Il popolo vicentino dice no alla costruzione di un nuovo accesso alla base militare per i mezzi pesanti.
A colloquio con un delegato del Coordinamento Cristiani per la Pace per ricostruire la storia di un movimento che difende il proprio territorio. E non solo.
Si è concluso in settembre il Festival No Dal Molin.
E il movimento contro le servitù militari si allarga.
E chiede che i territori siano restituiti interamente alla gente senza alcun vincolo.
A Vicenza, contro la nuova Base Dal Molin, nasce un movimento interno alla Chiesa diocesana che esprime il proprio no alla guerra e alla militarizzazione.
Le basi militari statunitensi che occupano il territorio nonostante molte proteste degli abitanti locali: uno dei grandi temi che i cittadini italiani e giapponesi hanno in comune.
Voto nei gazebo dopo lo stop del Consiglio di Stato. Il sindaco: prova di democrazia anche se non è un plebiscito. Referendum autogestito, aderisce il 28 per cento. I favorevoli: cittadini schedati. Il voto, bocciato a livello giudiziario, non ha fermato i promotori: così si sono potuti esprimere i cittadini contrari
Cinzia Bottene, dell'associazione No Dal Molin, è durissima con i parlamentari della Cosa rossa: «È un anno e mezzo che ci stanno prendendo in giro, non possiamo riconoscerci in un governo che svende una città e i suoi cittadini».
In migliaia sfilano a Vicenza, entrano nell'area dove dovrebbe nascere la nuova base Usa e piantano decine di alberi: «Qui faremo un parco pubblico». E riparte il movimento
Il vicepremier travolto dai fischi all'arrivo al teatro Olimpico. Ma risponde: «Ormai la decisione è presa». Il «popolo delle pentole» manifesta davanti alla Ederle
Migliaia di presenze al campeggio dei no-base. E da domani a sabato cortei al comune, alla caserma Ederle e nell'area in cui è previsto il mega-insediamento militare Usa
Un migliaio di attivisti da tutta Italia nella città palladiana per il campeggio contro l'apertura dell'impianto militare. Ieri un primo corteo «disturbato» dai fascisti. E si prepara una manifestazione europea
Una manifestazione europea a dicembre a Vicenza per dire no agli americani. Sarà il culmine della mobilitazione che partirà sabato con un festival-campeggio davanti all'aeroporto. Con tutti i comitati del Patto di mutuo soccorso, in attesa dell'inizio dei lavori. E la vicenda del Dal Molin torna a riscaldarsi
Tanti i tentativi di delegittimare e soffocare questa grande e straordinaria mobilitazione. Abbiamo gli anticorpi necessari a respingere i virus dannosi
Friedrich Merz ha definito l’attacco israeliano all’Iran “un lavoro sporco fatto per tutti noi”. Una frase inquietante che rivela la normalizzazione della guerra preventiva come legittimo strumento dell'Occidente. E che nasconde le lucrose vendite di armi a Israele.
Mobilitazione in vista del vertice Nato dell'Aja del 24 e 25 giugno che vuole raddoppiare le spese militari. Le informazioni utili per raggiungere Roma. Un elenco dei temi che contestiamo alla Nato, dallo schieramento dei nuovi euromissili all'intesa militare con i criminali di guerra israeliani.
Gli organizzatori della manifestazione, che da anni riunisce produttori e appassionati di caccia, tiro sportivo e armi, avrebbero motivato la scelta con la volontà di "trovare un clima più sereno" per l’evento, dopo due edizioni a Verona segnate dal monitoraggio critico della società civile.
Dal 24 al 25 giugno si terrà all’Aja il vertice Nato. In risposta, il movimento pacifista europeo alza la voce: basta riarmo, stop al genocidio, no all'escalation bellica di Israele
Secondo le valutazioni dell’intelligence americana — condivise da esperti indipendenti — l’Iran dopo il 2003 non ha mai preso la decisione definitiva di costruire un’arma nucleare. L’attacco israeliano non ha distrutto le strutture nucleari sotterranee più protette ma punta a un cambio di regime.
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