Palestina

Cari cittadini d’Israele, è possibile che non vediate?

La corresponsabilità dei singoli nelle politiche antipalestinesi
17 settembre 2006
Amira Hass (corrispondente da Ramallah del quotidiano israeliano Ha’aretz è l’unica giornalista israeliana ad avere mai vissuto nei Territori palestinesi)
Fonte: Liberazione (http://www.liberazione.it)

Lasciamo perdere gli israeliani la cui ideologia sostiene l’espropriazioni nei confronti del popolo palestinese solo perchè «Dio ha scelto noi». Non parliamo dei giudici che nascondono e ripuliscono la politica militare delle uccisioni e della distruzione. Trascuriamo i comandanti militari che consapevolmente imprigionano un’intera nazione in un recinto fatto di mura, torri d’osservazione fortificate, mitragliatrici, filo spinato e fari accecanti. Omettiamo di parlare dei ministri. Tutte queste persone non vengono considerate collaboratori. Queste persone sono autori, pianificatori, analisti, esecutori.
Ma ci sono altri. Storici e matematici, caporedattori anziani, stelle dei media, psicologi e medici di famiglia, avvocati, gente che non sostiene Gush Emunim e Kadima, insegnanti ed educatori, amanti delle escursioni solitarie in treno, maghi della tecnologia. Dove siete? E voi, studiosi del nazismo, dell’Olocausto e dei Gulag sovietici? Siete tutti a favore di leggi sistematicamente discriminatorie? Leggi che affermano che gli arabi di Galilea non verranno risarciti per i danni provocati dalla guerra nella stessa misura in cui invece lo saranno i vicini ebrei (Aryeh Dayan, Haaretz, 21 Agosto)
Può essere che concordiate tutti con la razzista Legge sulla Cittadinanza che proibisce ad un arabo-israeliano di vivere con la sua famiglia in casa propria? Che approviate ulteriori espropriazioni di terra e demolizioni di frutteti, che permetteranno nuovi insediamenti o strade riservate agli ebrei? Che sosteniate i bombardamenti ed il lancio di missili nella striscia di Gaza?

Può essere che siate tutti concordi all’idea che un terzo della Cisgiordania (la valle del Giordano) debba essere interdetta ai palestinesi? Che siate dalla stessa parte della politica israeliana che proibisce a decine di migliaia di palestinesi che hanno ottenuto la cittadinanza estera di tornare dalle proprie famiglie nei territori occupati?

Il vostro cervello è stato lavato veramente a tal punto con la scusa della sicurezza, al punto di impedire agli studenti di Gaza di studiare terapia occupazionale a Betlemme e medicina ad Abu Dis ed ostacolare le gente malata di Rafah mentre cerca di ricevere un trattamento adatto a Ramallah?

Anche voi troverete facile nascondervi dietro alla spiegazione «non ne avevamo idea»: non avevamo idea della discriminazione praticata nella distribuzione dell’acqua -che viene esclusivamente controllata da Israele - e lascia migliaia di proprietari di casa palestinesi senza rifornimenti idrici durante i mesi caldi estivi. Non avevamo idea che quando l’Idf bloccava gli ingressi ai villaggi, bloccava gli accessi anche alle sorgenti ed ai serbatoi d’acqua.

Ma non può essere che non vediate i cancelli d’acciaio lungo la statale 344 in Cisgiordania, cancelli che bloccano l’accesso ai e dai villaggi palestinesi. Non può essere che appoggiate il divieto di entrata nelle proprie terre e piantagioni a migliaia di contadini palestinesi o che sosteniate la quarantena su Gaza che blocca l’arrivo delle medicine per gli ospedali, interrompe la corrente elettrica e non rende utilizzabile le fonti idriche per un milione e quattrocento mila persone, chiudendo così per mesi il solo unico sbocco sul mondo.

Veramente non sapete cosa accade ad appena 15 minuti dalle vostre facoltà ed uffici? E’ plausibile che vediate con favore un sistema nel quale soldati ebrei, ai posti di blocco nel cuore della Cisgiordania, possono lasciare decine di migliaia di persone ad aspettare sotto il sole cocente per ore. E nel mentre decidere: i residenti di Nablus e Tul Karm non possono passare, sotto ai 35 anni, yalla (via), tornate a Jenin, i residenti di Salem non dovrebbero neanche essere qua, una donna malata che ha superato la linea e deve imparare la lezione verrà scientemente detenuta per ore. Il sito Machsom Watch è visibile a tutti: ci sono infinite testimonianze simili o anche peggiori, una routine quotidiana. Ma non può essere che coloro che sono disgustati per ogni svastica disegnata su una tomba in Francia o per i titoli anti-semiti dei giornali locali in Spagna, non può essere che queste persone non sappiano come ottenere tali informazioni, e di conseguenza resteranno spaventati ed oltraggiati.

Come ebrei godiamo tutti del privilegio che Israele ci concede, e questo ci rende tutti collaboratori. Il punto è cosa fa ognuno di noi nelle piccole immediate situazioni quotidiane per minimizzare la cooperazione con un regime che espropria e sopprime e che sembra non averne mai abbastanza. Firmare petizioni e disapprovare non è sufficiente. Israele è una democrazia per gli ebrei. Non sono a rischio le nostre vite, non verremo imprigionati in campi di concentramento, la nostra esistenza non verrà danneggiata e le vacanze in campagna o all’estero non ci verranno negate.

Di conseguenza il peso della collaborazione e della responsabilità diretta è enorme.

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