Mons. Bregantini vescovo anti-'ndrangheta trasferito a Campobasso

8 novembre 2007
Matteo Della Torre (Casa per la nonviolenza, Associazione di ispirazione gandhiana.)

Pubblichiamo con piacere questa riflessione a caldo di Enzo e Maria Sanfilippo, della Fraternità siciliana dell'Arca di Lanza del Vasto, sul trasferimento di Mons. Giancarlo Bregantini, vescovo di Locri, alla diocesi di Campobasso.

Mons. Giancarlo Bregantini

Carissimi,
abbiamo avuto conferma stamattina da Frederic Vermorel che il trasferimento di Mons. Giancarlo Bregantini, Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, e' certo ed ha la firma del Papa.
Siamo costernati.
Come la Curia Romana non capisce che in questo modo centinaia di fedeli restano senza questa infaticabile guida in questo territorio cosi' difficile?
Come potranno capire, i ragazzi di Locri, le cooperative minacciate piu' volte dalla ndrangheta con incendi e altri atti vandalici? Come non potranno pensare che tutto cio' e' avvenuto per le pressioni della massoneria che gia' da un paio d'anni aveva prospettato questo trasferimento come salutare?
Abbiamo conosciuto Padre Giancarlo, siamo stati ospiti a casa sua e della sua anziana e simpatica madre qualche giorno prima del convegno su Mafia e nonviolenza a Palermo. Tramite lui abbiamo conosciuto Frederic e altri amici calabresi.
Successivamente ci siamo resi conto che proprio in questa Diocesi e' in corso una straordinaria resistenza nonviolenta cristiana.
L'impegno contro la criminalita' mafiosa e' stato infatti guidato dal Vescovo Bregantini nel territorio di Locri-Gerace, coniugando fede, preghiera e impegno concreto per il lavoro, la giustizia, il perdono, denunziando fermamente i poteri occulti e le ingiustizie, ma tendendo la mano a chi voleva rientrare onestamente nella societa' (apertura agli ex detenuti e alle loro famiglie, accoglienza presso le cooperative del Consorzio Goel).
Proprio per questa specificita' pensiamo che dovremmo far sentire la nostra piccola voce come singoli cristiani e comunità cristiane di Palermo, unendoci a quanti stanno soffrendo per questa decisione della Curia romana, unendoci o proponendo eventualmente qualche azione nonviolenta
Pensiamo che come credenti abbiamo il dovere di richiamare la coscienza dei fratelli che a nostro avviso sbagliano, magari inconsapevolmente o in buona fede, qualunque sia il posto gerarchico da essi occupato nella comunità ecclesiale.
Le persone di altra formazione e tradizione spirituale potranno ugualmente sostenere le azioni che si organizzeranno.
In questo momento pensiamo ad una visita a Locri da parte di alcuni di noi e a un digiuno
Aspettiamo da Frederic notizie per una qualche forma di mobilitazione e aspettiamo che ci invii un documento da lui elaborato e per il quale aspetta consigli di alcuni amici.
Pare che sia un documento che diventera' collettivo. Appena ce lo inviera' ve lo faremo avere.
Ovviamente la rimozione (anche se sotto la forma di trasferimento) di un Vescovo (obbediente ma contrario al provvedimento) mina la potesta' episcopale e rinnova un atteggiamento anticonciliare e prepotente della Curia vaticana. Ma in primo luogo pensiamo vada sostenuta la comunita' della Diocesi di Locri Gerace sola e disorientata in questo momento: proprio quello che può aiutare la mafia a rinsaldare il potere e il consenso nel territorio.

Enzo e Maria Sanfilippo, Fraternità siciliana dell'Arca di Lanza del Vasto

Note: www.uomoplanetario.org

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