Latina

Il governo Berger accusato di tollerare le azioni di gruppi armati clandestini contro le organizzazioni per i diritti umani

Guatemala: La Urng denuncia intimidazioni contro i movimenti sociali

L'ex movimento di guerriglia chiede l'immediato scioglimento dei paramilitari
8 luglio 2005
David Lifodi

La presenza di gruppi paramilitari paralleli o comunque contigui ai governi statali è purtroppo pratica comune in America Latina.
In particolare il Guatemala, uscito nel 1996 (data degli accordi di pace) da una guerra civile in cui il popolo maya ha subito un vero e proprio genocidio pianificato a tavolino dall'esercito e dallo stato, starebbe rischiando di piombare di nuovo nell'incubo dei gruppi armati paramilitari.
La denuncia arriva dalla Urng (Unidad Revolucionaria Nacional Guatemalteca), l'ex movimento di guerriglia adesso riconvertito in partito politico, che in un comunicato stampa parla apertamente del ritorno alle pratiche repressive messe in pratica nel periodo dell'operazione "tierra asada" e della "contrainsurgencia". La Urng si riferisce alla presenza di un gruppo che rivendicherebbe l'autorità di organizzare operazioni di pulizia sociale, la cosiddetta "limpieza social", nei confronti dei movimento sociali guatemaltechi nella zona del vulcano Tolimàn (regione di Sololà). Inoltre gli ex guerriglieri accusano il governo Berger, finora dimostratosi fin troppo tollerante di fronte a questa nuova ondata di violenza e responsabile di dichiarazioni superficiali ed evasive in merito a questo argomento.
Sulla decisa richiesta della Urng di scioglimento immediato di questi gruppi illegali però il governo non si è ancora pronunciato, rifiutando di chiarire di fronte all'intero paese la posizione che intende assumere e tenendo una linea di condotta abbastanza ambigua.
In questo contesto restano difficoltose le condizioni in cui lavorano i movimenti per i diritti umani, sia perché quasi nessun partito si occupa delle condizioni delle popolazioni vittime della guerra civile (che ha causato 200mila morti), sia perché la popolazione non si è ancora scordata le violenze e gli abusi (impuniti) compiuti dalle Pac (Pattuglie di Autodifesa Civile) nei confronti delle comunità. La presenza di strutture clandestine che intimidiscono continuamente la società civile hanno assunto un livello intollerabile e preoccupante, e sembra che dietro la tolleranza del governo Berger ci sia un accordo tra gli Stati Uniti e tutti paesi centroamericani per combattere la delinquenza delle "maras", le gang giovanili che sempre più stanno prendendo piede in Guatemala e El Salvador. Le operazioni di "limpieza social" di questi gruppi clandestini sarebbero utilizzate ufficialmente per combattere la delinquenza, ma in realtà sotto questo apparente obiettivo si celerebbe il tentativo nemmeno poi tanto nascosto di reprimere e intimidire le organizzazioni sociali.
Adesso spetterà al governo Berger chiarire quali sono le sue vere intenzioni.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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