Antenne Piani del Cardillo, lettera alle Istituzioni

Come era bella la mia collina! Lettera semiseria e privata alle Istituzioni da parte di una cittadina amareggiata. Vi chiedo solo di leggerla tutta e riflettere su alcune considerazioni implicite, ma non troppo.
26 gennaio 2009
Miria Lo Russo

antenne selvagge Alcuni anni or sono decidemmo con mio marito di costruirci una casetta in campagna, fuori città. Entrambi molto amanti della natura e degli animali optammo di comune accordo per questa scelta. Certo, visto in seguito, avemmo molto coraggio e passione,perché con tre figli e un unico stipendio ci fu anche molto spirito di sacrificio per realizzare questo desiderio. Ma noi eravamo quella generazione cresciuta con il senso della misura,del risparmio e della sicurezza per il futuro. Incominciò così la ricerca di quello che poteva soddisfare i nostri desideri e possibilità economica. Parlando di questo con alcuni amici venimmo a sapere che si vendeva un appezzamento di terreno con un rustico nella zona verso Rifreddo. Indicazioni certamente vaghe, ma che stimolarono la nostra curiosità. Rifreddo era una contrada lontana dalla città, non molto abitata e con varie difficoltà di vita quotidiana (vedi scuola per i figli, neve abbondante durante la stagione invernale e disponibilità di più macchine per potersi muovere).

Con entusiasmo si andò in contrada Piani del Cardillo a vedere, in zona, ciò che si vendeva . A me sembrò un po’ troppo lontano dalla città, a mio marito invece piacque immediatamente tutto, l’unica cosa che non era nei requisiti della ricerca era la zona panoramica. Ebbene, invece, quello che vedemmo fu un angolo di paradiso, bellissimo panorama, terreno arioso, cielo stupendo, e un’aria da respiro infinito. Immaginate che poco più avanti c’è una curva sulla statale chiamata”volta Potenza”, perché dopo quella curva si vede solo campagna e monti, la città sparisce agli occhi. Il panorama mozzafiato è quello che una volta e ancora oggi è fotografato sulle cartoline, insomma il lato bello da spedire per il mondo e che tutti all’estero ricordano con nostalgia della loro città. Certo, dissi a mio marito,l’unica cosa che non cercavamo era il panorama e invece l’abbiamo come non avremmo mai pensato. Mancava totalmente la vegetazione che è piacevole vedere intorno alle case, ma non mancavamo di buona volontà anche in questo e posso dire orgogliosa di aver “creato flora e fauna”.

Così incominciò la nostra avventura che durò poco nel tempo perché non aspettammo di finire tutto bene, ma ci adattammo a qualche disagio pensando che avremmo costruito un poco alla volta secondo le possibilità. Nella zona c’era qualche antenna – ripetitore, da lontano,molto lontano, si vedeva svettare quella della RAI, ma la loro nocività non si conosceva così bene, si dava per scontato per il progresso.

Dovemmo organizzarci con un serbatoio per l’acqua potabile poiché tuttora non sempre è assicurata l’erogazione continua dall’acquedotto, di un gruppo elettrogeno per via dei continui distacchi dell’energia elettrica e , quando è in funzione il “termo- camino” , per avere il riscaldamento dalla legna che brucia nel camino, è necessaria l’energia elettrica per far funzionare la pompa che porta l’acqua calda nei termosifoni e nei primi tempi cucinammo con il gas fornito dalle bombole. Dopo qualche anno ci fornimmo di un bombolone e allora fu anche più comodo diversificare il riscaldamento, ma non certo più economico perché ancora adesso la zona non usufruisce del gas metano. Dimenticavo che le acque bianche e nere vanno in un pozzo asettico costruito sempre nel nostro terreno alla profondità di otto metri, con le certificazioni sanitarie del caso, e una volta all’anno viene un camion addetto allo spurgo!Nel frattempo abbiamo comprato due piccoli fuoristrada; non sempre la strada comunale è spalata dalla neve in tempi rapidi.

Le necessità economiche furono risolte senza alcun contributo o agevolazione dalle istituzioni. Tutto a nostre spese e naturalmente quando capitò l’opportunità pagammo anche il condono edilizio per piccole comodità supplementari. Anzi ci fu un errore da parte dell’ufficio preposto per cui arrivarono ,a molti residenti in questa zona ,bollette con canoni salatissimi dovuti per la raccolta dei rifiuti e per la fognatura ( ancora inesistente) che per fortuna non pagò nessuno perché c’era stato un errore. E così vivevamo felici in questo paradiso con la nostra famiglia.

Dico vivevamo poiché mio marito è deceduto da poco tempo a causa di un epatocarcinoma. Un tumore cattivo e aggressivo. Era un uomo dalla salute di ferro e costituzione ottima. Mai malato, astemio e quasi vegetariano! Nel frattempo che gli anni passavano la contrada si è popolata di altre casette, altre persone sono venute a vivere e si è creata una bella comunità, tanto da avere l’esigenza di una chiesetta con annesso oratorio per i riti cristiani e praticati dagli abitanti della zona, chiesetta sorta con la partecipazione volenterosa della contrada diventata nel frattempo una periferia della città. Ma non solo abitanti e case crescevano, anche i ripetitori-antenne di radio e telefonia, e le persone ingenue venivano irretite con facili guadagni e convinte ad affittare o vendere i loro terreni per poterle installare e così emettere le loro emissioni .Molte leggi hanno regolamentato tutto ciò, ma siccome siamo nel profondo sud non si è mai tenuto conto di queste leggi, gli affanni sono sempre stati rivolti a rimandare le decisioni importanti che avrebbero potuto tutelare maggiormente la salute pubblica .La zona ha una casistica di persone affette da vari disturbi imputabili alle onde elettromagnetiche.

Per fare un paradosso ironico è come se per mancanza di fondi attuali il Ministero delle Comunicazione avesse demandato al Ministero della Salute il futuro dei cittadini. Basta dire che nel cosiddetto “anello delle antenne“ denominato spontaneamente così dagli operatori del Comune, hanno installato dodici stazioni e ed è in costruzione la tredicesima. Continuo a ripetere che, a mio avviso, hanno abusato dell’ingenuità delle persone dicendo che non facevano male!,questo almeno è il racconto ricorrente.

Il panorama ha sofferto un poco, in effetti non molto ,perché ci si abitua a tutto e anzi devo dire che già mi sto abituando alla “radioterapia”, senza irridere le persone costrette a farla per un destino avverso. Dico che mi sto abituando perché sul mio video –citofono e telefono si sente solo la radio quando non sono attraversati da scrosci di rumori e crepitii così forti da non poter vedere o sentire nulla. La televisione ovviamente si vede senza antenna con sottofondo di radio varie. Inoltre quando vado a letto la sera mi sdraio all’ombra di sette antenne, che vedo dalla finestra della camera da letto e come non dire che faccio già la “radioterapia”? La domanda che sorge spontanea è: ma non c’erano altri posti per installare tutte le antenne visto che la nostra città è circondata da montagne? Questo posto doveva piacere a tanti e non solo per abitarvi? Siamo in molti a dire basta alla” radioterapia”, vogliamo solo vedere le stelle (quelle del cielo), no le antenne!

Grazie dell’attenzione. Mi scuso se ho offeso involontariamente qualcuno poiché non avevo l’ intenzione ,volevo solo sorridere ironicamente con voi che avete letto.

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