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«No coop nel cpt di Lampedusa»

Palermo, la Rete antirazzista occupa la sede di Legacoop. E ottiene un mezzo passo indietro
14 aprile 2007
Ma.Gi.
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

La protesta della Rete antirazzista siciliana non è stata del tutto inutile. Certo, bisognerà vedere cosa accadrà lunedì prossimo, quando i vertici regionali della Legacoop incontreranno i responsabili delle due cooperative che si apprestano a gestire il Cpt di Lampedusa, ma intanto è da registrare la disponibilità dei dirigenti stessi della Lega siciliana a fare un passo indietro qualora il progetto di gestione del Cpt risultasse incompatibile con i nostri valori».
Lo dice Filippo Parrino, responsabile servizi sociali della Legacoop Sicilia al termine dell'incontro con il gruppo di manifestanti che ieri mattina a Palermo, armati di striscioni e megafoni, ha occupato simbolicamente gli uffici regionali della Lega in via Borrelli: «E' stato un incontro cordiale - racconta Parrino - e abbiamo ribadito il nostro punto di vista sulla necessità di superare i centri di permanenza per immigrati. Nelle strutture in cui operiamo, siano esse sanitarie o di assistenza, il nostro deve essere sempre quello di migliorare i servizi sociali. Se il progetto che nostre due affiliate che hanno partecipato e vinto il bando di gara per gestire il Cpt di Lampedusa non ci convincerà, le inviteremo senza problemi a fare un passo indietro».
Le due affiliate della Lega che hanno vinto l'appalto, e che da lunedì 16 aprile dovrebbero prendere il posto della Misericordia nel centro di permanenza lampedusano, sono la coop sociale Sisifo di Palermo e la Blu coop di Agrigento, che hanno formato il consorzio «Accoglienza Lampedusa». «Non potevamo impedire alle nostre coop di partecipare al bando - dice ancora Parrino - però, ripeto, vogliamo capire cosa propongono per migliorare i servizi nel centro e per questa motivo le abbiamo convocate per lunedì». Dello stesso avviso si è detto anche il presidente della Legacoop siciliana Elio San Filippo, presente all'incontro con gli occupanti i quali, pur apprezzando l'«apertura di un dialogo», restano in attesa. «Ci riterremo soddisfatti di questo incontro soltanto se si arriverà alla revoca della convenzione, se in altre parole la Lega saprà rompere il processo di legittimazione dei cpt - dice Totò Cavalieri, della Rete antirazzista siciliana - E' stato abbondantemente dimostrato che sono luoghi di detenzione in cui si violano costantemente i diritti umani, e per noi è impossibile umanizzare strutture circondate dal filo spinato migliorando i servizi. Sappiamo che anche all'interno della Lega è in corso una riflessione generale sui cpt. Il caso Lampedusa è un'occasione per dare un segnale di rottura. Staremo a vedere».

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