Tutti gli uomini vedano la vostra bontà. Il Signore è vicino! Non angustiatevi di nulla…E la pace di Dio, che è più grande di quanto si possa immaginare, terrà i vostri cuori e i vostri pensieri uniti a Cristo Gesù.
Il Dio che dona la pace, sarà con voi”(Filippesi 4, 4-9).
Care amiche e cari amici, volti amati, Dio che è amore, padre di bontà e madre di tenerezza, affida il dono della pace di Cristo alla nostra personale responsabilità. Buon cammino per una Pax Christi che possa espandersi e crescere in sapienza e grazia.
Un grande e forte abbraccio.
Sergio Paronetto (vicepresidente di Pax Christi Italia)
Domenica 9 giugno, festa della Trinità
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