Undici giorni dopo la sanguinosa repressione delle proteste in Vietnam Ancora ignoto il destino degli indigeni scomparsi
L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si è appellata all'Unione
Europea perché si impegni per la liberazione di decina di indigeni cristiani
arrestati e per l'istituzione di indagini internazionali indipendenti sui
massacri di indigeni avvenuti undici giorni fa in Vietnam. Dopo molte
smentite, le autorità vietnamite hanno finalmente ammesso che due indigeni
Dega sono morti durante la repressione delle proteste nel Vietnam centrale
mentre sono rimasti feriti 80 poliziotti e soldati. In realtà però i
manifestanti morti sono molti di più e decine di persone sono state
arrestate. Testimoni oculari contattati telefonicamente dalle regioni di Dak
Lak e Gia Lai, per giorni isolate dal mondo, raccontano che l''esercito ha
sparato sulla folla di manifestanti e ha poi rimosso i cadaveri con i
bulldozer. La spirale di violenza è scattata quando nei giorni tra il 10 e
l'11 aprile le forze dell'ordine vietnamite hanno tentato di impedire con le
armi le proteste di migliaia di indigeni in maggioranza protestanti per la
violazione dei loro diritti di terra e della loro libertà religiosa.
La provincia vietnamita di Dak Lak è un'importante zona di coltivazione del
caffè. Dal 1995 decine di migliaia di indigeni delle regioni montuose del
Vietnam centrale soffrono la progressiva perdita delle loro terre
tradizionali a favore delle piantagioni di caffè gestite principalmente da
persone appartenenti al gruppo etnico maggioritario e provenienti dalle
pianure. Le proteste degli indigeni si rivolgono contro la violazione dei
loro diritti tradizionali alla terra e contro la repressione a causa loro
credo religioso.
Nonostante la costituzione Vietnamita e i decreti governativi garantiscano
la libertà religiosa, i Protestanti, Cattolici e anche Buddisti vietnamiti
subiscono costanti aggressioni, chiese e tempi vengono chiusi, sacerdoti e
credenti sono arbitrariamente arrestati. Circa due terzi dei protestanti
vietnamiti sono indigeni. Solo l'1,2% della popolazione vietnamita è
protestante, il 10% è cattolica.
L'APM definisce "assurde" le accuse delle autorità vietnamite secondo cui
indigeni esiliati negli USA abbiano fomentato le proteste promettendo denaro
ai partecipanti alle manifestazioni. É piuttosto vero che gli indigeni
subiscono un continuo peggioramento delle loro ormai drammatiche condizioni
di vita, tanto da spingerli alle proteste.
Articoli correlati
- E' stato economista, attivista e analista militare statunitense
E' morto Daniel Ellsberg, l'uomo che rivelò i segreti della guerra del Vietnam
Divulgando i Pentagon Papers fece scoprire le bugie della Casa Bianca sul Vietnam. Si era espresso anche contro l'intervento militare in Iraq e più di recente contro l'invio di armi all'Ucraina. Aveva 92 anni.16 giugno 2023 - Redazione PeaceLink - "Uccidi, uccidi, uccidi", urlavano le reclute per tutto l'addestramento
La guerra del Vietnam raccontata dal giornalista investigativo Nick Turse
Il generale americano Julian Ewell era chiamato il "macellaio". La mutilazione dei nemici era tollerata. Ma perché i marines tagliavano a pezzi le vittime? Basandosi su documenti riservati e su testimoni americani e vietnamiti, Turse ricostruisce la storia. Ma ne emerge anche un lato "pacifista".10 aprile 2022 - Alessandro Marescotti - Una foto simbolo, scattata in Vietnam l’8 giugno 1972, mobilitò il pacifismo americano
Kim, la «bimba del napalm» ustionata a nove anni, racconta la sua storia
Mi si avvicinò e mi disse: «Sono stato il capitano che ha coordinato il bombardamento al napalm. Mi vuoi perdonare, Kim?». Gli tesi la mano, lo fissai dritto negli occhi e gli dissi: «Io la perdono».Roberto Rosano - Il bisogno di dire la verità sulla guerra
Afghanistan: i giorni delle menzogne devono finire
Avete visto il bel film di Steven Spielberg "The Post" sulle menzogne del governo USA sulla guerra nel Vietnam? Mentre lo guardate immaginate l'Afghanistan.16 marzo 2018 - Alessandro Marescotti
Sociale.network