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Dal Molin, al via la gara d'appalto

Il commissario Paolo Costa conferma che i lavori per la nuova base militare Usa partiranno a breve: «Il governo considera l'opera indispensabile per la difesa nazionale». L'Italia si accollerà una buona parte dei costi della caserma. E il presidio permanente rilancia la mobilitazione
19 luglio 2007
Giulia Guidi
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

«Devo essere chiaro su un punto: la decisione sugli impegni assunti con gli Usa, per la costruzione delle opere necessarie all'ampliamento della base militare nell'area Dal Molin, è stata presa dal governo italiano e comunicata al parlamento». Esordisce così il commissario straordinario Paolo Costa, nel corso della conferenza stampa di ieri mattina alla Prefettura di Vicenza. A scanso di equivoci, allega, nella cartella per i giornalisti, il decreto, datato 13 luglio, sul quale il presidente della Repubblica ha posto la firma e che sancisce il suo mandato. L'appuntamento è di quelli importanti: il via ufficiale alla gara d'appalto per il nuovo insediamento militare americano nella vasta area verde a nord della città, ora parzialmente occupata dall'areoporto civile e dall'Aeronautica militare. Al tavolo sono presenti oltre al Commissario, il generale Ivan Resce, direttore generale dei Lavori e del Demanio, il colonnello Gordon Davis, portavoce del comandante della Ederle, il generale Frank Helmik, responsabile della Commissione Mista Costruzioni, e, per la Commissione Mista Paritetica Regionale, l'assessore azzurro alle politiche per il territorio, Renzo Marangon. Paolo Costa scandisce i 3 obiettivi della sua missione: completare il programma nei tempi richiesti dall'amministrazione americana, quindi entro il 2011; integrare il progetto statunitense con le proposte del CoMiPaR, che ha il compito di far rientrare il tutto nell'ambito delle leggi italiane; garantire la comunità vicentina su trasparenza dell'informazione, mitigazione dell'impatto e compensazione. «Abbiamo già perso mesi utili; ora bisogna andare avanti» sentenzia Costa e aggiunge che sono già in corso gli studi sulla bonifica dell'area, entro 3 mesi il Geniodife avrà terminato le sue valutazioni sui progetti presentati e quindi, a fine anno, partiranno i lavori; l'informazione sarà garantita da un sito internet e dalla stampa locale. Il bando prevede che le imprese presentino due progetti, uno per l'area est, quella attualmente occupata dall'areoporto civile, uno per l'area ovest, ora in gestione all'Areonautica e giudicato, da più parti, come di minore impatto sulla città. «Decideremo sul più conveniente, cercando di venire incontro alle esigenze di mitigazione» ha concluso Costa. Sul tema delle compensazioni l'unica certezza è la costruzione della tangenziale Nord, che consentirebbe l'accesso alla nuova base, evitando il passaggio per il centro.
Alla manifestazione improvvisata davanti alla prefettura i no Dal Molin hanno commentato la conferenza stampa di Paolo Costa. «In questi giorni - ha detto Francesco Pavin del presidio permanente - si parla tanto di fase esecutiva, lo fa il sindaco e lo fa il commissario Costa venuto a Vicenza con la pretesa di parlare con tutti m a chiarendo subito che la contrarietà alla nuova base americana non è ammessa. Un modo per escludere la maggioranza della cittadinanza vicentina, da sempre contraria a questo progetto devastante». Il presidio ribadisce che quando i lavori cominceranno i cittadini «troveranno mille forme e modi per bloccare e rallentare i cantieri». Intanto si sta preparando il campeggio no Dal Molin che si svolgerà dall'8 al 15 settembre (adesioni e aggiornamenti sul sito www.nodalmolin.it).
Il
Comitato Vicenza Est, dopo l'annuncio del commissario Costa dell'apertura della gara d'appalto, ha invitato i lavoratori delle aziende che intendono partecipare al bando per la costruzione della base militare ad opporsi, chiedendo sostegno alle organizzazioni sindacali, Cgil e Cub, che si sono pronunciate da sempre contrarie al raddoppio. Per Elettra Deiana di rifondazione «siamo di fronte ad una escalation autoritaria gravissima nei rapporti tra il governo e le comunità locali».

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