Latina

Gli indigeni rifiutano la nomina dell'antropologo Mercio Pereira Gomes come relatore all'Onu per i popoli indigeni.

Brasile: il governo conduce una politica ambigua verso gli indios

Il risentimento degli indigeni brasiliani contro Mercio Pereira Gomes risale addirittura al primo mandato del governo Lula
7 agosto 2007
David Lifodi
Fonte: Adital

La politica tenuta dal governo brasiliano verso i popoli indigeni continua a far discutere e a lasciare perplessi: l'ultima decisione abbastanza opinabile presa dall'esecutivo Lula attraverso Itamaraty (la sede del Ministero degli Esteri) è stata la nomina dell'antropologo Mercio Pereira Gomes al ruolo di relatore dell'Onu per i popoli indigeni.
"La candidatura di Gomes rappresenta un affronto per i popoli indigeni poiché questo signore è stato presidente della Fundación Nacional del Indio (Funai) e nonostante abbia rivestito questa carica ha agito sempre contro i nostri interessi e le nostre rivendicazioni", è la dura denuncia della Coiab (Coordinación de las Organizaciones Indigenas de la Amazonia Brasileña) e dell'Apoinme (Articulación de los Pueblos Indigenas del Nordeste, Minas Gerais y Espiritu Santo), due tra le principali organizzazioni indigene del paese.
Il risentimento degli indigeni brasiliani contro Mercio Pereira Gomes risale addirittura al primo mandato del governo Lula, quando l'allora presidente della Funai fu il principale responsabile della riduzione della "Tierra Indigena Baù", appartenente al popolo Kaiapò, nel sud del Parà. Inoltre fu sempre lui, in un'intervista rilasciata all'agenzia di stampa Reuters, a rilasciare la seguente sconcertante dichiarazione: "Gli indiani del Brasile hanno già terre a sufficienza, pertanto le loro rivendicazioni territoriali potrebbero essere in futuro limitate". Proprio per queste motivazioni la nomina di Mercio Pereira Gomes è apparsa quantomeno fuoriluogo, per non dire un vero e proprio affronto rivolto alla sensibilità e ai diritti degli indios, che lo ritengono non solo il principale ostacolo al dialogo tra loro e il Planalto, ma anche il responsabile della mancata attuazione della Comisión Nacional de Politica Indigenista (Cnpi) nei tempi richiesti dagli indigeni. Effettivamente l'attacco degli indios nei confronti di Mercio Pereira Gomes, definito come "una minaccia agli interessi e alle aspettative dei popoli indigeni non solo del Brasile, ma di tutta l'America Latina" ha le sue ragioni. Come presidente della Funai Mercio Pereira Gomes aveva costretto al licenziamento Sidney Possuelo, dirigente della sezione della stessa Funai dedicata agli indiani isolati e da sempre difensore delle loro cause (a partire dal lavoro di demarcazione delle terre indigene)e responsabile di aver rilasciato un'intervista ad alcuni quotidiani in cui contestava le dichiarazioni del suo presidente. Il polverone sollevato dall'atteggiamento di Mercio Pereira Gomes aveva spinto la Coiab a mettere sotto accusa tutta la politica del governo Lula dedicata alla questione indigena, mentre cinque antropologi appartenenti al Consiglio Indigenista della Funai si erano dimessi per protestare contro le sue discutibili modalità di lavorare.
E' sulla base di queste premesse, quindi, che gli indigeni hanno chiesto al governo brasiliano di ritirare immediatamente la candidatura di Gomes invitando inoltre il Planalto a scegliere un altro candidato per l'Onu secondo quanto stabilisce l'Organizzazione Internazionale del lavoro, in base alla la quale gli indigeni hanno diritto ad essere precedentemente consultati prima di procedere in merito a qualsiasi problema che li riguardi.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.

Articoli correlati

  • Nubi nere sul Brasile
    Latina
    Brasilia: assalto golpista a Praça dos Três Poderes

    Nubi nere sul Brasile

    I bolsonaristi vogliono trasformare il governo Lula in un calvario e destabilizzare il paese con il sostegno dell’esercito
    9 gennaio 2023 - David Lifodi
  • Trentotto ore per Lula
    Latina
    Il Brasile dopo Bolsonaro

    Trentotto ore per Lula

    Maria Monteiro Gomes ha fatto un lungo viaggio per assistere all’investitura di Lula da Silva. È al settimo cielo. Ma cosa significa il neo presidente per il Brasile?
    7 gennaio 2023 - Niklas Franzen
  • Il Brasile che verrà
    Latina
    Democrazia e stato di diritto restano sotto l’attacco dell’odio bolsonarista

    Il Brasile che verrà

    La nomina dei ministri ha rappresentato un primo atto di rottura rispetto al passato, ma solo agendo in sintonia con i movimenti sociali nascerà davvero un nuovo Brasile.
    5 gennaio 2023 - David Lifodi
  • Brasile: finalmente Lula!
    Latina
    Adesso per il presidente si apre una partita non meno complessa di quelle affrontate finora

    Brasile: finalmente Lula!

    Con il 50,9% Lula ha sconfitto Jair Bolsonaro (49,1%) in un difficile ballottaggio. La costituzione di un composito fronte antifascista, composto anche da forze di destra non bolsonariste, ha permesso a Lula di tornare al Planalto e sconfiggere il Messia Nero.
    31 ottobre 2022 - David Lifodi
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.6.44 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)