Allarme atomico: mettiamoci insieme
Napoli, 28/4/2006
 
 Oggi scade l’ultimatum           dell’           ONU all’Iran. E’ un momento grave per l’umanità che           potrebbe           portarci ad una guerra atomica. Siamo alla vigilia di un’altra           guerra           preventiva con l’aggravante dell’uso di armi nucleari? I           tamburi di           guerra continuano a rullare: Bush, Condoleeza Rice, Blair…non           perdono           occasione per ripetere il loro messaggio di morte. Sono tanti           gli           esperti che sottolineano la gravità della situazione in           campo           atomico. Per citarne uno, il fisico di Firenze Angelo Baracca,           afferma           che mai come oggi il mondo è stato così vicino           ad una           guerra nucleare, neanche durante la Guerra Fredda. Il dramma           è           che oggi abbiamo così tante bombe atomiche da far           saltare il           mondo quattro volte per aria. Esse hanno una potenza pari a           duecentomila volte la bomba atomica sganciata su Hiroshima nel           1945.
 
 Ecco il Peccato del           mondo           oggi: l’Uomo può distruggere nel giro di un pomeriggio           quello           che Dio ha costruito in quattro miliardi e duecento milioni di           anni.           L’uomo, le chiese, le religioni, si trovano davanti ad una           scelta di           vita o di morte. Le bombe             nucleari             sono un peccato, aveva detto l’arcivescovo di Seattle           (USA)           mons. Hunthausen – nella             società moderna, la base della violenza è data             dalla             nostra intenzione di utilizzare l’arma nucleare. Una volta             accettato             questo, qualsiasi altro male, è al confronto, un male             minore.             Fin quando non ci poniamo di fronte al problema del nostro             consenso             all’utilizzo delle armi nucleari, ogni speranza di             miglioramento             generalizzato della moralità pubblica, è             condannata al             fallimento.
 
 Davanti ad un tale           dramma e           una così colossale crisi, mi sorprende il vedere la           nostra           inerzia e le nostre divisioni. Com’è possibile che           gloriosi           movimenti e associazioni come il MIR, Azione non violenta,           Lega per il           disarmo unilaterale, Pax Christi, Beati i costruttori di pace,           Asso.pace, Unione scienziati per il disarmo, Movimento           nonviolento, OSM           – DPN, PUGWASH, Cipax…. non riescano a trovarsi insieme in           chiave           nazionale per dire una parola forte in questo momento storico?
 
 Come mai uomini e           donne di           grande spessore morale e culturale che lavorano sulla pace e           sulla           nonviolenza, come L’Abate, Tonino Drago, G.Martirani, Rocco           Altieri,           A.Navarra, L.Porta, D.Gallo, Nanni Salio, Mao Valpiana,           Pontara, don           A.Bizzotto, A.Baracca, Peppe Sini, E.Peyretti, Venditti (per           citarne           solo alcuni), non riescano a darsi un appuntamento nazionale           per dire           insieme una parola forte: una presa di posizione sulla BOMBA?
 
 Questo sforzo potrebbe           essere           sostenuto in primo luogo dalla rete Lilliput, insieme con           ControlArms,           Green Peace, Peacelink, con il Coordinamento comasco per la           pace ed           altre organizzazioni e reti che da tempo sono impegnate su           questi temi.
 
 Un incontro di questo           genere           sarebbe un grande segno di unità e di coraggio in           questo momento           così drammatico per l’umanità. Queste           personalità,           in rappresentanza di tutti i gruppi e associazioni che           lavorano per la           pace in Italia, potrebbero poi elaborare alcuni appelli, uno           rivolto al           Papa, e un altro alla Conferenza Episcopale Italiana,           chiedendo che la           BOMBA venga dichiarata peccato, e la guerra atomica           tabù. Un           terzo appello potrebbe essere rivolto al formando governo           Prodi           perché ritiri immediatamente le truppe dall’Iraq e           rifiuti           risolutamente l’ipotesi di un’altra guerra preventiva contro           l’Iran e           metta al bando quel centinaio di bombe atomiche attualmente           presenti in           Italia.
 
 Tutte le associazioni           e i           gruppi che lavorano per la pace insieme alle           personalità che le           animano potrebbero indire un altro grande incontro pubblico,           ad esempio           all’Arena di Verona (recuperando così la grande           tradizione di           Beati i costruttori di pace), ove pubblicamente e in tanti           grideremmo           il nostro no alla BOMBA e alla guerra atomica.
 
 Non perdiamo questo           kairos           della storia.
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