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Appello dei sindaci USA: basta alle guerre e alle armi nucleari

La Conferenza dei Sindaci USA vota a favore di due risoluzioni per ridurre i costi delle guerre in Iraq e Afghanistan e per abolire le armi nucleari.
6 luglio 2011
James Russell - Truthout
Tradotto da Antonella Recchia per PeaceLink
Fonte: www.truth-out.org - 21 giugno 2011

mayors for peace

Gli attivisti per la pace hanno ottenuto un’importante vittoria lunedì 20 giugno, quando la Conferenza dei Sindaci USA ha votato l’adozione di due risoluzioni che chiedono la riduzione delle truppe in Iraq e Afghanistan e l’abolizione delle armi nucleari. Entrambe le risoluzioni chiedono un riordino delle priorità nelle spese per la difesa, inclusi i 126 miliardi di dollari spesi ogni anno in Iraq e in Afghanistan da reindirizzare verso i bisogni delle amministrazioni comunali.

E’ la prima volta in 40 anni che il gruppo, che rappresenta i sindaci dei comuni con più di 30.000 abitanti, approva una risoluzione del genere.

Karen Dolan dell’Institute for Policy Studies (IPS) dirige il progetto Cities for Peace (Città per la Pace) dell’IPS, che organizza l’azione di funzionari e attivisti a livello locale. In una sua dichiarazione per Truthout, Dolan ha affermato che i sindaci, “sono attenti ai bisogni della gente diversamente dal Congresso e dal Presidente. Se il denaro non sarà speso meglio, sia a livello statale che locale, non vedremo una ripresa economica.” Secondo l’IPS, centinaia di comuni in tutti gli Stati Uniti hanno chiesto lo stop alle guerre in Medio Oriente.

Mentre la risoluzione antiguerra è stata sottoposta a votazione dopo una polemica proposta di ritirarla, quella sulle armi nucleari è passata all’unanimità, secondo gli osservatori.

Jackie Cabasso della Western States Legal Foundation e attivista nordamericana di Mayors for Peace (Sindaci per la Pace), ha dichiarato che la risoluzione contro le armi nucleari pone i sindaci in netto contrasto con il Presidente Obama, “che ha mantenuto, e addirittura rimodernato, gli armamenti nucleari.”

Pacifisti come la Cabasso hanno spinto con forza verso le risoluzioni. Secondo C.J. Minster, attivista nel progetto Bring the War Dollars Home (Riportate a casa i dollari della guerra) di Codepink, la risoluzione “che chiede al Congresso di reindirizzare le spese militari verso priorità interne” giunge dopo anni di lavoro portato avanti da numerosi pacifisti per far sì che risoluzioni simili fossero approvate dalle amministrazioni comunali.

Le risoluzioni hanno fatto seguito ad un rapporto stilato dalla conferenza il quale mostra che, “il tasso di disoccupazione a due cifre persiste in 103 (28%) delle 363 aree metropolitane degli Stati Uniti.” Per alcune aree, come Dayton, Ohio, e Detroit, Michigan, non si prevede un ritorno dei posti di lavoro persi prima del 2020, nella migliore delle ipotesi.

Nel 1971, la conferenza approvò una risoluzione, all'epoca fortemente contestata, per chiedere la fine della guerra in Vietnam. Presentata da Jack Maltester, l’allora sindaco di San Leandro, California, alla risoluzione si opposero Richard Nixon e numerosi partecipanti alla conferenza ma alla fine venne approvata – con il sostegno dei sindaci di Chicago e New York.

I partecipanti hanno detto che l'attuale risoluzione contro la guerra, che includeva emendamenti sul sostegno alle truppe in servizio all’estero, era molto più “docile” di quella per il Vietnam.
E giustamente, ha aggiunto il sindaco sottoscrittore Kitty Pierce di Eugene, Oregon, in un’altra dichiarazione. La Piercy sostiene che il messaggio principale della risoluzione sia quello di venire incontro alle esigenze delle città. “La nostra città ha dovuto tagliare 20 milioni di dollari del nostro budget negli ultimi tre anni,” ha affermato il sindaco. “I nostri figli e le nostre famiglie desiderano, e chiedono, un investimento concreto per il futuro dell’America.”

Note: "Codepink-women for peace" è un movimento di base al femminile che si occupa di pace e giustizia sociale. Si batte in particolare contro i finanziamenti alle guerre e alle occupazioni e per reindirizzare queste risorse nella sanità, nell'istruzione e in posti di lavoro eco-compatibili.
Tradotto da Antonella Recchia per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.
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