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Brasile: via Campesina lancia l'allarme, i negoziatori brasiliani stanno tradendo gli interessi del popolo brasiliano nei negoziati mercosur-UE

27 settembre 2004
Joao Pedro Stedile
Fonte: Via Campesina


Durante tutta la settimana dal 20 al 24 di settembre si sono riuniti a
Bruxelles i negoziatori del Mercosud, tra di loro il Brasile, e i
negoziatori dell¹Unione Europea, per presentare le offerte di tariffe e
processi di integrazione. Gli accordi, negoziati ora nelle commissioni di
tecnici, saranno poi controfirmati in una riunione Ministeriale dal 20 al 24
ottobre a Brasilia. La fretta, nella stesura di questi accordi, realizzati
senza nessuna trasparenza o consultazioni della società brasiliana, si deve
a pressioni degli Europei, che hanno il mandato per negoziare fino al 31
ottobre e quindi, prima di cambiare i negoziatori, vogliono chiudere
l¹accordo con il Mercosud.
Se nei negoziati sull¹ALCA, i diplomatici brasiliani si sono comportati
prudentemente, nel caso dell¹Unione Europea si sono comportati come mercanti
di seconda categoria, vendendo la patria senza rispettare o consultare
nessun settore della nostra società.
Pare che i nostri ³negoziatori² o ³liquidatori², capitanati da
rappresentanti del Ministero dell¹Industria e Commercio e da gruppi
economici che sognano soltanto di esportare un po¹ di zucchero, un po¹ di
alcool, un po¹ di carne di pollo in più, non abbiano tuttavia ottenuto
nessun vantaggio in più. E, in cambio, hanno ceduto all¹apertura di tutti i
nostro mercati. Le transnazionali europee sono soddisfatte. I posti di
lavoro dei brasiliani, che vadano in malora. Il grado di arrendevolezza è
stato tale che, vergognandosene, il rappresentante del Ministero dello
sviluppo Agrario si è ritirato dai negoziati per protesta.
Leggete qui sotto i risultati.

1. NATURA dell¹ACCORDO CHE SI STA NEGOZIANDO
L¹accordo biregionale tra il Mercosud e l¹Unione Europea presenta, dal
momento della sua concezione, uno ³scambio² tra gli interessi offensivi del
Mercosud in agricoltura - di coloro che sognano di accrescere le loro
vendite in Europa - e l¹abbandono dei nostri mercati alle imprese
industriali e di servizi dell¹Europa. L¹interesse offensivo dei negoziatori
brasiliani si concentra su alcune materie prime agricole, come: carni,
zucchero, alcool e caffè. A sua volta l¹interesse degli europei si concentra
su prodotti di maggior valore aggiunto e sui temi degli investimenti,
servizi,acquisti dei governi, proprietà intellettuale, vini e beni
industriali.
Il Presidente della Commissione Europea Romano Prodi, e i suoi
commissari, termineranno il loro mandato il 31 ottobre, quando una nuova
équipe, in rappresentanza dell¹Europa dei 25 assumerà i negoziati. Per
questo motivo c¹è fretta nel chiudere un Accordo prima di questa data.
Poiché la società brasiliana concentra la sua attenzione sulle elezioni e
c¹è una certa dispersione dei movimenti sociali, i ³rappresentanti² del
governo hanno approfittato di questo clima per accelerare il processo di
negoziazione tra Mercosud e Unione Europea a spron battuto, senza nessuna
trasparenza, senza nessuna legittimità politica e senza nessuna
consultazione previa dei settori produttivi della società. Non crediamo che
la potente FIESP sia d¹accordo con questi procedimenti che porteranno alla
liquidazione di parte della nostra industria nazionale.
Non sono stati portati avanti dialoghi settoriali con coloro che saranno
particolarmente colpiti dall¹Accordo, né ci sono studi tecnici che valutino
il suo impatto sul mercato del lavoro brasiliano.
Leggete i casi più emblematici di arrendevolezza nell¹Accordo che è in
corso di negoziazione.

2. ACCESSO AI MERCATI
Il Brasile ha offerto il 90% di accesso al nostro mercato, il che
implica, nella pratica, che i prodotti europei entreranno senza pagare dazi,
ossia tariffa zero di importazione in Brasile in 10 anni. Uno dei casi più
preoccupanti e patetici è quello del latte, che è considerato prodotto
sensibile dal Mercosud e prevedeva oggi una tassa del 27% per l¹ingresso in
Brasile e nel Mercosud del latte europeo. Tuttavia la lista delle eccezioni
rispetto a prodotti riconosciuti come sensibili del Mercosud non viene
applicata all¹Accordo biregionale.L¹agricoltura familiare/contadina
brasiliana è responsabile dell¹82% degli 1,8 milioni di stabilimenti
produttori di latte in Brasile e almeno dell¹80% della produzione. Se
l¹Accordo fosse firmato oggi, l¹aliquota di importazione del latte, che è
del 27% passerebbe allo 0%. L¹importazione che oggi è già alta, soprattutto
rispetto al latte in polvere e al siero in polvere, sarebbe disastrosa e
colpirebbe gravemente i prezzi nazionali e la vita di milioni di piccoli
agricoltori. Certamente, più di un milione di piccoli agricoltori che
producono oggi circa 30 litri al giorno, non avrebbero condizioni di
produttività per competere con gli europei e fallirebbero, perdendo il
lavoro e ingrossando le fila dell¹esodo rurale. Lo stesso si può applicare
alla produzione di cipolle, aglio, vini e pesche, tra gli altri. Tutto
prodotto da piccoli proprietari. Con la firma dell¹Accordo, avremo un
incremento dell¹esodo rurale in Brasile.
Altro esempio dei vantaggi disuguali che possono derivare dall¹Accordo
riguarda il settore delle carni: gli europei ci offrono quote minori
rispetto a quanto abbiamo già esportato oggi, cioè 116 mila tonnellate,
quando già abbiamo esportato 275.000 tonnellate. Se non bastasse questo,
questa quota è offerta non in una volta sola ma in tappe, lungo 10 anni, per
i quattro soci del Blocco. Ossia, anche consegnando i nostri mercati, nella
illusione che gli europei aprano il loro mercato per quote maggiori di
esportazioni agricole, rispetto alle quali abbiamo migliori condizioni di
produzione, anche lì loro si proteggono mentre il governo brasiliano
consegna tutto.
Oltre a questo, propongono inoltre un meccanismo che aumenta la tariffa
quando le esportazioni vanno crescendo. Questo significa che, quanto più
esportiamo maggiore sarà la tariffa. Di questa situazione beneficia solo chi
già esporta carni verso l¹Europa; guadagnerà di più per esportare meno, non
essendoci una reale apertura di mercati per nuovi produttori e nessuna
differenza nella quantità esportata in funzione dell¹accordo.

Un altro punto grave della negoziazione è il tema dei sussidi
all¹esportazione. Il sussidio europeo per l¹esportazione di latte è di 1,7
miliardi di euro per quest¹anno (2004) e 1,2 miliardi di euro per il 2005.
Non c¹è nessun accordo nel negoziato su come affrontare questo tema, su come
proteggere la nostra Agricoltura Familiare da questo volume di sussidi. Non
c¹è nessun accordo neanche sulle salvaguardie contro i colpi della
importazione di prodotti agricoli sussidiati.

3. SETTORE DEI SERVIZI
Nel settore dei servizi la situazione è ancora più grave e ci interessa
come brasiliani anche se non c¹è una relazione diretta con l¹agricoltura. Ma
il Brasile si sta aprendo totalmente, nei settori delle telecomunicazioni,
servizi ambientali, finanziari, bancari e delle assicurazioni. Questo
significa che le imprese transnazionali potranno operare senza nessuna
restrizione o condizionamento in tutte le aree, controllare questi mercati
che sono strategici per il futuro del paese. E quel che è peggio è che
flessibilizziamo aree di alto valore aggiunto. Non c¹è nessuna apertura
degli europei che permetta l¹accesso dei nostri prodotti con valore aggiunto
in concorrenza con loro.

4. AREA DEGLI INVESTIMENTI
L¹Accordo Mercosud ­ UE sarebbe il primo impegno internazionale che il
Brasile assumerebbe nel settore degli investimenti. Al di là del fatto che
il Brasile sia oggi un paese aperto agli investimenti stranieri, un Accordo
in questo senso sottrarrebbe il potere di decisione del Governo di legislare
e controllare per proteggere gli interessi nazionali quando fosse
necessario.
Nella offerta iniziale, il Governo brasiliano ha introdotto restrizioni
agli investimenti stranieri in agricoltura che potessero, eventualmente,
compromettere le politiche nazionali per la realizzazione della riforma
agraria, puntando soprattutto a proteggere il PRONAF (Programma Nazionale di
Rafforzamento dell¹Agricoltura Familiare) e ha mantenuto misure restrittive
rispetto all¹acquisizione di terre da parte di stranieri. Tuttavia, la UE ha
consegnato un documento a Itamaraty in cui chiede la rimozione della
restrizione relativa alla ³riforma agraria² e all¹agricoltura , tra le
altre.


5. PROPRIETA¹ INTELLETTUALE
La proposta comunitaria già supera e di molto i livelli stabiliti nei
TRIPs, decisi nell¹ambito dell¹ OMC. Per esempio: la UE fa pressione perché
sia inclusa nell¹Accordo la protezione di prodotti come il formaggio
parmigiano. Vogliono obbligarci a seguire regole di proprietà intellettuale
al di là di quel che il paese può accettare.
E¹ importante ricordare che la legislazione comunitaria sulla protezione
delle Indicazioni Geografiche è oggi oggetto di un painel del WTO promosso
dagli USA e dall¹Australia contro la UE, con Brasile e Argentina come terze
parti interessate.
Gli europei vogliano anche garantire la proprietà intellettuale relativa
alla indicazione geografica di vini, formaggi, prosciutti ecc; Questo
equivale a dire che non potremo produrre nessun tipo di formaggio
parmigiano, gorgonzola ecc. poiché queste Indicazioni Geografiche sarebbero
già brevetti europei. Né potremo commercializzare la nostra ³mortadella²
perché ³mortadella Bologna² è protetta attraverso l¹Identificazione
Geografica.
Così, quello che gli europei non sono riusciti ad ottenere nell¹ambito
del WTO, che stabilisce più restrizioni e condizioni migliori per tutti i
paesi, nel caso dell¹Accordo UE-Mercosud, sono riusciti ad imporci tutte le
restrizioni per proteggere i loro interessi e remunerare i loro prodotti.
Ossia l¹Accordo è peggiore rispetto a quel che avevamo negoziato al WTO.

5. ACQUISTI DEI GOVERNI
Il Mercosud ha privilegiato gli europei, in relazione a altri paesi e
regioni, rispetto agli acquisti pubblici per mezzo del meccanismo di
consultazione e trasparenza. Questo significa che ogni volta che ci sarà un
acquisto pubblico, gli europei avranno il diritto di sollecitare una
consultazione. Se la partecipazione degli europei sarà rifiutata nella
licitazione, dovranno essere informati formalmente. A prima vista, il
meccanismo sembra inoffensivo, ma sarà che, dopo alcuni rifiuti,
sopporteremo la pressione degli europei nei confronti dell¹apertura dei
nostri acquisti governativi?
Questo significa che dopo la firma dell¹accordo, tutti gli acquisti
pubblici, al di sopra di un certo valore, dovranno avere non solo una gara
d¹appalto internazionale ma l¹Accordo dà il diritto agli Europei di avere
una preferenza nella gara rispetto agli altri.

E ovviamente in diverse aree di forniture essi possono competere in
migliori condizioni rispetto alla nostra industria e cosi disputare gli
investimenti pubblici in infrastrutture.

6. CONCLUSIONI
Se la diplomazia brasiliana ha saputo fermare i negoziati sull¹ALCA
perché non rispondevano alle attese e alle necessità dei brasiliani come
progetto di sviluppo sostenibile e indipendente, perché lasciamo che vada
avanti l¹Accordo con gli europei, che nella pratica sta diventando molto
peggio dell¹ALCA?
Ma al di là dei confronti con l¹ALCA, questo accordo mette a rischio
settori importanti dell¹agricoltura familiare, della nostra industria e dei
servizi. Mette a rischio i posti di lavoro di milioni di brasiliani. E non
ci guadagnamo niente, solo l¹illusione del libero commercio. Si tratta in
realtà di un neo-colonialismo vergognoso che esige una immediata reazione
della società brasiliana, dei settori sociali organizzati.

Non possiamo tacere di fronte a questo vergognoso assoggettamento degli
interessi del popolo brasiliano al capitale europeo, praticato dai
negoziatori che dovrebbero essere chiamati ³liquidatori², ai quali non
compete nessuna legittimità di rappresentarci.

A New York, il Presidente Lula ha affermato l¹importanza della sicurezza
alimentare e della giustizia sociale. Tuttavia, l¹Accordo Mercosud - Unione
Europea mette in discussione la nostra sicurezza alimentare e, quindi la
nostra sovranità. Una volta di più l¹uomo delle campagne e il popolo
brasiliano, i posti di lavoro dei nostri lavoratori pagano il prezzo
dell¹apertura commerciale, in cambio di dubbiosi vantaggi per alcuni, pochi
settori esportatori.

Speriamo che il governo brasilano onori i suoi impegni della campagna
elettorale con il popolo brasiliano e sostenga almeno il nostro lavoro. Quel
che è in gioco sono la nostra sovranità e il nostro futuro come paese. E¹ in
gioco un progetto di sviluppo nazionale.

La parola al governo brasiliano

Note: traduzione a cura del Comitato Italiano MST

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