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"La memoria degli italiani di Buie d'Istria" di Giacomo Paiano *

Storie e trasformazioni di una comunita' contadina tra il 1922 e il 1954 nelle testimonianze dei "rimasti". Ma perche' per gli istriani e' cosi' difficile riordinare i ricordi e raccontare?
22 settembre 2008

- A Buie i "rimasti" hanno provato a ricordare, hanno provato a ripercorrere il tempo andato ed in particolare il periodo che va dal 1922 al 1954. Ma non e' stato certo facile "lavorare" con la memoria, anche perche' non esiste una memoria collettiva, ne esistono, invece, tante individuali. Ognuno ha osservato la Storia dal proprio personalissimo punto d'osservazione. Ognuno poi, nel racconto, trascura gli avvenimenti che non lo hanno coinvolto direttamente e sottolinea invece quelli che lo hanno toccato in prima persona. Ognuno ha dovuto modellare cio' che ha vissuto per poter continuare a vivere. Cosi' quasi nulla combacia nei ricordi dei singoli che dovrebbero poi riunificarsi per formare il ricordo collettivo. Ben poco coincide nella narrazione e si ha l'impressione di ritrovarsi con una montagna di piccoli frammenti difficilmente riconducibili all'unita' di provenienza...

Inafferrabile debole precaria memoria, logorata dal tempo e dagli anni, contagiata dalle ferite e dalle partenze. Fascisti e antifascisti, comunisti e non comunisti, fratelli e compagni; fratelli partiti e compagni rimasti. La distanza fra ieri e oggi confonde la ricostruzione degli eventi. Anche le lesioni e i distacchi confondono i ricordi e quella che ne esce e' una memoria lacerata. Una memoria che cerca di attribuire un senso agli avvenimenti del passato tenendo conto soprattutto di cio' che e' accaduto dopo. Il passato risulta essere percio' intaccato, contaminato, camuffato dal dopo. E la cultura contadina e' come se avesse fatto proprio valore fondamentale l'estraneita' alla Storia; l'auto-esclusione dal divenire; l'unico criterio etico morale preso in considerazione e' il "far del bene" e il "far del male".

E dunque: chi sparo' per prima? I tedeschi o i partigiani?
E il male chi lo fece? I "foresti" o i nostri "mangiabandiere"?
Nemmeno in questo caso si ritrova un ricordo preciso, condiviso, inalterato nel tempo...

Memorie plurali, diverse, divise, amplificate, mutilate, avvelenate, strumentalizzate, distrutte! Memoria individuale, sgretolata, recuperata, modellata, ricomposta, vissuta, sofferta; pagata! Memoria dei rimasti in contrapposizione a quella dei partiti; ma nemmeno fra i rimasti esiste un pensiero comune.

Per alcuni, ad esempio, il prima e' stato modellato dal dopo; il prima, mitigato dal dopo, viene addirittura idealizzato. Per altri, invece, il dopo e' giustificato dal prima; la colpa e' di chi incomincia ed e' assurdo che i debiti contratti da chi e' partito li abbia pagati chi e' rimasto!

A Buie, ad esempio, bisognerebbe rianalizzare gli eventi e soprattutto ritrovare i corpi delle persone "sparite" per poter, alla fine, far combaciare i ricordi. Anche perche' i piu' sono convinti che il male non venne certo da Zagabria o da Belgrado; il male e' sempre stato li', in mezzo a loro. E quelli che durante il fascismo avevano perseguitato gli antifascisti e gli slavi, furono gli stessi che poi, durante il comunismo, rastrellarono casa per casa per far sparire i fascisti e gli italiani; e furono anche i primi a scappare in Italia; percio' si e' stabilita una distanza insuperabile fra i partiti e i rimasti.

E Alcide De Gasperi improvvisamente irrompe nei ricordi dei buiesi, qualcuno ha raccontato loro che a Parigi offrirono l'Istria in cambio dell'Alto Adige, ma De Gasperi non accetto' e volle a tutti i costi l'Alto Adige! Poi, opzioni in Alto Adige e opzioni in Istria. Opzioni in ogni dove per scegliere un altrove o per diventare stranieri a casa propria. Ma la Storia non guarda in faccia ad alcuno a va avanti per la sua strada incurante di tutti e di tutti; incurante degli optanti e di chi non pote' o non volle optare; incurante dei partiti e dei rimasti.

Quando i comunisti si stabilirono definitivamente a Buie, per gli italiani rimasti sembrava esistere una sola regola: "non te intrigar". La scelta di non intrigarsi veniva suggerita dai padri e dai nonni e dalla loro passata esperienza; e il fatto che loro avessero gia' vissuto sotto un regime, rendeva il consiglio indiscutibile.
Come una bestia feroce, il regime totalitario, se ignorato ignora a sua volta.
La paura con Tito pero' e' piu' forte! Il fascismo aveva toccato gli slavi e sfiorato appena gli italiani, il comunismo invece entra nelle case di tutti e non lascia scampo ad alcuno; irrompe nelle vite di tutti e a tutti incute paura. Ma poi tutto, come sempre, passa...

Ad un certo punto, finalmente, i ricordi dei buiesi sembrano confluire in un'unica memoria; si trovano, infatti, quasi tutti d'accordo nel rammentare che, economicamente, con Tito, stavano bene! E' come se la mancanza della liberta' e le ostacolazioni religiose siano state il prezzo pagato per una buona economia.
Ma ora che quegli "splendori economici" sembrano essere stati smorzati dall'attuale situazione precaria, che ne sara' della memoria? Che ne sara' di ieri nel racconto di domani condizionata dall'oggi?

Memoria concreta di un passato che non passa ma che rimane.
Ricordi sbiaditi e nitidi, cancellati e indelebili; ricordi annebbiati e precisi.
Ricordi senza i quali non ha senso vivere...

Elisabetta Caravati
http://www.peacelink.it/tools/author.php?l=Elisabetta

Note: * Centro di ricerche storiche di Rovigno - Unione Italiana Fiume - Universita' Popolare Trieste

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