Matera, sequestrata discarica nell'impianto di compostaggio

I carabinieri del Noe hanno sequestrato alcune aree di un impianto di compostaggio comunale utilizzato come una discarica. Legambiente: «Il compost non si può fare se in città non parte la differenziata»
12 dicembre 2008
Fonte: La Nuova Ecologia.it

- Questa mattina i carabinieri del Noe di Potenza e del comando provinciale CC di Matera hanno sequestrato un piazzale all’interno dell’impianto di compostaggio del comune lucano. Alcune aree dell'mpianto erano sistematicamente adibite a “messa in riserva”, seppur senza la prescritta autorizzazione, di rifiuti speciali, pericolosi e non, costituiti prevalentemente da elettrodomestici fuori uso, pneumatici, batterie al piombo e materiale ferroso.

Sei informazioni di garanzia sono state inviate ad altrettante persone, fra cui cinque funzionari comunali, per aver realizzato e gestito, in concorso tra loro, una discarica abusiva.

Da anni gli ambientalisti materani denunciavano le pessime condizioni in cui versava l’impianto. «L’impianto comunale - racconta Pio Acito di Legambiente Matera - è stato costruito venti anni fa ed è costato 20 miliardi di lire, per funzionare avrebbe bisogno che i rifiuti arrivino già differenziati. Peccato che a Matera non sia mai stata organizzata la raccolta differenziata, un passaggio basilare per l’utilizzo di un impianto di compostaggio».

Legambiente lo scorso 7 dicembre aveva manifestato contro le “montagne di monnezza” che riempivano l’impianto, non utilizzato come avrebbe dovuto. «All’impianto arrivano rifiuti non differenziati - continua Acito - che sono stati accumulati, per anni, nelle vasche e hanno reso quell’area una vera bomba chimica. Dentro quelle vasche sono sorte delle colline di balle di rifiuti senza nessuna protezione, non erano nemmeno state avvolte nei teli di plastica per impedire un contatto diretto con agenti esterni come aria e acqua».

L’impianto, costruito per il compost ma utilizzato ad altri scopi, in questi venti anni ha subiti delle modifiche e alcuni incidenti. «Dieci anni fa e esalazioni fuoriuscite causarono alcune intossicazioni - riprende il rappresentante di Legambiente - Bisogna tenere in considerazione che si trova a poca distanza da Borgo La Martella, nel quale vivono duemila persone, e dal borgo artigianale dove vi sono alcune industrie alimentari, che producono biscotti, e dove lavorano diverse centinaia di operai. Dopo quell’episodio però il gestore riuscì a trovare un accordo economico con chi aveva fatto ricorso alla magistratura, convincendoli a ritirare le querele».

Il sequestro compiuto di mattina dal Noe di Potenza non arriva quindi proprio inaspettato in una città dove tutt’ora non esiste la raccolta differenziata, sperimentata dodici anni fa in alcuni quartieri del capoluogo lucano ma poi abbandonata e mai più organizzata.

All’amministrazione comunale è stato chiesto di iniziare delle campagne di sensibilizzazione della cittadinanza e un piano di raccolta dei rifiuti più serio. «La giunta insediatasi nel giugno scorso - conclude Acito - sta preparando un “nuovo sistema di raccolta rifiuti”, anche questo però non prevede la raccolta differenziata. In una città di 60mila abitanti è assurdo. Il forte sospetto è che l’obbiettivo sia quello di arrivare all’emergenza per poi essere “costretti” a costruire un inceneritore nuovo di zecca».

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