Palestina

La scorta alla scorta. Frammenti impazziti di vita.

In Palestina succede anche questo. Che dei volontari italiani di un'organizzazione nonviolenta debbano monitorare l'operato dei soldati dell'esercito d'Israele che scortano a scuola bambini palestinesi per difenderdeli dagli attacchi dei coloni israeliani.

19 febbraio 2009
Ines Gramigna (nostra inviata)

bambini che vanno a scuola

Tuwani è a sud di Hebron. Paesino sperduto tra dune, rocce e radi cespugli. Un agglomerato di case in pietra vecchio stile, asini che vagano tra i campi, onnipresenti gatti e tanta polvere. C'è una scuola elementare, frequentata da circa 120 bambini provenienti dai villaggi limitrofi. I gruppetti di case sono talmente piccoli che a volte non sono nemmeno segnati sulle mappe. Ma esistono, da 5 secoli. Ed esistono anche la scuola e la clinica, costruite nonostante il divieto israeliano. Grazie ad un ingegnoso sistema di vedette – fischietti – che avvisavano i muratori dell'arrivo dei soldati gli operai smettevano di lavorare per non farsi cogliere in flagrante.
Tuwani è nell'area C della Cisgiordania, territorio che, secondo gli accordi di Oslo, è sotto amministrazione civile e militare israeliana. Villaggi che esistono da secoli all'improvviso si sono visti circondare da bypass road, (strade ad uso esclusivo degli israeliani) barriere, cancelli, divieti, insediamenti e avanposti. Il governo israeliano negli anni '80 ha anche piantato un piccolo boschetto sulla collinetta …


Tuwani è tristemente famosa per episodi sconcertanti di attacchi da parte dei coloni del vicino insediamento di Ma'on contro i bambini palestinesi che si recano a scuola. Per percorrere la strada più breve che collega Tuwani ai villaggi al di là della collina si impiegano 20 minuti, ma è necessario passare tra la colonia di Ma'on e l'avamposto di Havat Ma'on. L’avanposto è, letteralmente, imboscato tra i pini, svettano solo le antenne del telefono e qualche serra. E’ costituito da una manciata di roulotte e caravan, in cui vive qualche decina di coloni. Gli avamposti, outpost,  sono insediamenti illegali anche per la legge israeliana, nonostante ciò hanno  luce, acqua, ripetitori telefonici e soldati a proteggere i coloni dai barbari palestinesi.


Il sentiero, di media lunghezza, che unisce At-Tuwani e gli altri villaggi passa alle spalle di Havat Ma'on. Si percorre in 45 minuti circa. Quello più lungo, attraverso i campi, lontano dalle roulotte, in un'ora e mezza. I bambini che andavano a scuola passando dal percorso breve o medio venivano presi a sassate dai coloni o aggrediti fisicamente. Dietro a 95 cm di bambina col velo rosa e la cartella di Barbie potrebbe nascondersi un cumulo di dinamite. il villaggio di at Tuwani

 Faccio fatica a credere che degli esseri umani, provenienti da Francia, Stati Uniti e Russia (i coloni di Ma'on), educati e cresciuti in ambienti multiculturali, possano anche lontanamente pensare di aggredire dei bambini. Finché non ho visto coi miei occhi la cicatrice sul collo di una bimba, ricordo di un attacco di qualche tempo fa.

 

A Tuwani vivono i colombini, i volontari dell'Operazione Colomba, il corpo civile di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII. Ogni giorno – oltre ad accompagnare i pastori attraverso i campi che confinano con colonia e avamposto - monitorano l’operato dei soldati israeliani che hanno il compito di scortare i bambini. Si interpongono in modo nonviolento in caso di attacchi.

Sono ammirevoli. Vivono quotidianamente questa situazione assurda, rischiando in prima persona condividendo una baracca in 10, insieme ai volontari dei Christian Peacemaker Team (un altro corpo nonviolento americano).

Bambini scortati

Nella loro “casa” non c’è l’acqua, e la corrente arriva solo per tre ore al giorno.
Abbiamo riso e scherzato coi bambini prima che si incamminassero scortati, hanno scattato mille foto con le nostre macchine fotografiche e ci hanno fatto tante domande. Quando il gruppo si è radunato i colombini  hanno chiamato la scorta. I soldati hanno l'obbligo di fornire questo paradossale servizio, ma spesso accade che non lo facciano. Devono essere sempre almeno in due a camminare con i bambini e accompagnarli fino al confine dell'insediamento. La jeep militare però non può farlo per via di un cancello costruito dai coloni che impedisce il passaggio.
I ragazzi di Operazione Colomba ci spiegano che l'atteggiamento dei soldati non è sempre negativo, a volte qualcuno di loro porta merendine e succhi di frutta ai bambini. I soldati di leva (tra i 18 e i 22 anni) sono più infastiditi e irosi rispetto ai riservisti (i soldati più adulti richiamati per un mese ogni anno a prestare servizio). A volte vanno talmente veloce con la jeep che i bambini devono correre per stargli dietro.

 

Ieri la scorta era di quattro soldati. Nel primo tratto sono stati tutti sulla jeep poi, vedendo un colono che si avvicinava alla strada, sono scesi per proteggere gli scolari. I colombini  hanno sorvegliato e ripreso con la telecamera il primo tratto di strada visibile, mentre i Christian Peacemaker Team hanno monitorato il secondo tratto. Tutto è filato liscio. Questa volta.
 

 

 

 

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