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Il ''Comitato dei 2 no'' di Taranto organizza un incontro su ''Base militare e rischio nucleare''.

Si discute dei rischi delle dispersioni radioattive in mare, dei processi di militarizzazione del territorio e del ruolo della città.
Daniele Marescotti2 giugno 2005
Fonte: agenzia stampa Redattore Sociale

Il 2 giugno a Taranto si terrà un incontro su “Base militare e rischio nucleare”. Il convegno avrà luogo nella Sala Paolo VI della Parrocchia S.Antonio. I punti su cui si discuterà sono: i rischi delle dispersioni radioattive in mare, i processi di militarizzazione del territorio e il ruolo che svolge Taranto nell'era della guerra permanente.

Ad organizzarlo è il “Comitato dei 2 NO” (No al rischio nucleare e No ad ogni altro insediamento militare a Taranto), un coordinamento di associazioni che da due anni portano avanti la lotta a Taranto contro il previsto insediamento del comando della VI Flotta Usa. Ad introdurre sarà Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink. Interverranno alla tavola rotonda Piero Castoro (Comitati Alta Murgia); Alessandro Cobianchi (Arci Puglia); Massimiliano Piscitelli (Legambiente Puglia) e Michele Losappio (Assessore Ambiente Regione Puglia).

Particolarmente atteso è l’intervento di Mauro Cristaldi, docente di biologia alla Sapienza di Roma e membro del Comitato Scienziate e Scienziati contro la Guerra. Fra gli invitati anche Rosanna Di Bello (Sindaco di Taranto) e Gianni Florido (Presidente Amministrazione Provinciale).

“Esiste già un piano di emergenza in caso di incidente nucleare ma esso non viene reso noto alla città. Tutto questo contrasta con un’idea di sviluppo sociale, economico e culturale che garantisca a Taranto un futuro”, dichiarano gli organizzatori dell’incontro che chiedono l’applicazione integrale del decreto legislativo 230/95 con cui si prevede un obbligo di informazione alle popolazioni interessate al rischio nucleare. Attualmente vi sono 10 porti in Italia esposti a rischio nucleare: La Maddalena, La Spezia, Livorno, Gaeta, Castellammare di Stabia, Napoli, Augusta, Brindisi, Taranto, Trieste. Recentemente, grazie alla pressione di un militante pacifista di Pax Christi, Antonello Repetto, il Prefetto di Cagliari ha comunicato l’esclusione di Cagliari dalla lista dei porti a rischio nucleare.

A proposito dei rischi connessi al transito dei sottomarini a propulsione nucleare ha dichiarato Alessandro Marescotti: “Chi fosse convinto che i sottomarini a propulsione nucleare sono "sicuri" dovrebbe sapere che in nessuna parte del mondo un reattore nucleare civile ha la licenza di funzionare con cariche di esplosivo a pochi metri di distanza, come succede invece sui sottomarini che portano con sé siluri e missili stivati assieme al reattore nucleare”.

La Nato ha programmato tra la fine di giugno e l'inizio di luglio nel Golfo di Taranto la simulazione dell'affondamento di un sottomarino. Lo scopo dell'esercitazione Nato, che è denominata Sorbet Royal 2005, consiste nel salvataggio dei militari. Tuttavia “l'esercitazione non prevede l'evacuazione della popolazione civile, che in caso di incidente nucleare verrebbe coinvolta”, annota Giovanni Matichecchia, animatore di Tarantosociale, un coordinamento di associazioni joniche. Di qui la mobilitazione, anche a Taranto, dei gruppi pacifisti che da tempo svolgono un'intensa attività di mobilitazione e documentazione.

Note: Per gentile concessione dell'agenzia stampa Redattore Sociale
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