Latina

Nicaragua: Occupata ancora la Procura dei diritti umani (PDDH)

Bananeros sfollati dai Corpi speciali della Polizia
4 ottobre 2005
Giorgio Trucchi

foto di G. Trucchi


Bananeros ammalati per il Nemagón in protesta e le truppe Antimotines della Polizia

Solo pochi giorni fa, i bananeros ammalati a causa del Nemagón avevano ottenuto un importante successo nella loro lotta iniziata più di sette mesi fa.
La Asamblea Nacional aveva finalmente accolto le loro richieste ed aveva iniziato a compiere gli Accordi firmati con i bananeros il 11 agosto, dopo uno sciopero della fame e della sete e l'occupazione dell'installazione della Croce Rossa nicaraguense.
Con questo risultato, i bananeros si sono avvicinati sempre di più all'epilogo di questa interminabile lotta che li ha visti impegnati per ottenere risposte concrete ai loro bisogni da parte delle istituzioni nicaraguensi.

Un punto che resta ancora in sospeso è quello del 25% del banano (vedi articolo "Deputato sandinista in Bananazo" su www.itanica.org ), per il quale i bananeros hanno chiesto da più di sette mesi un intervento diretto del Procuratore per la Difesa dei Diritti Umani, Omar Cabezas.
All'entrata a Managua il 2 marzo scorso, le migliaia di bananeros che avevano percorso 140 chilometri a piedi per raggiungere la capitale, si erano fermati davanti alla Procura dei Diritti Umani e avevano chiesto ufficialmente a Cabezas di emettere una risoluzione in difesa dei proprio diritti che, secondo loro, erano stati violati dal deputato sandinista Marcelino García (secondo un'indagine giornalistica de El Nuevo Diario, García avrebbe distribuito tra i bananeros beneficiati dal 25% delle entrate della commercializzazione delle banane, solo 10 dei 20 milioni guadagnati dalla impresa Trabanic, di cui i bananeros sono soci e si rifiuta di presentare pubblicamente i Libri contabili dell'impresa).
La pressione dei bananeros era aumentata e lo scorso 7 aprile avevano occupato la Procura dei Diritti Umani e poi firmato degli accordi con il Procuratore, il quale ha più volte garantito che avrebbe emesso la risoluzione, cosa che ad oggi non ha ancora fatto.
Una delle accuse che rivolgono al Procuratore Cabezas è di non essere imparziale, ma di attenersi alle direttive del suo partito (Fsln) e quindi di non emettere una risoluzione di accusa ad uno dei principali leader, nonché deputato, del Frente Sandinista della zona di Chinandega.
Il Procuratore Cabezas si è sempre difeso rimarcando il grande impegno della sua gestione a favore degli ammalati del Nemagón, che è sfociato in una denuncia a Ginevra presso la Commissione dei Diritti Umani della Onu e in una risoluzione di condanna del caso da parte di tutti i Procuratori dei diritti umani centroamericani.

Durante la giornata del 3 ottobre, i bananeros hanno di nuovo perso quella pazienza che, in modo ammirevole, ha permesso loro di resistere più di sette mesi alle intemperie per far valere i propri diritti ed hanno nuovamente occupato, in modo pacifico ma determinato, la Procuraduría para la Defensa de los Derechos Humanos (PDDH).
Circa sessanta persone sono arrivate all'improvviso e dopo alcune colluttazioni con le guardie private dell'istituzione, sono entrate ed hanno occupato i locali, iniziando uno sciopero della fame fino a che il Procuratore non avesse emesso la tanto attesa risoluzione.
Il Procuratore Omar Cabezas, chiuso a chiave nel suo ufficio, si è rifiutato di uscire e di ascoltare le petizioni dei bananeros ed ha invece chiamato la Polizia.
A nulla è valso l'intervento della società civile nicaraguense che ha cercato di mediare nel conflitto in atto e poco dopo è arrivato il primo contingente di poliziotti, che sono entrati nell'edificio e si sono presentati dal Procuratore per sapere quali fossero le sue decisioni.

Bananeros riuniti all'interno della PDDH Ufficio del Procuratore protetto dalla Polizia

Omar Cabezas ha infine chiesto l'intervento dei Corpi speciali antimotines per far sgomberare l'edificio e per far arrestare la gente che l'aveva occupato.
Nel giro di pochi minuti è arrivato un autobus carico di antimotines in tenuta antisommossa e la tensione è cresciuta.
Di fronte alla possibilità di uno sgombero violento, che certamente avrebbe potuto avere ripercussioni gravi per le decine di bananeros già anziani e malati, gli ex lavoratori e lavoratrici delle bananeras nicaraguensi hanno deciso di farsi arrestare, di raggiungere il Posto di Polizia a piedi scortati dai poliziotti e di iniziare là lo sciopero della fame.
All'uscita dalla Procura dei Diritti Umani, tra grida ed applausi, i bananeros hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa mentre aspettavano che la Polizia indicasse loro il posto dove sarebbero stati condotti.
Secondo Victorino Espinales, dirigente della Asotraexdan, "il Procuratore della Repubblica dei Diritti Umani ci sta facendo arrestare e noi ci andremo in modo volontario perché non vogliamo scontrarci con gli antimotines che, alla fine, non sono colpevoli di questo. Vogliamo però far sapere a tutto il Nicaragua che questo comportamento di Omar Cabezas, Procuratore dei Diritti Umani, non è diverso dal comportamento di Somoza e della sua Guardia Nacional.
Vogliamo far sapere ai mezzi di comunicazione che siamo già preparati per uno sciopero della fame da iniziare nel carcere dove ci porteranno.
Se non moriamo qui vuol dire che moriremo là dove ci portano. Che questa vergogna faccia il giro del mondo, una vergogna del Procuratore dei Diritti Umani.
Ci ha detto che ci riceverà martedì, ma non ci crediamo perché conosciamo questo tipo di giochetti.
Il principale ispiratore della Rivoluzione di questo paese, il comandante Carlos Fonseca, che è anche stato capo di Omar (Cabezas), ha detto che "dal carcere io accuso..." e oggi noi diciamo lo stesso a Omar Cabezas.
Qui il popolo del Nicaragua ha la risposta. Il signor Omar Cabezas ci sta facendo arrestare. Andiamo in prigione con dignità e principi, senza scontrarci con gli antimotines perché non siamo qui per questo, ma per riscattare i nostri diritti.
Non ci vergogniamo di uscire pacificamente perché sappiamo che la risposta la deve dare il Procuratore e sarà lui a dover gestire questa vergogna e per questo motivo deve essere destituito dalla carica che riveste perché non è degno di questo posto".
Anche Carmen Ríos, leader delle vedove del settore dei lavoratori della canna da zucchero che stanno morendo di Insufficienza renale cronica, ha rilasciato dichiarazioni molto pesanti "nemmeno il Governo e la Asamblea Nacional ci hanno trattati in questo modo, perché sanno che la nostra lotta è sempre stata pacifica e civica. Il nostro Procuratore dei Diritti Umani invece ci sta trattando in modo vergognoso. E' una vergogna per il mio Paese avere un Procuratore dei diritti umani di questo tipo" (Registrazione audio sul sito www.itanica.org )

Dopo una veloce negoziazione la Polizia non ha voluto arrestare i bananeros, probabilmente consapevole dei problemi che avrebbe generato l'inizio di uno sciopero della fame ad oltranza da parte di decine di persone già gravemente malate.
I bananeros alla fine si sono disposti su due file e sono tornati a piedi al loro accampamento, mentre in serata un membro della Procura dei diritti umani ha fatto sapere che la risoluzione verrà emessa il martedì della prossima settimana, quando ormai saranno quasi 8 i mesi di permanenza dei bananeros a Managua.
Si è conclusa così un'altra giornata piena di tensione, di quella che sembra sempre di più una storia infinita, una storia di lotta e sofferenza, una storia che dovrebbe vedere le migliaia di persone ammalate concentrare le proprie energie contro le multinazionali nordamericane colpevoli di questa tragedia e le istituzioni nicaraguensi impegnate a proteggere e sostenere i propri cittadini in questa lotta in difesa dei propri diritti calpestati.
Ma fino ad oggi sembra che queste migliaia di persone saranno costrette ad andare avanti con una lotta interna ed esterna al proprio paese.

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la risposta della PDDH

LA PROCURA PER LA DIFESA DEI DIRITTI UMANI INFORMA E DENUNCIA
DAVANTI AL POPOLO DEL NICARAGUA E ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE

INFORMIAMO:

Oggi, un gruppo di cittadini hanno occupato in modo violento le installazioni della PDDH in teoria per esigere una risoluzione sul caso del 25 per cento della privatizzazione delle bananeras del paese. Di fronte a questo fatto la Procura per la Difesa dei Diritti Umani ha delegato il Direttore di Difesa per dialogare con gli e le cittadine, alla ricerca di conoscere le loro proposte ed informare sulle ampie diligenze che la Procura per la Difesa dei Diritti Umani ha apportato, e continua ad apportare con relazione a questo tema.

Deplorevolmente questo gruppo di persone si é rifiutata di ascoltare il funzionario delegato dal Procuratore, bloccando inoltre con la forza l'accesso degli e delle cittadine umili che ogni giorno vengono in questa Procura a denunciare le violazioni ai loro diritti umani, ed intraprendendo contemporaneamente azioni vandaliche e distruttive contro l'immobile e minacciando allo stesso tempo il personale dell'istituzione.

Di fronte a questi fatti, chiariamo:

1. Questa Istituzione ha risposto opportunamente alle varie petizioni esposte dai cittadini che si trovano nell'accampamento di fronte all'Assemblea Nazionale, ed esistono documenti che comprovano le varie diligenze realizzate, le quali si trovano a disposizione di chi desideri consultarle.

2. Malgrado alcune di queste petizioni risalgano all'anno 2001 e che questo Procuratore è da appena nove mesi nell'esercizio della carica, ha dato risposte diligenti ed effettive ai diversi solleciti presentati dai vari settori colpiti: cañeros, insufficienza renale cronica, NEMAGON e banano, trovandosi questo ultimo caso in processo di Risoluzione in base alla nostra competenza istituzionale.

3. Riassumiamo le diligenze praticate:

a. Abbiamo inviato Ingiunzioni sollecitando informazioni alle varie istituzioni denunciate, le quali sono state debitamente risposte, abbiamo realizzato visite, ispezioni in situ, ispezioni documentali, interviste a querelanti e denunciati, essendo tutta questa informazione analizzata dal personale di questa Procura a carico delle indagini, per progettare e dettare le corrispondenti Risoluzioni.

b. Si sono sostenute sessioni di lavoro con vari membri del Potere Esecutivo, iniziando dal Presidente Bolaños, affinché si desse un'attenzione speciale a queste problematiche, per mezzo del compimento degli accordi de "El Raizón."

c. Il Procuratore ha mediato con il Presidente della Giunta Direttiva dell'Assemblea Nazionale, affinché i rappresentanti dell'organo legislativo sostenessero riunioni di lavoro con i denuncianti attorno alla soluzione del tema.

d. E' stata denunciata la situazione dei Diritti Umani degli e delle lavoratrici ammalate a causa del NEMAGON davanti alla massima istanza dei diritti umani del mondo, la Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, nel periodo di sessioni del mese di aprile del presente anno.

e. Si è ottenuto l'appoggio unanime del Consiglio Centroamericano dei Procuratori dei Diritti Umani, mediante risoluzione firmata nel mese di maggio 2005, da tutti i Procuratori dei Diritti Umani dell'America Centrale.

f. Si sono stabilite coordinazioni con l'Istituto Interamericano dei Diritti Umani (IIDH) ed il Centro per la Giustizia ed il Diritto Internazionale (CEJIL), per analizzare la pertinenza che la Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) conosca la problematica del caso del NEMAGON, e gli altri che lo meritino.

g. La Procura per la Difesa dei Diritti Umani ha partecipato permanentemente a tutte le sessioni di lavoro di proseguimento ed applicazione della Commissione Interistituzionale incaricata di compiere gli accordi firmati dal governo e gli ammalati.

h. Il Procuratore ha ordinato di rinforzare l'équipe della Direzione di Difesa dell'Istituzione, al fine di approfondire le indagini ed analisi per l'opportuna emissione delle Risoluzioni.

i. Il Procuratore, una volta elaborata la Risoluzione del 25 per cento della Caña, il 02 settembre si è riunito nel suo Ufficio con una commissione del settore capeggiata da Fidel Rojas, Álvaro González, Silvania Alaniz e Luís Salvador Uriarte, per comunicargli in modo diretta che il 27 settembre del 2005 nella sede dell'istituzione, gli avrei notificato la Risoluzione in Conferenza stampa.

Tuttavia, tre giorni prima (il 24 Settembre) della Conferenza stampa programmata, stranamente ed inspiegabilmente, apparvero Fidel Rojas, Hilario Calero e Victorino Espinales, sui giornali di circolazione nazionale, affermando che il Procuratore era un inetto poiché non aveva consegnato la Risoluzione, ed esigendo la consegna immediata della stessa, e chiedendo la destituzione del Procuratore. Questa condotta denota una intenzione negativa con relazione alla Procura, e verso il Procuratore in questione.

Di fronte a questi fatti presentati,

DENUNCIAMO:

1. Oggi, questi stessi dirigenti accompagnati da un gruppo di cittadini, si sono presentati causando danni all'immobile, e terrorizzando il personale che lavora ed i cittadini e cittadine che presentavano le loro denunce, aggredendo il corpo di vigilanza, nonostante conoscessero già che il Procuratore per la Difesa dei Diritti Umani, aveva fissato per martedì 11 Ottobre 2005, la notificazione e presentazione pubblica della Risoluzione della denuncia sul 25 per cento dei lavoratori del banano.

2. Questi stessi dirigenti, accompagnati da Denis Meléndez, quest'ultimo rappresentante dell'Organizzazione non Governativa CISAS, tutti riconosciuti attivisti di movimenti politici legati a partiti, sono coloro i quali hanno provocato i danni causati alla nostra Istituzione nel momento in cui l'hanno occupata violentemente, montando uno spettacolo politico con l'affanno di ottenere l'attenzione nazionale che non ha nessuna relazione con i veri interessi degli e delle lavoratrici del banano.

3. Il Procuratore per la Difesa dei Diritti Umani ribadisce che non si lascerà sottomettere né intimorire da manovre e pressioni con interessi politici o di partito di nessun tipo, con fini elettorali di qualunque movimento o partito politico che vogliano strumentalizzare le rivendicazioni sociali, approfittandosi della tragedia dei lavoratori del banano o altri settori.

4. Che giura davanti al popolo del Nicaragua che, costi quello che costi, manterrà la Procura per la Difesa dei Diritti Umani attaccata al suo mandato legale a beneficio della difesa dei diritti umani ed al margine dei conflitti mediatici della politica domestica, di gruppi e partiti.

Per concludere, desidero ribadire il nostro impegno incondizionato per la difesa dei diritti umani delle persone colpite con il tema del 25 per cento del Banano e le altre denunce relazionate.

Managua, 03 Ottobre di 2005,


Omar Cabezas Lacayo
Procuratore

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