Dal 27 luglio al 2 agosto, da Montesole a Barbiana, passando per i comuni di Vado-Monzuno, San Benedetto val di Sambro, Firenzuola, Vicchio, si è tenuta la Route di Pax Christi lungo il neonato sentiero civico della Costituzione, dove ci attendevano i primi 12 cartelli con i primi 12 articoli della Costituzione italiana, inaugurati il 2 giugno scorso.
Montesole: è il luogo dove nel settembre del 1944 le SS hanno massacrato più di 772 persone, tra cui 5 sacerdoti, una suora e 250 minori. La partenza della Route ha voluto dare continuità al comune riflettere sulla storia affinché la morte di quelle persone non sia stata vana, tracciando un percorso che sia al tempo stesso di opposizione all'affermarsi di derive razziste, xenofobe e autoritarie e di riconciliazione tra i popoli per mezzo di soluzioni non-violente ai conflitti.
Barbiana: il luogo di arrivo, è il luogo dove don Lorenzo Milani fu esiliato dall'allora arcivescovo di Firenze, card. Florit, su pressione dei vertici religiosi, politici e militari. Barbiana è stata resa famosa dalla scuola che lì don Lorenzo fondò riuscendo a trasformare una pieve sperduta fra i monti nella sorgente di un progetto di rinnovamento umano, civile e religioso. Ancora oggi la figura di don Milani continua ad interpellare la Chiesa e la società ponendosi come pietra angolare sulla quale inciampano le ideologie, i fanatismi e le sicurezze dei potenti.
Ad accomunare questi due luoghi simbolici, che aprono e chiudono la Route, la nostra Costituzione.
Le montagne di Monte Sole custodiscono le radici della Costituzione Italiana: lì la resistenza trovò i suoi martiri, la popolazione civile subì la tragedia di massacri indiscriminati, i pastori di anime, pur potendo andarsene e mettersi in salvo, scelsero di restare a condividere la sorte terribile della gente loro affidata.
Le montagne di Barbiana videro incarnato lo spirito della Costituzione: don Lorenzo Milani, si assunse, di fronte e con i suoi ragazzi, il compito costituzionale di "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese" ( Art 3)
Gli attacchi passati e presenti alla Costituzione ci preoccupano: sono fatti in nome di un presunto ammodernamento della nostra società ma nascondono, neppur larvatamente, il tentativo di ripristinare forme di autoritarismo e favoriscono il diffondersi di una mentalità egoistica.
La resistenza oggi deve diventare un metodo di lettura della realtà e di testimonianza nel quotidiano, da parte di ciascuno, secondo la propria specificità, dei valori irrinunciabili di solidarietà, corresponsabilità, accoglienza e integrazione.
Come la Costituzione, anche il Concilio Vaticano II, l' altro evento sul quale lungo la Route abbiamo riflettuto, ha tracciato una via, la via su cui testimoniare il Vangelo nel mondo contemporaneo.
E anche come cristiani siamo chiamati a resistere di fronte ai tentativi di ritorno al passato, vigilando perché il Concilio venga attuato, mantenendone vivo lo spirito di comunione e il metodo della collegialità, non cedendo all' abitudine/tentazione di delegare alla gerarchia ciò che è compito e dovere di tutti i credenti.
Nella sacrestia di Barbiana abbiamo trovato un testo aperto su questo passo del Libro della Sapienza (18, 3. 6-9): "...La notte della liberazione desti al tuo popolo, Signore, una colonna di fuoco come guida in un viaggio sconosciuto. Ci piace vedere in questa colonna di fuoco, come cittadini e come cristiani, la Costituzione e il Concilio"
Camminando si apre il cammino, dice don Arturo Paoli. E anche per noi camminando, pure le parole si sono messe in moto:
Cammino come ricerca; Memoria come nutrimento; Cammino come fatica e resistenza.
Resistenza come testimonianza nel quotidiano; resistenza come metodo; resistenza che si prende cura e di cui aver cura: I care, cura come amore; amore come giustizia e condivisione; condivisione come convivenza; convivenza come pace e fratellanza.
In ogni parte del mondo in cui ci troviamo a vivere, dall' Italia alla Palestina, facciamoci pontefici di pace. Vivendo la nostra quotidianità secondo il cammino tracciato dalla Costituzione e dal Concilio, dei quali, se necessario riappropriarci, adempiendo al dovere di rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla piena realizzazione di ogni essere umano, quali che siano le sue condizioni e la sua situazione, e denunciando con coraggio tutte le occasioni in cui qualcuno, o molti, si sottraggono a questo dovere.
I partecipanti alla Route 2009
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