MOJOCA
Il Mojoca (movimiento jovenes callejeros) è un movimento autogestito dai ragazzi di strada di Città del Guatemala. Mani Tese rispetta la loro scelta di vivere nella strada e appoggia coloro che ne vogliono uscire. Mojoca è completamente autogestito e funziona tramite i finanziamenti e il supporto di Mani Tese poiché le istituzioni hanno sempre ritenuto una follia l’esperimento dell’autogestione bollando tutti i ragazzi come tossicodipendenti e poco di buono.
Il Mojoca è composto da un’assemblea autogestita di giovani che eleggono 5 ragazze e 4 ragazzi: la maggioranza delle donne si spiega con il fatto che sono quelle che subiscono le maggiori violenze.
Il governo Berger intende deportare tutti i ragazzi della capitale perché vuol dare un’immmagine accogliente di Città del Guatemala ripulendola dai ragazzi di strada. Spesso la polizia rapisce i ragazzi, li picchia e li porta a oltre 200 km dalla capitale affinché non siano visti dai visitatori della città. Nonostante il tentativo di intervento per difenderli quando subiscono i pestaggi spesso è molto difficile che venga fatta giustizia poiché le targhette di riconoscimento dei poliziotti spesso sono illeggibili e inoltre un’eventuale denuncia dei ragazzi provocherebbe rappresaglie ancora più violente contro di loro da parte di quelle che in teoria dovrebbero essere le forze dell’ordine.
Esiste un vero e proprio piano di pulizia sociale in cui sono coinvolti governo e militari, come confermato dalla Procuradorìa de los derechos humanos di Città del Guatemala.
I ragazzi che decidono di lasciare la strada frequentano le scuole sorte tramite l’appoggio di Mani Tese, mentre Conalfa (organizzazione governativa di alfabetizzazione) fornisce il materiale didattico. Oltre all’attività strettamente scolastica i ragazzi frequentano corsi di falegnameria, panetteria e pasticceria. Quando un ragazzo diventa capace di assumersi le proprie responsabilità e raggiunge un certo grado di maturità e affidabilità può essere eletto nel Comitato di Gestione.
Sempre tramite Mani Tese è sorta la Casa delle Ragazze, utile per salvare le giovani dalla guerra sporca contro di loro in un paese come il Guatemala dove si verificano in media 30-40 assassini al giorno.
Il programma del Mojoca prevede l’inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro, cosa non facile visti i pregiudizi contro i ragazzi di strada: è molto raro che un datore di lavoro accetti di assumerli, ad esempio sono particolarmente umilianti le visite mediche che sono fatte ai giovani da parte delle grandi multinazionali tipo Mc Donalds che cercano manodopera scarsamente qualificata: basta un tatuaggio per essere rifiutati, cosa comune a molti dei ragazzi di strada che hanno frequentato le maras o sono stati comunque pandilleros delle bande giovanili. Anche negli ospedali della capitale i ragazzi di strada spesso vengono trattati male e visitati superficialmente, questo nel migliore dei casi.
Questo meccanismo porta spesso i ragazzi a preferire la vita di strada basata sull’elemosina o sul traffico di droga, che consente a loro di raggranellare molto più facilmente i soldi piuttosto che lavorare in una maquila (con tutti i diritti negati che ne conseguono lì dentro).
Spesso i gruppi dei ragazzi di strada sono composti anche da bambini indigeni molto piccoli che arrivano da soli nella capitale e finiscono per lavorare come domestici (e diventare così schiavi della ricca borghesia di Città del Guatemala) oppure essere inghiottiti dalle maquilas.
In Guatemala il 95% delle famiglie sono disgregate, e nella maggior parte di queste si verificano violenze domestiche. A questo proposito è nato il gruppo di mutuo appoggio delle “quetzalitas”, ragazze uscite dalla strada, molte di loro già madri, che parlano dei problemi delle giovani appena uscite dalla strada, della condizione della donna e di come educare i bambini.
Articoli correlati
- Guatemala
“Sono necessari cambiamenti strutturali”
Nuove e vecchie sfide per il Guatemala all’inizio del nuovo anno28 gennaio 2021 - Giorgio Trucchi Honduras, l'esodo della disperazione
Anno nuovo, nuove carovane migranti, vecchi mali19 gennaio 2021 - Giorgio Trucchi- In entrambi i paesi prosegue la mobilitazione contro classi politiche corrotte
Un unico grido dal Perù al Guatemala: que se vayan todos
Si tratta di levantamientos simili a quelli dell’autunno 2019 in Cile, Ecuador e Colombia21 dicembre 2020 - David Lifodi Guatemala: la pazienza è finita
Proteste contro i tagli al welfare e la dilagante corruzione26 novembre 2020 - Giorgio Trucchi
Sociale.network