Dalla memoria dei profeti un nuovo tempo del creato
Carissimi, carissime
Ci ritroviamo oggi, 1 Settembre, a ricominciare a camminare insieme dopo l’estate. E non possiamo ripartire se non facendo memoria di due grandi figure che sono mancate alcuni giorni fa, a poca distanza l’una dall’altra: Mons Alberto Ablondi e Raimon Pannikar. E’ una memoria che ci fa sentire nel solco di una storia importante e che ci consegna una nuova e grande responsabilità sul futuro.
Mons. Alberto Ablondi, Vescovo emerito di Livorno è stato uno dei protagonisti della stagione del dialogo ecumenico post-conciliare non solo in Italia, dove è stato a lungo presidente della Commissione per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI, ma anche a livello mondiale.
Tanti di noi ne ricordano personalmente la passione, l’intelligenza e l’amicizia con cui ha lavorato per realizzare la prima Assemblea Ecumenica Europea di Basilea nel 1989 in cui le Chiese iniziavano a vivere quel cammino, come lo definiva don Tonino Bello, “dal monoteismo assoluto della pace al monoteismo trinitario della pace” in cui “l'annuncio della Pace si completa, oltre che con la lotta per la giustizia, anche con l'impegno per la salvaguardia del creato”. E quanti altri storici appuntamenti lo hanno visto sempre al lavoro!
Di Raimon Pannikar non è possibile raccogliere in poche righe la straordinaria importanza e
ampiezza che ha avuto ed ha il suo pensiero, le sue intuizioni, i suoi libri. Lasciamo allora che sia
lui stesso a ricordarci l’eredità che ci lascia, ascoltando le parole di un’intervista di qualche anno fa
con Brunetto Salvarani:
“Che spazio c’è per il dialogo? Semplice: c’è lo spazio che noi gli facciamo! Se siamo chiusi in noi stessi, non dialoghiamo né possiamo dialogare! Questo spazio comincia con l’ascolto, e l’ascolto si dà solo se c’è vuoto in noi. Non si tratta, beninteso, di un cammino puramente intellettuale, ma di un’attività religiosa, che riguarda le cose ultime, definitive, di un incontro sui problemi di tutti i giorni, che possiede anche una valenza politica. Certo, buttarsi nel dialogo non vuol dire abiurare alle proprie convinzioni, alla verità (che è ciò che si cerca, anche se non necessariamente ciò che si trova). La verità è un processo, non una realtà cristallizzata, putrefatta... Dialogare è come nuotare: posso prendere tutte le lezioni teoriche che voglio, ma poi è indispensabile gettarmi in acqua, altrimenti non c’è nulla da fare!”.
“La conversione delle religioni, che hanno sempre pensato a convertire gli altri! Ora, sono loro a essere chiamate a convertirsi! Questo è il kairòs del millennio che si è appena aperto, per tutte le religioni: continuare con piccole riforme non ha senso, occorre una grande trasformazione, nonviolenta, lenta ma profonda, una metànoia! Tale conversione dovrebbe rendere le religioni consapevoli sia di quanto male hanno fatto nella storia, sia che ora l’infedele è il vicino di casa, che tutte le cose le vediamo – anche – con la lente d’ingrandimento dell’altro. È una sorta di nec cum te nec sine te...”.
“Mi piace dire che solo il mistico potrà sopravvivere nella società attuale senza divenire terrorista o cinico, che solo lui può conservare l’integrità del suo essere, perché è in comunione con tutta la realtà. Una volta, incontrando Paolo VI, egli mi chiese cosa stessi facendo in quel periodo. Gli risposi: "Sto continuando a domandarmi se per essere cristiano occorre essere spiritualmente semita e intellettualmente greco. È così, vero? Se è così, ecco perché il cristianesimo è lontano dai due terzi di questo mondo". Lo ripeto, dunque: la grande sfida del terzo millennio per il cristianesimo è diventare realmente cattolico!”.
Volti, storie, cammini di popolo, parole di carne... semi, gettati in tanti anni e che hanno portato le
nostre comunità a fare tanti piccoli e significativi passi nella direzione della costruzione dello
Shalom cosmico.
Uno dei frutti della semina di questi uomini è sicuramente il “Tempo per il Creato”, un periodo
liturgico ecumenico di 40 giorni durante il quale cattolici, evangelici ed ortodossi in tutto il mondo dedicano particolare attenzione ai temi della salvaguardia del Creato. Ad inaugurare questa iniziativa è come sempre il mondo ortodosso che il 1° settembre celebra la “Giornata della Creazione”. Da Costantinopoli, il Patriarca ecumenico Bartolomeo I ha voluto lanciare un messaggio di speranza: “Mi auguro che l'attuale crisi economica e finanziaria possa portare a un grande cambiamento di direzione verso uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale”.
Contemporaneamente, in Italia la Chiesa Cattolica celebra oggi la “Giornata per il creato” con un titolo quanto mai significativo: "Custodire il creato, per coltivare la pace". Con questo stimolo, l’intero mese di settembre rappresenta per la Chiesa Cattolica in Italia un’occasione preziosa per accogliere e approfondire, inserendolo nel suo agire pastorale, il profondo legame che intercorre fra la convivenza umana e la custodia della terra. Nel messaggio dei Vescovi si legge: “Si tratta di un impegno di vasta portata, che tocca le grandi scelte politiche e gli orientamenti macro-economici, ma che comporta anche una radicale dimensione morale: costruire la pace nella giustizia significa infatti orientarsi serenamente a stili di vita personali e comunitari più sobri, evitando i consumi superflui e privilegiando le energie rinnovabili. È un’indicazione da realizzare a tutti i livelli, secondo una logica di sussidiarietà: ogni soggetto è invitato a farsi operatore di pace nella responsabilità per il creato, operando con coerenza negli ambiti che gli sono propri.”
Nel mondo evangelico italiano, il filo conduttore quest’anno è il tema della “Biodiversità. “In
questo modo si intende portare l’attenzione dei cristiani ad unirsi a quella dell’ONU che ha indetto il 2010 come anno dedicato a questo tema” spiega la coordinatrice della Commissione GLAM della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Antonella Visintin. “Una sfida dunque ad ampliare la nostra concezione di prossimo andando ad abbracciare tutto il vivente nella preghiera così come nei tanti gesti con cui testimoniamo la nostra fede”.
Con nel cuore la memoria dei testimoni della pace e con una profonda e rinnovata responsabilità, invitiamo allora tutti gli amici dei Punti Pace a leggere i messaggi di questa giornata, a diffonderli e ad organizzare nelle proprie città momenti di incontro ecumenico e di approfondimento su questi temi.
SHALOM
Commissione “Religioni e conflitti” (Chiese-Spiritualità-Ecumenismo-Dialogo)
http://www.chiesacattolica.it/unpsl/siti_di_uffici_e_servizi/ufficio_problemi_sociali_e_lavoro/0
0012166_5__Giornata.html
http://www.fedevangelica.it/comm/glam031.php?var=sc
Allegati
tempo del creato - lettera ai Punti Pace
111 Kb - Formato pdf
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