Incidente Viggiano, Csail: "Basta con le iniziative inutili"

Dopo l’ennesimo incidente al Centro Oli, che puntualmente l’Eni tenta di “sminuire”, non è pensabile il ricorso agli atti ordinari della politica ma è indispensabile un provvedimento di reale tutela dei cittadini.
3 febbraio 2009
Filippo Massaro | Csail

inquinamento atmosferico “Dopo l’ennesimo incidente al Centro Oli Eni di Viggiano, che puntualmente l’Eni tenta di “sminuire” e quindi di sottovalutare, non è pensabile il ricorso agli atti ordinari della politica ma è indispensabile un provvedimento di reale tutela dei cittadini della Val d’Agri”. E’ quanto afferma il presidente del Csail Filippo Massaro.

“La lettera che il sindaco di Viggiano avrebbe scritto al Prefetto di Potenza e al Presidente della Regione – commenta Massaro – è proprio uno di quegli inutili atti per tacitare la coscienza perché il Comune continua a chiudere gli occhi sull’attività di monitoraggio ambientale (terra, aria, acqua) di pozzi e siti delle società petrolifere come per il Centro Oli dell’area industriale. Invece di esercitare fino in fondo le proprie competenze amministrative sino a non concedere autorizzazioni e a rendere “difficile” l’attività di compagnie che non garantiscono standard di sicurezza a lavoratori e cittadini si prosegue con la patetica iniziativa epistolare. Per il Csail – afferma Massaro – si ripropone una verifica del Piano di protezione civile che il Comune di Viggiano avrebbe dovuto acquisire da Prefettura ed Eni e che non è conosciuto dai cittadini i quali, come è già accaduto per altri incidenti avvenuti, non sanno come comportarsi, da parte delle istituzioni è un atto vergognoso ed irresponsabile.

Pertanto anche i sindaci “sornioni” dei centri limitrofi – Marsicovetere, Paterno, Tramutola – devono attivarsi per ottenere le informazioni dovute in caso di incidenti e reali garanzie. Solo qualche giorno fa è stato annunciato dall’assessore regionale del riformismo ambientalista che è “imminente” l’avvio dell’Osservatorio, dopo anni di ingiustificato ritardo. E’ il caso di accelerare l’iter burocratico e di affiancarlo, come andiamo ripetendo da tempo, con un comitato ristretto che comprenda rappresentanti di comitati popolari e di associazioni ambientaliste”.

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