La campagna contro il commercio di armi si sposta al Parlamento europeo
Da Roma
Dopo il "pressing" sul Parlamento italiano per contrastare la riforma della legge 185 sul commercio d'armi, la battaglia si sposta a Strasburgo. La produzione di armamenti, anche italiana, sarà sempre più un affare di joint venture europee. E l'associazionismo pacifista alza il tiro e guarda all'Europa. Forte dell'esperienza di 18 mesi della Campagna contro i mercanti d'armi, 26 organismi si mettono in rete: nasce "Controllarmi-Rete italiana per il disarmo".
Nel cartello, tra gli altri, ci sono Amnesty International, Arci, Aon, Associazione Papa Giovanni XXIII, Beati i costruttori di pace, Campagna contro le mine, Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Gruppo Abele, Ics, Pax Christi, Lilliput. Interessate a collaborare anche Acli, Emergency, Conferenza istituti missionari. Due le parole d'ordine - «Ricerca e mobilitazione» - molti gli obiettivi. Il più grosso è «pressione, collaborazione, informazione, assieme alle reti europee, verso il Parlamento europeo», per «promuovere a livello internazionale meccanismi di controllo vincolanti che impongano agli stati esportatori regole complete ed efficaci, per prevenire la vendita di armi» destinate a «scopi contrari alla pace o a violazioni dei diritti umani».
Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, conferma: «La 185 era considerata la migliore in Europa. Purtroppo quella bella legge è stata mutata anche per il tradimento delle forze politiche, comprese quelle di opposizione, dopo un lungo calvario. Proprio per questo, oggi più che mai, visto il drammatico momento che stiamo vivendo dobbiamo rilanciare la nostra iniziativa a livello europeo».
A sottolineare come l'Europa e l'Italia restino leader mondiali nella produzione di armi è don Tonio Dell'Olio di Pax Christi. Che annuncia: «"Controllarmi" chiederà un esplicito impegno ai candidati alle prossime elezioni europee». Attualmente il maggior numero di vittime nel mondo è prodotto da armi leggere, proprio quelle in cui eccelle l'export italiano. Uno dei responsabili della campagna europea, Benoit Muracciole di Iansa. ricorda che «sono 640milioni le armi leggere nel mondo, di fatto una ogni 10 persone». Per Muracciole la via è «spingere il governo dell'Ue a siglare un trattato europeo sul commercio delle armi».
Sociale.network