Boicotta la multinazionale farmaceutica israeliana Teva

Teva è una multinazionale israeliana: i suoi profitti sostengono direttamente o indirettamente l'occupazione dei territori palestinesi.
11 novembre 2025

Boicotta la multinazionale farmaceutica israeliana Teva La Campagna BDS "TEVA? NO GRAZIE!" promuove il boicottaggio dell’azienda Teva, multinazionale farmaceutica israeliana specializzata nella produzione di farmaci generici ampiamente presenti anche in Italia. Teva è la più grande azienda commerciale (e industriale) del mercato israeliano per patrimonio netto, utile netto, reddito operativo e valore di mercato. All’interno del gruppo rientrano anche i marchi Ratiopharm, Cephalon e Dorom.

Teva è oggetto di boicottaggio perché trae profitto dal regime economico imposto dall'occupazione israeliana nei territori palestinesi, che penalizza gravemente l’economia palestinese in favore di aziende israeliane o multinazionali. Inoltre dopo il 7 ottobre Teva ha espresso piena solidarietà con lo stato e l’esercito israeliano con dichiarazioni e aiuti concreti.

Il boicottaggio è una forma di protesta pacifica e legale, tutelata come espressione della libertà di opinione.

Dopo le sentenze della Corte Internazionale di Giustizia, boicottare investimenti che finanziano pratiche contro i diritti umani e aziende che sostengono, con le tasse versate, uno Stato fondato su un’ideologia razzista e coloniale come il sionismo non è solo un’opzione ma un obbligo giuridico.

Boicottare Teva è un atto di giustizia etica, non un attacco alle persone che vi lavorano. Queste, inoltre, godono delle tutele previste dal diritto del lavoro, compresa la possibilità di scioperare o presentare istanze sindacali per fare pressione interna sull’azienda e interrompere le sue complicità con il sistema di oppressione israeliana. 

Il boicottaggio non danneggia i pazienti. L’obiettivo di questa campagna di boicottaggio non è penalizzare i/le pazienti, ma promuovere scelte di consumo consapevoli. La priorità rimane sempre la salute del/della paziente. La campagna di boicottaggio incoraggia scelte consapevoli senza compromettere la continuità e l'efficacia delle terapie.

Esistono alternative ai farmaci Teva. Molti farmaci generici equivalenti sono prodotti da altre aziende e hanno la stessa efficacia, sicurezza e qualità. È consigliabile consultare il proprio medico o farmacista per individuare l’alternativa più appropriata.

Come partecipare al boicottaggio

Clienti

  • Evita l'acquisto di farmaci Teva, sia da banco (senza ricetta medica) che su prescrizione (ricetta dematerializzata o rossa) e di Dorom, Cephalon o Ratiopharm.
  • Chiedi esplicitamente al farmacista un generico non Teva. Salvo casi in cui il medico indichi nella ricetta la formula "farmaco non sostituibile", è possibile scegliere tra farmaci generici equivalenti. Ciò che importa è il principio attivo, la dose e la formulazione, non il marchio.

Medici

  • Riporta sulla ricetta solo il principio attivo o seleziona dai programmi in uso altri generici. Ricorda, però, che, essendo farmaci generici, in farmacia la prescrizione può essere modificata a norma di legge con equivalente.
  • Sensibilizza i pazienti spiegando che la qualità terapeutica resta invariata e che richiedere un prodotto alternativo è un loro diritto.
  • Dove consentito, specifica nelle note "equivalente non Teva" per facilitare la scelta consapevole.

Farmacisti

  • Privilegia fornitori alternativi, riducendo o eliminando gli ordini da Teva.
  • Informa i clienti sulla possibilità di scegliere equivalenti non prodotti da Teva.

Operatori sanitari

  • Informati sulle implicazioni etiche del boicottaggio.
  • Considera alternative nei propri ambiti professionali, soprattutto per farmaci da banco e/o integratori.

Tutti

  • Segui la campagna di boicottaggio sul sito di BDS Italia
  • Invia un messaggio a Teva per manifestare la tua adesione alla campagna di boicottaggio. Questa testimonianza di dissenso giungerà all’azienda e, tramite essa, al governo israeliano, sulle cui future decisioni potrebbe incidere molto. Si chiede che l’azienda smetta di sostenere e partecipare alla politica di genocidio e di annessione illegale di Israele ai danni dei palestinesi. Puoi inviare ils eguente messaggio direttamente dal sito di BDS Italia
  • Scaria il volantino da utilizzare durante azioni di informazione e volantinaggio riguardo la campagna BDS “TEVA? NO GRAZIE!” che promuove il boicottaggio dell’azienda Teva per protestare contro la sua complicità con le politiche oppressive e genocidarie dello Stato Israeliano contro la popolazione palestinese.

Scrivi a Teva: Stop alle complicità con i crimini di Israele

Spett.le Teva Italia S.r.l.,

vi informo che come cittadino/a ho aderito alla campagna di boicottaggio dei prodotti Teva lanciata da Sanitari per Gaza e BDS Italia (sezione italiana della campagna internazionale Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni contro Israele), e ho intenzione di non acquistare più farmaci Teva, Rathiopharm, Cephalon o Dorom. Di questo informerò medici, farmacisti e conoscenti. Questo perché ritengo che la vostra impresa sia di fatto complice delle politiche israeliane nei confronti del popolo palestinese. Queste politiche sono state definite dalla stessa Corte Internazionale di Giustizia illegali per quanto riguarda l’annessione di fatto dei territori palestinesi (parere del 19 luglio 2024); e responsabili plausibilmente di genocidio (ordine del 26 gennaio 2024 e seguenti). Ritengo Teva complice perché: - trae benefici economici dal mercato vincolato legato all’occupazione militare illegale dei territori palestinesi, contribuendo alla distruzione della loro economia - finanzia i governi israeliani responsabili di politiche di apartheid, annessioni illegali e genocidio - sostiene psicologicamente la popolazione israeliana e materialmente l’esercito israeliano, così praticando politiche discriminatorie dal punto di vista sanitario. Questi comportamenti ci sembrano in totale contraddizione con quanto proclamato nel vostro codice etico, dove affermate: “Ci prendiamo cura del benessere dei pazienti, dei caregivers e delle comunità. Le nostre famiglie possono essere estremamente orgogliose della differenza che facciamo nella vita delle persone di tutto il mondo. (…) Sosteniamo e rispettiamo la tutela dei diritti (…) e ci impegniamo a non essere complici di abusi”. Tutto questo, evidentemente, non vale per i Palestinesi.

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