Nel nome dei diritti umani l'Italia dice no alla politica di Bush alle sue guerre e alle sue torture
Invitiamo tutti ad aderire (tramite mail: info@perlapace.it o via fax 075/5739337) e a diffondere l'appello; a promuovere iniziative per la pace e per i diritti umani nei Vostri territori e a riesporre le bandiere di pace.
La visita in Italia del presidente Bush, alla vigilia delle elezioni europee e amministrative del 12 e 13 giugno, è destinata a dividere gli
italiani in un momento particolarmente delicato della vita democratica
del nostro paese.
Per questo il governo Berlusconi che l'ha invitato si è assunto una grave responsabilità politica.
Creare un clima di tensione e di contrapposizione ideologica alla vigilia delle elezioni fa male all¹Italia e agli italiani, all'Europa e agli europei.
Da tempo il governo italiano ha rinunciato a promuovere una politica di
pace mettendo il nostro paese in balìa della politica unilaterale e
alle guerre di Bush ed esponendolo a gravi rischi. Per questo non
possiamo restare in silenzio.
La nostra profonda gratitudine all'America che sessanta anni fa
contribuì alla liberazione del nostro paese dal nazifascismo è rimasta
intatta nel tempo.
Tuttavia non possiamo accettare che questo fatto storico e i sentimenti di gratitudine del popolo italiano verso gli Stati Uniti possano essere usati per coprire gli orrori della guerra e le responsabilità di chi ha trascinato il mondo in una drammatica spirale di guerre e terrorismo, ha indebolito la democrazia, ha colpito l¹Onu e stracciato la sua Carta, ha violato i diritti umani e il diritto internazionale che un tempo, grazie al Presidente F. D. Roosevelt e a sua moglie Eleonora,
aveva contribuito a creare.
Strumentalizzare il giusto moto di riconoscenza agli Stati Uniti per la liberazione dell¹Italia nel tentativo di attenuare la profonda indignazione popolare per la politica esercitata dall¹attuale amministrazione americana è un fatto grave e inaccettabile.
Il nostro no a Bush e alla sua inopportuna visita è anche un sì ad
un¹alleanza rafforzata e rinnovata con l¹America pacifica, responsabile
e solidale che abbiamo imparato a conoscere.
Ci sentiamo solidali con quella grande parte della società civile americana ferita dalle politiche interne e internazionali di questa amministrazione, duramente colpita dai tagli alle politiche sociali, allarmata per il crescente antiamericanismo che si diffonde nel mondo.
Ci sentiamo impegnati a costruire insieme a loro nuovi piani di cooperazione per rispondere alle responsabilità globali che ci appartengono, per promuovere i diritti umani e la democrazia, per sradicare la miseria e la guerra, per rafforzare e democratizzare l'Onu e le istituzioni internazionali che possono contribuire a rendere il mondo più giusto e sicuro per tutti.
La visita del presidente George Bush sia l¹occasione per fare, tutti insieme, una riflessione sul mondo che ci circonda, sulla pace, sui diritti umani, sulla democrazia, sulla giustizia sociale e sul nostro ruolo di cittadini italiani, di cittadini europei e di cittadini del mondo.
Invitiamo tutti coloro che possono a dare vita, in ogni parte d¹Italia, ad incontri, veglie, dibattiti, fiaccolate e manifestazioni il 3 giugno alla vigilia della visita del presidente Bush.
Invitiamo tutti, cittadini e istituzioni, ad esporre dal 2 al 4 giugno la bandiera della pace dalle finestre delle case, delle scuole, dei luoghi di lavoro, dai Comuni, dalle Province e dalle Regioni.
Parliamo al presidente Bush con gesti e impegni concreti di pace e di nonviolenza.
Costruiamo insieme un¹Italia e un¹Europa di pace: solidale, nonviolenta, democratica e federalista.
L'Italia e l'Europa hanno disperato bisogno di persone impegnate a
"fare pace". Alle elezioni europee e amministrative del 12 e 13 giugno votiamo persone decise a mettere la pace al centro della politica, capaci di prendersi cura dei problemi del mondo prima che possano travolgere anche noi. La scelta è nelle nostre mani.
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