Conoscenza, primo rimedio

I pericoli della sicurezza Web possono essere contrastati con vari strumenti, ma soltanto un'adeguata conoscenza permette di mettere in atto una prevenzione decisiva. Ma purtroppo si è molto lontani dall'obiettivo.
19 maggio 2006
Sofien Vannutelli

Gli strumenti di difesa informatica sono vari (es: antivirus, antispyware, blocco dei pop up, firewall) e ad ampio spettro, ma non sempre rappresentano la soluzione definitiva. Alcuni codici maligni, adware o spyware, sono in grado di bucare facilmente le difese, magari con l'inconsapevole complicità dell'utente stesso, convinto di effettuare azioni pulite e non pericolose. Per questo motivo la cultura della sicurezza informatica non è mai troppa: informazione e conoscenza sono le uniche due vere alleate in termini di prevenzione. A patto di mettere in atto le conoscenze apprese.

Gli utenti sprovveduti
Una recente ricerca di SiteAdvisor, mette in luce come gli utenti Internet siano predisposti, loro malgrado, a infettare i propri PC con spyware o adware. Addirittura il 97% del campione preso in considerazione (circa 14 mila utenti) non è in grado di capire quali siti siano immuni da malfare. Nell'indagine, venivano messe a confronto pagine Web libere da codice infettante e pagine Web veicolo di infezione, chiedendo all'utente di scegliere uno dei due. Quindi, si proponevano vari software scaricabili da siti di file sharing, chiedendo di indicare quelli liberi da adware e spyware. Purtroppo i risultati sono stati desolanti.

Chi è la SiteAdvisor?
La SiteAdvisor è una società che è riuscita a mettere a punto una tecnologia di individuazione di malware, rendendo disponibili servizi innovativi. Tra cui la possibilità di verificare immediatamente nei siti richiamati dai motori di ricerca il loro grado di affidabilità. In sostanza, non segue la strada degli altri antivirus e prodotti, ma si pone in un'ottica di consulenza immediata e pratica per l'utente finale. Un approccio diverso, la cui utilità non è sfuggita a McAfee, colosso informatico, il quale ne ha rilevato la società poco più di un mese fa.

I risultati dell'indagine
In base alle loro scelte, il 65% dei partecipanti avrebbe ripetutamente infettato i propri PC con adware o spyware. Anche gli utenti più attenti, nell'arco di un mese hanno il 100% di possibilità di finire su un sito pericoloso. Spesso, banner pubblicitari di inserzionisti noti o presenza di tematiche istituzionali traggono in inganno i navigatori, che pensano di essere al sicuro solo per la presenza di questi indicatori.

Le categorie del pericolo
Le varie categorie di siti pericolosi presi in considerazione sono quelli dove più facilmente si annidano adware e spyware.
In queste categorie, gli utenti sono più propensi a individuare i siti non pericolosi nei siti di smiley (il 75% degli utenti indica correttamente le pagine immuni), di giochi gratuiti (68%), di screensaver (62%) e di file sharing (59%). La percentuale di utenti che coglie nel segno, invece, si abbassa clamorosamente nei siti dei testi musicali (solo il 28%), forse perché questo tipo di pagine Web non viene identificata immediatamente come pericolosa, anche per via della presenza di sponsor istituzionali che contribuiscono a "garantire" i siti stessi.

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