Libera in ricordo di Rita, anche a Roma

UN FIORE PER RITA ATRIA

Roma, 25 luglio 2004, ore 10.30, viale Amelia 23
13 luglio 2004
Pax Christi

“Un fiore per Rita”: è questo il titolo dell’iniziativa promossa da Libera per ricordare Rita Atria, una ragazza siciliana di Partanna (Tp) che a 17 anni diventò testimone di giustizia, seguendo l’esempio della cognata Piera Aiello. Suo padre e suo fratello erano rimasti uccisi per una guerra di mafia. Così iniziò a collaborare con il giudice Paolo Borsellino, che per lei diventerà un secondo padre.
In lui, Rita aveva trovato un punto di riferimento fondamentale per la sua scelta di sfidare la mafia del suo paese. Ogni incontro era fatto di abbracci, baci, comprensione e sostegno umano. Rita gli parlava spesso della madre che non voleva capire la sua scelta di collaborare con la giustizia.
La morte del giudice Borsellino, il 19 luglio 1992, nella strage di via d’Amelio, a Palermo, sconvolse anche la vita di Rita Atria: a una settimana esatta dalla morte di Paolo, il 26 luglio 1992, Rita si lancia nel vuoto dalla casa dove viveva, al settimo piano di viale Amelia 23, a Roma.

Una scelta a favore della legalità e della giustizia

Rita, pur appartenendo ad una famiglia mafiosa, aveva scelto con fiducia la legalità, affidandosi allo Stato. Una scelta che è suonata, per il contesto in cui Rita è cresciuta, come un affronto imperdonabile. Anche per questa ragione Rita è stata aggredita anche dopo la morte: frantumando la sua lapide ed oltraggiandola anche nel ricordo. Dopo dodici anni, nel piccolo cimitero di Partanna c’è una tomba senza un nome, solo un volto incorniciato: il volto di Rita Atria.

Libera in ricordo di Rita, anche a Roma

Anche per far sentire la nostra vicinanza ai suoi familiari e a tutte quelle persone che le erano vicine e non la vogliono dimenticare, Libera, in tutti questi anni, ha organizzato momenti in ricordo di Rita, a Partanna, ogni 26 luglio.
Quest’anno Libera ha deciso di ricordarla anche a Roma, invitando cittadini e istituzioni a portare un fiore (possibilmente un giglio bianco e una rosa rossa, come voleva la stessa Rita). L’appuntamento è previsto per domenica 25 luglio, alle ore 10,30 in Viale Amelia n. 23. Ci sarà un momento di preghiera e la lettura di alcuni pensieri per Rita e di alcune pagine del suo diario. Sarà presente don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera. A seguire ci si trasferirà presso la Parrocchia del Corpo e Sangue di Cristo, in via Narni, per la celebrazione della Santa Messa delle ore 11,30.

Dal diario di Rita Atria

IL 19 luglio 1992 Rita, Rituzza come la chiamava Paolo, scriveva: “Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita… Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici; la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci. Borsellino sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta”. Ma poi continua dicendo “bisogna rendere coscienti i ragazzi che vivono nella mafia, che al di fuori c’è un altro mondo, fatto di cose semplici ma belle, di purezza, un mondo dove sei trattato per ciò che sei non perché sei figlio di quella persona o perché hai pagato per farti fare quel favore. Forse un mondo onesto non ci sarà mai, ma se ognuno di noi prova a cambiare ce la faremo”.

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