Brasile: esecuzione in stile mafioso ai danni di Waldomiro Costa Pereira
Eldorado dos Carajás, per i Sem terra e per tutti coloro che hanno a cuore la giustizia sociale e la lotta per la terra in Brasile, rappresenta un luogo della memoria: fu lì che, il 17 aprile 1996, si consumò uno dei peggiori massacri compiuti ai danni dei contadini senza terra. Diciannove militanti dei Sem terra furono uccisi dalla polizia militare durante una manifestazione organizzata per chiedere la riforma agraria e l'espropriazione della fazenda Macaxeira. Allora, come oggi, fu il grande latifondo a rendersi responsabile del crimine, in collaborazione con gli apparati repressivi e, ancora una volta, è lo stato del Pará a salire di nuovo agli onori della cronaca per un fatto di sangue legato alla lotta per la terra. I sicari che hanno ucciso Waldomiro Costa Pereira hanno fatto ingresso nell'ospedale bloccando i vigilanti e portando a termine una vera e propria esecuzione in stile mafioso dopo che l'uomo era già stato sottoposto ad una operazione chirurgica. Militante del Partido dos Trabalhadores, benché non fosse più un dirigente attivo dei Sem Terra, Waldomiro aveva continuato a battersi per il diritto alla terra nel Pará ed era uno dei sopravvissuti al massacro del 17 aprile 1996. Attualmente Waldomiro Costa Pereira era delegato alle pratiche agrarie della città di Paraupebas e risiedeva nell'assentamento denominato significativamente 17 de Abril, dove era stato vittima del primo agguato. Come accade nella maggior parte dei casi relativi agli attacchi contro esponenti del Movimento Sem terra e, più in generale, delle organizzazioni popolari, i responsabili dell'omicidio non sono stati identificati.
In Brasile la questione agraria rappresenta una delle maggiori cause di conflitto sociale il cui epicentro, principalmente, è lo stato del Pará e la sistematica impunità dei sicari assoldati dal grande latifondo non fa altro che gettare benzina sul fuoco di una situazione esplosiva. Attualmente, secondo i dati in possesso della Commissione Pastorale della Terra (Cpt), nel solo Pará ci sarebbero almeno 130 fazendas occupate dai Sem terra. Al tempo stesso, sempre nel Pará, dal massacro di Eldorado dos Carajás del 17 aprile 1996 sono stati assassinati 271 lavoratori rurali. Purtroppo l'impunità regna sovrana, oggi come 21 anni fa. Se è rimasta praticamente senza colpevoli la strage dei 19 contadini senza terra (gli unici a pagare furono il colonnello Mário Colares Pantoja e il maggiore José Maria Oliveira, rispettivamente con pene di 280 e 158 anni di carcere), è probabile che anche gli assassini di Waldomiro Costa Pereira resteranno a piede libero. La mancanza di prove è la giustificazione che ha permesso a gran parte dei carnefici di Eldorado dos Carajás, dal comandante della polizia militare Fabiano Lopes agli agenti in servizio quel giorno, di farla franca e lo stesso succederà per i sicari dell'ex dirigente dei Sem terra ucciso in ospedale, ammesso che vengano trovati. Al tempo stesso, assume un valore fortemente simbolico che sia nel caso di Waldomiro Costa Pereira sia in quello dei 19 senza terra uccisi (altri due moriranno anni dopo per le ferite riportate e 67 resteranno gravemente feriti), rimanga sullo sfondo un Brasile dove la struttura di potere non è cambiata, ma si è consolidata in maniera escludente, anche all'epoca delle presidenze petiste.
La bancada ruralista, guidata tra gli altri da Kátia Abreu e da altri esponenti dei settori più reazionari della società brasiliana, a cui il Partido dos Trabalhadores si era sciaguratamente avvicinato nel disperato tentativo di mantenersi al Planalto ed evitare il ritorno delle destre, cedendo al tempo stesso ogni giorno di più sul tema dei diritti civili, politici e sociali, si è piano piano riappropriata di un paese che, nonostante la parentesi lulista, ha visto prevalere sul territorio sempre l'oligarchia terrateniente. Amir Gabriel, governatore del Pará all'epoca del massacro di Eldorado dos Carajás, al pari di tutti gli esponenti del suo governo, non è mai stato coinvolto in inchieste di alcun tipo, così come i 153 poliziotti.
Nel mese di aprile i Sem terra daranno vita, ancora una volta, all'Abril Vermelho, stavolta sotto la presidenza del golpista Michel Temer, ma con la morte del cuore per l'ennesima scomparsa di un altro loro compagno, Waldomiro Costa Pereira.
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.
Articoli correlati
- Brasilia: assalto golpista a Praça dos Três Poderes
Nubi nere sul Brasile
I bolsonaristi vogliono trasformare il governo Lula in un calvario e destabilizzare il paese con il sostegno dell’esercito9 gennaio 2023 - David Lifodi - Il Brasile dopo Bolsonaro
Trentotto ore per Lula
Maria Monteiro Gomes ha fatto un lungo viaggio per assistere all’investitura di Lula da Silva. È al settimo cielo. Ma cosa significa il neo presidente per il Brasile?7 gennaio 2023 - Niklas Franzen - Democrazia e stato di diritto restano sotto l’attacco dell’odio bolsonarista
Il Brasile che verrà
La nomina dei ministri ha rappresentato un primo atto di rottura rispetto al passato, ma solo agendo in sintonia con i movimenti sociali nascerà davvero un nuovo Brasile.5 gennaio 2023 - David Lifodi - Adesso per il presidente si apre una partita non meno complessa di quelle affrontate finora
Brasile: finalmente Lula!
Con il 50,9% Lula ha sconfitto Jair Bolsonaro (49,1%) in un difficile ballottaggio. La costituzione di un composito fronte antifascista, composto anche da forze di destra non bolsonariste, ha permesso a Lula di tornare al Planalto e sconfiggere il Messia Nero.31 ottobre 2022 - David Lifodi
Sociale.network