Niente nuove adesioni senza una Costituzione nel 2009

L'Europa ampliata non può funzionare senza una riforma istituzionale. Per tale ragione, il Parlamento chiede l'adozione di una nuova Costituzione prima di procedere a altre adesioni, oltre a quelle di Romania e Bulgaria. Il processo costituzionale, inoltre, deve essere accompagnato da un dibattito volto ad avvicinare i cittadini all'Europa, prevedendo un forte impegno dei parlamenti europeo e nazionali. Per i deputati, il mantenimento del testo attuale «costituirebbe un risultato positivo».
19 gennaio 2006
Fonte: Parlamento europeo

logo della Costituzione europea

Con la relazione di Andrew DUFF (ALDE/ADLE, UK) e Johannes VOGGENHUBER (Verdi/ALE, AT) - adottata dall'Aula con 385 voti favorevoli, 125 contrari e 51 astensioni - i deputati ribadiscono la convinzione che il Trattato di Nizza «non rappresenti una base solida per un futuro approfondimento del processo d'integrazione europeo». Confermano quindi il loro impegno a giungere ad una soluzione costituzionale che rafforzi la democrazia parlamentare, la trasparenza e lo stato di diritto, sancisca i diritti fondamentali, sviluppi la cittadinanza e potenzi la capacità dell'Unione ampliata di agire in modo efficace all'interno e all'esterno.

Il Parlamento, inoltre, sottolinea che «è impossibile ampliare ulteriormente l'Unione dopo l'adesione della Bulgaria e della Romania sulla base del trattato di Nizza» e ricorda che i problemi politici e le debolezze istituzionali che la Convenzione doveva risolvere «persisteranno e addirittura aumenteranno se non saranno attuate le riforme» sancite dalla Costituzione. E' chiesto quindi che si compiano tutti gli sforzi necessari per garantire l'entrata in vigore della Costituzione nel corso del 2009.

Una Costituzione per tutti, no ai noccioli duri

I deputati, inoltre, respingono le proposte volte a costituire un "nocciolo duro" di Stati membri mentre è ancora in corso il processo costituzionale e deplorano qualsiasi suggerimento in base al quale potrebbero formarsi coalizioni di taluni Stati al di fuori del sistema dell'UE. D'altra parte, ammoniscono che una strategia basata su un'attuazione selettiva della Costituzione «rischia di distruggere il consenso che ha creato un equilibrio tra le Istituzioni e fra gli Stati membri, aggravando così la crisi di fiducia».

A loro parere, solamente un numero limitato di riforme democratiche può essere introdotto in questa fase senza modifiche del trattato. Tra queste citano la trasparenza del processo legislativo in seno al Consiglio, l'introduzione di una forma di iniziativa dei cittadini, i miglioramenti alla procedura di comitatologia, un pieno uso delle clausole "passerella" nel settore della giustizia e degli affari interni e un controllo più rigoroso da parte dei parlamenti nazionali sulla conduzione degli affari comunitari da parte dei rispettivi governi.

Dibattito pubblico e forum parlamentari

Per i deputati, il Consiglio europeo non ha dato una linea precisa al periodo di riflessione né definito i metodi e la cornice per l'elaborazione di conclusioni risultanti da tale dibattito, e finora "non ha mostrato la volontà politica e la capacità di promuovere e gestire il dialogo europeo". L'attuale periodo di riflessione, a loro parere, andrebbe sfruttato per un rilancio del progetto costituzionale sulla base di un ampio dibattito pubblico sul futuro dell'integrazione europea. Questo dialogo - coordinato a livello dell'Unione e condotto nel quadro europeo e nazionale - dovrebbe mirare «a chiarire, approfondire e democratizzare il consenso intorno alla Costituzione, affrontando le critiche e trovando soluzioni laddove le aspettative non sono state soddisfatte». In tale ambito è anche sottolineata le necessità di incoraggiare un atteggiamento proattivo dei mezzi d'informazione.

E' quindi proposto che il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali organizzino congiuntamente una serie di conferenze ("Forum parlamentari") - con il contributo delle altre istituzioni UE - "al fine di stimolare il dibattito e delineare, passo dopo passo, le necessarie conclusioni politiche". In tale contesto, è sottolineato che il Parlamento deve impegnarsi a svolgere - in associazione con i parlamenti nazionali - "un ruolo guida" nel dialogo europeo, in particolare pubblicando "documenti europei" su ciascuna delle grandi questioni che l'Unione deve affrontare, che potrebbero essere utilizzati come schema europeo comune per i dibattiti nazionali.

Per i deputati, il primo forum interparlamentare dovrebbe essere convocato nella primavera del 2006 con l'obiettivo di formulare raccomandazioni esaustive al Consiglio europeo sul modo in cui l'Unione dovrà procedere per uscire dalla crisi. Le principali questioni che dovranno essere affrontate in quella sede dovrebbero essere le seguenti: l'obiettivo dell'integrazione europea, il ruolo dell'Europa a livello mondiale, il futuro del modello economico e sociale europeo, i confini dell'Unione, la promozione della libertà, della sicurezza e della giustizia e il metodo di finanziamento dell'Unione.

Forum dei cittadini e mobilitazione della società

La relazione chiede agli Stati membri di organizzare un gran numero di riunioni pubbliche e di dibattiti sui mezzi di informazione sul futuro dell'Europa ("Forum dei cittadini") a livello nazionale, regionale e locale. Le parti sociali e le organizzazioni della società civile sono esortate a partecipare a tali dibattiti, mentre è chiesto ai partiti politici di attribuire molta più importanza alla dimensione europea, sia nei loro dibattiti interni che nelle campagne elettorali. Nel dichiararsi favorevole a petizioni di cittadini che contribuiscano a dare forma al dibattito, la relazione si appella inoltre a tutte le associazioni e organizzazioni della società civile affinché considerino l'entrata in vigore della Costituzione europea come una delle loro priorità di discussione e dibattito. Il Parlamento, inoltre, rileva che "un dialogo europeo sarà impossibile senza finanziamenti adeguati".

Definire una linea nel 2007, conservare il testo attuale

I deputati propongono di trarre le conclusioni del periodo di riflessione al più tardi nella seconda metà del 2007 e di decidere chiaramente in tale fase come procedere con la Costituzione. Il Parlamento, a tale proposito, accoglie favorevolmente l'intenzione della Presidenza austriaca di presentare una road map per il periodo di riflessione come anche per il futuro del processo di ratifica in generale e si compiace della dichiarazione del governo tedesco, secondo cui esso intende prendere iniziative riguardanti il processo di ratifica costituzionale durante il proprio periodo di Presidenza, nel primo semestre del 2007.

Secondo il Parlamento, l'Unione dispone di varie opzioni, che includono l'abbandono completo del progetto costituzionale, il proseguimento degli sforzi per la ratifica senza modifiche del testo attuale, il tentativo di chiarire o integrare il testo attuale, la ristrutturazione e/o la modifica del testo attuale con l'obiettivo di migliorarlo ovvero una totale riformulazione. Per i deputati, tuttavia, la possibilità di mantenere il testo attuale "costituirebbe un risultato positivo".

Note: http://www.europarl.eu.int/news/public/story_page/005-4526-16-1-3-901-20060119STO04525-2006-16-01-2006/default_it.htm
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