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Il caso

Ambientalista denuncia sito pacifista: via la mia firma dalla lista antiamericana

Il professor Daclon non riesce a farsi cancellare e anzi viene insultato
23 ottobre 2003
SteZu
Fonte: Il Giornale - 21 ottobre 2003

La pagina del quotidiano "Il Giornale" che contiene l'articolo su PeaceLink

Da Milano

Tanti nemici tanto onore? Dalle parti di PeaceLink, associazione pacifista, devono aver pragmaticamente sentito il bisogno di avere almeno un nemico contro cui combattere. Cosi' Corrado Maria Daclon, nome storico dell'ambientalismo italiano, e' stato issato a forza sul piedistallo dei cattivi. Sopra la scritta Nato. E il sito pacifista e' da settimane ingolfato da messaggi niente affatto concilianti contro "L'Uomo Nato", coperto da appellativi irriferibili e minacce neanche tanto velate di andare incontro ad una brutta fine. Eccolo lo specchietto utilizzato per aprire le ostilita' e strappare l'applauso agli amici e agli amici degli amici: PeaceLink subisce l'assalto di un servo dell'imperialismo americano. Nientemeno.

Peccato che lui abbia sperimentato in precedenza l'invasione di campo dei turbolenti pacifisti. Accade questo: la firma di Daclon compare in calce a un manifesto ambientalista contenente frasi del tipo "la guerra e' divenuta strumento ordinario di gestione della potenza imperiale Usa, con effetti umanamente e ambientalmente tragici e inaccettabili". Daclon protesta: lui, presidente di Pro-Natura, la piu' antica associazione ambientalista tricolore, non ha mai prestato il proprio nome a tesi del genere. Non appartengono alla sua cultura. Per di piu', lui con la Nato qualche volta ha lavorato (senza percepire compensi) in totale sintonia: "Per la Nato -spiega al Giornale - ho partecipato ad alcuni Workshop internazionali in tema di scienze ambientali, dal risanamento del Mar Caspio alla desertificazione della regione del Lago d'Aral". Perche' dovrebbe poi abbandonarsi al catastrofismo dei tatzebao no global? Quella firma e' stata semplicemente rubata all'interessato.

Che chiede solo e soltanto una cosa l'eliminazione del proprio nome dal documento. PeaceLink se la cava rinviando ai compagni di Rifondazione Comunista: "abbiamo riprosotto testualmente il manifesto, compresi i firmatari, dal sito web di Rifondazione". Insomma, i no global avrebbero solo clonato un errore e il loro sarebbe solo un peccatuccio veniale. Intanto pero' Rifondazione ammette il pasticcio e fa sparire Daclon dalle prime linee dell'antiamericanismo. A PeaceLink invece decidono di scavare una trincea e di indossare l'elmetto: se prima potevano vantare la campagna anti Nato dell'Uomo Nato, ora possono lucidare la propria coscienza denunciando l'aggressione dell'Uomo Nato. Evidentemente buono per tutte le stagioni.

Lui allarga le braccia sconsolato: "la collaborazione con la Nato occupa solo una riga del mio curriculum". Un dettaglio. E infatti Daclon e' anzitutto professore universitario e poi consulente della Commissione Europea, esperto accreditato presso organismi internazionali, collaboratore di riviste e trasmissioni televisive, piu' tante altre cose.

Non c'e' niente da fare. PeaceLink lancia l'appello, la piazza internettiana dei no global risponde con un ruggito virtuale al richiamo della foresta: centinaia di messaggi in cui Daclon passa, nel migliore dei casi, per bastardo. O gli si promette di finire a pezzi. Lui, intanto, si e' rivolto al giudice: per uscire dalla rete dei pacifisti pare non ci siano altri mezzi.

Gia che c'e', lo studioso allega anche una richiesta di risarcimento pari a 50 mila euro: "Una cifra simbolica -precisa- visto che mi hanno attribuito a proposito della Nato frasi del tipo 'mercenari in divisa'". Tocchera' alla magistratura togliere agli "ultimi giapponesi" di PeaceLink il giocattolo che permette loro di continuare la piccola grande guerra.

[SteZu]

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