La Grande Verità

Invito alla firma della lettera alla RAI su “La Grande Bugia – Eritrea andata e ritorno”

Richiesta di replica e chiarimento urgente sul documentario “La Grande Bugia – Eritrea andata e ritorno”, trasmesso su Rai3
19 luglio 2025
Cittadine e cittadini eritrei rifugiati in Italia

Migranti

Abbiamo scritto una lettera aperta alla Direzione di Rai3 per esprimere la nostra profonda preoccupazione e indignazione per i contenuti del documentario “La Grande Bugia – Eritrea andata e ritorno”, andato in onda il 15 luglio 2025. La trasmissione, a nostro avviso, diffonde una narrazione distorta e pericolosa sulla realtà eritrea e sulla diaspora, legittimando di fatto la propaganda del regime di Asmara e delegittimando l’esperienza di migliaia di veri rifugiati politici.
Invitiamo tutte le persone, associazioni, realtà della società civile, studiosi, giornalisti, attivisti e rappresentanti istituzionali che condividono il contenuto della nostra lettera e i principi che la ispirano, a sottoscriverla pubblicamente.
È possibile firmare come singoli cittadini o a nome di enti/associazioni/organizzazioni, specificandolo nel modulo (https://forms.gle/ZkM2DYXgQdSCAn5T9).
Ogni firma è per noi importante: è un gesto di solidarietà e un contributo alla tutela della verità, della dignità dei rifugiati, della libertà di informazione e del dovere di responsabilità che spetta al servizio pubblico radiotelevisivo.

Grazie per il vostro sostegno.

I promotori della lettera

Eritrea    Democratica

Siamo un gruppo di cittadine e cittadini eritrei rifugiati in Italia, profondamente colpiti, indignati e feriti dalla trasmissione del documentario “La Grande Bugia – Eritrea andata e ritorno” di Francesca Ronchin e Salomon Mebrahtu, che è andata in onda su Rai3, servizio pubblico radiotelevisivo. https://www.raiplay.it/video/2025/07/La-grande-bugia---Eritrea-andata-e-ritorno---15072025-d79bb56a-cad6-46ca-b35b-11cae9e6834f.html

Il documentario in questione non solo veicola un messaggio profondamente distorto e fuorviante sulla realtà eritrea, ma si configura come un prodotto costruito con la complicità, diretta o indiretta, del regime di Asmara, che da anni opera anche in Europa con modalità intimidatorie, manipolatorie e propagandistiche, spesso infiltrando nelle comunità della diaspora finti profughi, personaggi compiacenti, informatori o addirittura provocatori.

Molti degli intervistati nel documentario, benché presentati come eritrei incontrati o contattati a caso, mostrano appunto, con le loro dichiarazioni, di essere favorevoli se non addirittura collaboratori del regime. Pur avendo ottenuto, in alcuni casi, protezione internazionale in Italia dichiarando di essere fuggiti dall’Eritrea per sottrarsi a violenze e soprusi di ogni genere, infatti, danno della diaspora esattamente l’immagine dipinta ormai da anni proprio dalla dittatura, contraddicendo apertamente quello che loro stessi hanno dichiarato alle autorità italiane come richiedenti asilo. E questo – come più volte denunciato dentro e fuori la diaspora, anche in sedi istituzionali – è esattamente il comportamento di numerosi finti esuli i quali, ottenuto lo status di rifugiato, tornano a lavorare attivamente in Italia per il partito PFDJ e per la propaganda del regime.

In altri casi, in verità più sporadici, si ha invece la forte sensazione che certe testimonianze siano state usate in modo parziale, tagliate e strumentalizzate, senza alcun rispetto per la complessità e la verità dell’esperienza delle persone intervistate.

La realtà della diaspora eritrea in Italia è molto complessa. In sintesi si può parlare di due comparti distinti. Il primo è quello “storico” nato con la guerra trentennale d’indipendenza contro l’Etiopia, tra il 1961 e il 1991. L’altro è quello degli esuli fuggiti via via più numerosi dalla dittatura che si è insediata ad Asmara: in particolare a partire dal 2001, l’anno in cui, il 18 ottobre, c’è stato il colpo di stato definitivo.

E’ nel primo comparto, giunto ormai alla terza generazione, che sono più numerosi, per tutta una serie di ragioni, gli eritrei favorevoli al regime. Il secondo, al netto delle infiltrazioni di sui si è accennato, alimentate dal governo di Asmara, è composto in larghissima parte, in Italia come in tutta Europa, da rifugiati politici veri, che hanno scelto la via dell’esilio per sottrarsi a uno dei regimi più repressivi del mondo, caratterizzato da:

  • Congelamento sine die della costituzione del 1997 nata dalla guerra    d’indipendenza   

  • soppressione    di tutti i partiti politici e sindacati

  • servizio militare a tempo indefinito e lavoro schiavo

  • violazioni sistematiche dei diritti umani;

  • repressione della libertà politica, di espressione, culto, stampa;

  • arresti arbitrari e torture.

Migliaia di persone sono morte attraversando il deserto e il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. E i fortunati che sono riusciti a fuggire da una dittatura asfissiante, sapevano in partenza che avrebbero dovuto tagliare tutti i ponti con la propria terra fino a quando ci sarà questa dittatura, contro cui molti continuano a battersi. Altroché “rientro per turismo”!

Chi ha avuto il coraggio di rompere con quel sistema, oggi si ritrova diffamato pubblicamente da un prodotto della TV di stato, mentre chi è favorevole o addirittura lavora per conto del regime viene legittimato, valorizzato, perfino intervistato come voce “neutrale” o rappresentativa della intera comunità.

Chiediamo quindi formalmente alla RAI:

  • Di fornire una replica pubblica che chiarisca il processo di produzione del documentario e le fonti utilizzate.

  • Di ospitare un contraddittorio in cui le persone effettivamente fuggite dalla dittatura possano spiegare la loro esperienza, oggi completamente oscurata.

  • Di valutare l’avvio di una verifica editoriale interna sui criteri con cui sono stati selezionati i soggetti intervistati, e sugli eventuali legami con entità istituzionali eritree.

Chiediamo inoltre alle istituzioni italiane:

  • di verificare lo status di protezione internazionale di quei cittadini eritrei che:

    • tornano regolarmente in Eritrea, in contraddizione con i motivi per cui    hanno ottenuto l’asilo;

    • collaborano apertamente con il regime, organizzando o partecipando a eventi o attività di propaganda in Italia ed Europa;

    • di revocare la protezione nei casi di evidente abuso o falsificazione;

  • di rafforzare i controlli in collaborazione con l’Agenzia per l’asilo, la magistratura e le autorità competenti.   

  • di verificare se a servizio degli organi istituzionali ci siano interpreti e mediatori culturali eritrei favorevoli al regime che potrebbero aver favorito e facilitato la concessione dello status di rifugiato a falsi esuli o, viceversa, ostacolato i veri oppositori della dittatura   

  • di verificare nella comunità della diaspora chi paga la tassa del 2% sul reddito pretesa dal Governo di Asmara da tutti gli eritrei all’estero: un balzello illegale e indebito già perseguito in altri Paesi occidentali e che è una sorta di    spartiacque tra chi sostiene e chi combatte davvero il regime.

Il nostro obiettivo non è la polemica, ma la difesa della verità e della dignità di migliaia di rifugiati onesti, che stanno costruendo con fatica un futuro in questo Paese, nel rispetto delle sue leggi, dei suoi valori, e della sua Costituzione.

Questa trasmissione è una macchia sulla credibilità di chi accoglie. È un'offesa per chi ha sofferto e continua a vivere con traumi profondi.
Ma è anche un’occasione, se ben gestita, per fare chiarezza e porre fine a un ambiguità che da troppo tempo viene tollerata.

In attesa di riscontro rimaniamo disponibili a ulteriori chiarimenti

Note: Eritrea Democratica
https://eritreademocratica.wordpress.com/
https://www.facebook.com/coordinamentoeritreademocratica?fref=ts
coord.eritreademocratica@gmail.com
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