Latina

Al centro del contendere la costruzione di una centrale idroelettrica

Guatemala: stato d'assedio a Santa Cruz Barillas

Hidro Santa Cruz scatena le guardie armate contro i civili
11 maggio 2012
David Lifodi

Otto Pérez Molina si è insediato ufficialmente alla presidenza del Guatemala dal gennaio di quest'anno: sono trascorsi solo pochi mesi, ma ha già mostrato di saper usare quella mano dura più volte sbandierata in campagna elettorale. La popolazione di Santa Cruz Barillas (dipartimento di Huehuetenango, nel nord del paese) non scorderà tanto facilmente la giornata del 1 maggio, quando l'opposizione contro una centrale idroelettrica (la Hidroeléctrica Canbalam) si è conclusa con un leader comunitario assassinato, due feriti gravi e la proclamazione dello stato d'assedio per un mese.

Hidro Santa Cruz è una multinazionale a capitale totalmente spagnolo, appartiene all'85% ad Ecoener e per il restante 15% a Hidralia: la prima è specializzata in energie rinnovabili, la seconda è dedita più strettamente alla costruzione delle dighe con la scusa di portare acqua alle popolazioni locali, vedi il recentissimo progetto Puma sviluppato in Ecuador e ratificato lo scorso 20 Aprile. Non è casuale che le comunità di Santa Cruz Barillas abbiano definito Hidro Santa Cruz una transnazionale mascherata da organizzazione legata alla cooperazione internazionale. Il 1 Maggio un gruppo di uomini armati, molto probabilmente appartenenti alle guardie armate di Hidro Santa Cruz, hanno teso una vera e propria imboscata a tre persone di spicco delle comunità, note per il loro impegno contro la costruzione della centrale idroelettrica e già minacciate in altre circostanze tramite telefonate intimidatorie o subdoli tentativi di cooptazione. Pablo Antonio Pablo Pablo, uno dei due feriti, racconta che a sparare sono stati gli agenti di sicurezza di Hidro Santa Cruz: lui si è salvato gettandosi nel fiume Canbalam, mentre Andrés Francisco Miguel è stato ucciso dalle guardie armate. A quel punto la popolazione di Santa Cruz, esasperata dall'ennesima intimidazione dell'impresa, è andata a cercare i membri della sicurezza privata al distaccamento militare, dove sembrava che si fossero nascosti. Negli scontri susseguitisi dopo il ferimento a morte di Andrés Francisco Miguel sono state arrestate 19 persone ed il presidente Molina ha decretato lo stato d'assedio. Il Frente Nacional de Lucha en Defensa de los Servicios Públicos y los Recursos Naturales (Fnl) ha criticato duramente lo stato d'assedio proclamato dal governo guatemalteco, "incapace di tutelare i diritti umani e comunitari" e responsabile di aver violato il principio di autodeterminazione dei popoli. In più circostanze le comunità di Santa Cruz Barillas avevano espresso il loro rifiuto verso la costruzione della diga Canbalam, nonostante Hidro Santa Cruz e lo stesso governo guatemalteco si fossero ben guardate dal consultare le comunità che sarebbero state danneggiate dalla centrale. Fin dal 2011 il municipio di Santa Cruz Barillas e le autorità comunitarie avevano detto a chiare lettere che non volevano la costruzione della Hidroeléctrica Canbalam: per tutta risposta Hidro Santa Cruz ha assunto un servizio di sicurezza privata. Nessun cenno, da parte della transnazionale, alle preoccupazioni delle comunità in merito all'inquinamento dell'acqua e all'alterazione dell'ambiente circostante, nemmeno un tentativo per evitare di costringere la popolazione del luogo ad emigrare altrove come sfollati ambientali. Lo stato guatemalteco ha mostrato il suo aspetto più duro e razzista quando si è trattato di appoggiare gli interessi di Hidro Santa Cruz: non solo ha abdicato alla sovranità territoriale e al diritto sulle risorse naturali, ma ha venduto la gente di Santa Cruz Barillas nelle mani di una multinazionale diretta da Luis Castro Valdivia, un amministratore delegato più volte indagato per corruzione. Inoltre, il governo guatemalteco ha sposato le tesi provocatorie di Fernando Rodríguez Alonso, il vassallo guatemalteco della transnazionale spagnola. Ecco qui una sua perla, sbandierata senza alcuna vergogna di fronte alla stampa: "Hidro Santa Cruz è vittima di un'informazione manipolata che presenta la lotta contro la centrale idroelettrica come un conflitto sociale: in realtà sono solo tre le comunità in resistenza (San Carlos, Santa Rosa e El Recreo), un gruppo di criminali manipolati dal Frente Nacional de Lucha, dal Sindicato de Trabajadores de Salud e dall'Asamblea Departamental de Huehuetenango". Così parlò Fernando Rodríguez Alonso. Nessuna scusa né intenzione di risarcire le famiglie dei feriti e del leader comunitario assassinato, ancor meno probabile sembra il ritiro delle guardie armate (forse spagnole) di Hidro Santa Cruz dal Guatemala: l'amministratore della multinazionale nel paese centroamericano probabilmente non conosce nemmeno la storia del conflicto armado, ancora ben presente nei ricordi di chi ha vissuto in prima persona le quotidiane invasioni dell'esercito nei villaggi maya durante l'operazione "Terra Bruciata", poco diversa dall'attuale arroganza con cui centinaia di poliziotti e militari sono stati spediti a Santa Cruz Barillas con l'ordine di far rispettare lo stato d'assedio per un mese. E proprio sullo stato d'assedio e sulla presenza di licenze ambientali che autorizzassero i lavori di Hidro Santa Cruz il governo si è contraddetto più volte. Otto Pérez Molina si è schierato fin dall'inizio con la multinazionale, i fatti di Santa Cruz sono un gioco da ragazzi per uno come lui, abituato a guidare gli squadroni della controinsurgencia durante gli anni più bui della dittatura militare, ma un nota del Ministero dell'Energia e delle Miniere assicura di non aver mai concesso a Hidro Santa Cruz i permessi per la costruzione della diga. Quanto allo stato d'assedio, è stato approvato solo dopo un dibattito molto acceso in cui anche partiti conservatori (ad esempio la Gran Alianza Nacional) hanno espresso notevoli perplessità.

Il governo guatemalteco dovrebbe difendere la sua popolazione e non le imprese, ma per ora lo stato d'assedio resta, al pari dell'impunità di Hidro Santa Cruz e dei sicari al soldo della multinazionale spagnola. 

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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