Intervista a Gianni Novello dopo Kingston
Buongiorno,
il mio nome è Martino Ruppi, vorrei farti una piccola intervista per i nostri lettori della newsletter Verba Volant sulla tua esperienza a Kingston.
Ciao Gianni,
a nome di tutti i lettori di Verba Volant, vogliamo farti alcune domande su la "Convocazione Internazionale Ecumenica verso una pace giusta" a Kingston
A questo proposito per maggiore chiarezza ti chiederemmo di illustrarci in breve le origini di questo evento e cosa ha portato le chiese a riunirsi in Giamaica.
La Convocazione è stata la conclusione del Decennio per sconfiggere la violenza , lanciato dal Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) di Ginevra nel 2001. Nel corso del Decennio, in varie riunioni e scambi di elaborazioni tematiche ed esperienze vissute in diversi contesti geografici, è stata decisa una tale Convocazione, promossa dalle Chiese protestanti ed ortodosse aderenti al CEC di Ginevra. A questa sono stati invitati Movimenti ed associazioni cattoliche caratterizzate da un vissuto di impegno sulla pace e sull'ecumenismo. Così Pax Christi ha ricevuto l'invito a mettere a disposizione tutto il proprio patrimonio di riflessione e di impegno in materia.
Ancora una curiosità riguardante il posto dell'incontro. Come mai è stato scelto questo posto e come funziona l'organizzazione che da voce alle chiese che rappresenta?
La Giamaica è stata scelta per la Convocazione come una sfida alla violenza. La percentuale tra morti per violenza quotidiana e il totale della popolazione dell'isola è tra le più alte al mondo. Fa sempre impressione constatare tanta violenza in un posto così ricco di bellezza.
Il Consiglio ecumenico delle Chiese ha invece la propria sede a Ginevra e ad esso aderiscono tantissime chiese nate dalla Riforma protestante e anche Chiese dell'Ortodossia non solo dell'Est europeo ma di tante altre parti nel mondo. La Chiesa cattolica non ne è membro ma è presente a Ginevra con degli Osservatori. Il CEC resta comunque anche per la Chiesa cattolica il partner principale di ogni dialogo e collaborazione soprattutto con il mondo della Riforma.
Arriviamo ai lavori dello scorso 17-25 maggio 2011. Come si sono svolti e quanti del nosto movimento vi hanno partecipato?
E' stato davvero significativo iniziare questa Convocazine di circa mille persone, dividendoci in gruppi per delle visitazioni a esperienze di Vangelo vivo nel territorio dell'isola. Io ha visitato la Boy's Town, la città dei ragazzi che ospita in uno stile molto coinvolgente ragazzi provenienti da esperienze di violenza e di emarginazione.
Tutto nell'incontro dava la priorità a scambi di esperienze vissute , di stili di vita, di metodologie utilizzate, di narrazioni. Ogni mattina si iniziava insieme con una preghiera ecumenica di lodi, con bellissime espressioni di musica e canti di tante diverse tradizioni. Poi ci si divideva in gruppi per una lettura contestuale della Parola. Nel mio gruppo di venti partecipanti erano rappresentate dodici nazionalità, cioè dodici contesti che andavano dall'esperienza di un parroco ortodosso di Mosca già studente di teologia alla Gregoriana di Roma, ad un pastore riformato delle Isole della Nuova Caledonia nel Pacifico, a Micheline con un impegno contro le violenze sulla donna in Congo, alla mia esperienza di 35 anni nel contesto della Calabria, e tanti altri. Ogni mattina in un grande tendone sul Campus dell'Università si tenevano le principali comunicazioni o tavole rotonde. Nel pomeriggio invece ci si dedicava ai gruppi di scambio, circa 170 workshops nelle tre lingue ufficiali, inglese, francese e spagnolo. Pax Christi è stata l'entità con la maggior rappresentanza, dieci delegati di 9 nazionalità, promotrice di quattro importanti workshops. Pax Christi Italia che aveva molto lavorato per preparare le riflessioni della Convocazione aveva due rappresentanti, io e Maurizio Burcini.
Che contributo il nostro movimento ha portato alla Convocazione?
Pax Christi Italia ha molto lavorato nella sua preparazione nel nostro Paese. In contatto con la Chiesa valdese e con varie associazioni cattoliche , il nostro movimento ha promosso una rete di impegno su questi temi, chiamata "Osare la pace per fede", che negli ultimi anni ha promosso vari incontri, soprattutto a Milano, a Firenze, a Roma e altrove. Siamo convinti che la collaborazione ecumenica sia una priorità nel lavoro per una pace giusta.
Infine ancora una domanda sul clima dell'incontro e sugli sviluppi futuri.
Come i giamaicani hanno accolto questo evento? Ci sono stati degli eventi particolarmente interessanti sotto il profilo dei temi trattati?
Credo di poter dire che la Convocazione sia stata una epifania, cioè una manifestazione di tanti segni di speranza dal mondo intero. Erano molti i giovani volontari anche giamaicani a lavorare per il buon esito della Convocazione e loro stessi avevano questa stessa sensazione. La citta di Kingston ha offerto ai delegati un grande Concerto in un Parco della città con la partecipazione di tanta gente alla quale è stato possibile presentare anche l'evento.
Ora invece inizierà il viaggio verso la prossima tappa, cioè l'Assemblea del CEC a Busan in Corea del Sud tra tre anni. Sarà un tempo di nuove esperienze ed elaborazioni partendo dalla Dichiarazione finale di Kingston che è stata approvata con un metodo molto partecipativo per consenso generale dai partecipanti.
Gianni, ti ringraziamo da parte di tutti i lettori . Nel frattempo, puoi segnalarci dei documenti o dei siti internet che possano esserci d'aiuto per una nostra migliore informazione e per un nostro coinvolgimento?
Pax Christi Italia ha avviato a questo scopo un sito, www.chiese-e-pace, dove trovare tanta documentazione e notizie. Inoltre, verso la fine di luglio sarà pronto, ad opera del Cipax di Roma, un piccolo libro dove si potrà trovare la bella Dichiarazione finale di Kingston e alcune interessanti relazioni fatte nella Convocazione. C'è in prospettiva un Incontro di "Osare la pace per fede" in una città del Sud, e varie iniziative dei puntipace.
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