Palestina

ALLARME URGENTE

Candidato presidenziale attaccato dalle forze israeliane

Il dott. Mustafa Barghouti, insigne candidato democratico alle imminenti elezioni presidenziali palestinesi, sta ricevendo cure mediche presso l’ospedale Sheikh Zayed di Ramallah dopo essere stato duramente picchiato da soldati israeliani ad un posto di blocco fuori Jenin.
13 dicembre 2004
Fonte: The Palestine Monitor
Centreo di raccolta informazione del PNGO (Organizzazione palestinese non governnativa)


Barghouti è stato fermato al posto di blocco di Jaba, fuori Jenin, e gli è stato bloccato il passaggio per ritornare a casa, a Ramallah. Dopo essere stato costretto ad uscire dalle macchine, minacciato con le armi, il suo gruppo è stato insultato pesantemente e malmenato. Lu’ai Arafat è stato colpito più volte alla testa con il calcio del fucile. Appena i soldati hanno cominciato a picchiare il dott. Allam Jarrar, Barghouthi ha cercato di intervenire ma è stato colpito fortemente alla schiena tanto da cadere a terra. Anche gli altri membri del gruppo sono stati fatti sdraiare a terra e tutti i sei uomini sono stati costretti a rimanere faccia a terra per più di un’ora.

Questa è la seconda volta in una settimana che a questo candidato presidenziale è stato impedito di viaggiare fra le città della Cisgiordania. Lunedì Barghouthi è stato trattenuto, sotto la minaccia delle armi, presso un posto di blocco di Al-Shuhada St. (Hebron) e gli è stato impedito di raggiungere il quartiere palestinese di Tel Al-Armeda. Barghouti, dopo questo episodio, ha dichiarato di aver subito la peggiore delle umiliazioni che i palestinesi subiscono nei 700 posti di blocco israeliani in Cisgiordania. Ha sollecitato la comunità internazionale ad intervenire non solo per permettere lo svolgimento delle elezioni ma anche per mettere fine immediatamente a questo trattamento inaccettabile dei civili palestinesi.

Proprio lo scorso mese il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Colin Powell, aveva garantito ai palestinesi il pieno appoggio per le elezioni; Israele, inoltre, aveva assicurato che avrebbe aiutato lo svolgimento delle elezioni allentando le restrizioni di movimento. Il 22 novembre il Ministro degli Esteri israeliano, Silvan Shalom, ha dichiarato che era nell’interesse d’Israele veder procedere le elezioni palestinesi, che “Israele farà tutto quello che è in suo potere per assicurare il loro migliore svolgimento” e che i Palestinesi avrebbero avuto “libertà di movimento”.
Gli eventi di oggi mostrano chiaramente gli spudorati sforzi d’Israele per ostacolare le elezioni democratiche palestinesi, manifestando, ancora una volta, la sua indifferenza verso i diritti umani. Se gli stessi candidati presidenziali sono costretti a subire una tale violenza e umiliazione, è poco probabile che la restante popolazione palestinese, che deve affrontare difficoltà simili tutti i giorni, potrà contare sulla necessaria libertà di voto.

Note: http://www.palestinemonitor.org/new_web/december_update_archive.htm#must

tradotto da Sara Antognoni per www.peacelink.it
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