Conflitti

Attacchi a truppe USA

Resistenze sporadiche continuano in Iraq, dopo che le forze statunitensi
attendono di consolidare il loro potere nella regione.
17 aprile 2003
Rosarita Catani

Le truppe americane sono state attaccate nel Nord e nel Sud dell’Iraq,
stamani. Alcuni iracheni sono stati uccisi ed altri catturati.

La cittadina di Mousul, nel Nord dell’Iraq, continua ad essere teatro di
violenza.

Le forze di coalizione affermano che in Iraq i Mujahideen-I-Khalq iraniani
continuano ad attaccare le forze americane.

La cosa spiacevole è che non annunciano che hanno preso tutti i pozzi di
petrolio.

Un testimone racconta: “Sono un medico, abito a Karkut. La mia abitazione è
proprio vicina ai pozzi di petrolio. I soldati americani hanno circondato i
pozzi con i loro tank e non fanno avvicinare nessuno. Proteggono i pozzi
di petrolio ma non proteggono le persone. In questo momento l’acqua nel
nostro paese è più vitale dei pozzi di petrolio, ma, gli americani lasciano
che si ruba l’acqua, si rubano le medicine dagli ospedali senza intervenire”.

A Bagdad, le persone continuano a manifestare. Oggi è stato formato il
Partito Democratico. Intanto, l’emergenza per la città cresce sempre di
più. Non è stato ripristinato ancora nessun servizio: acqua, luce, gas. La
Mezza Luna irachena chiede aiuto e protezione.

Tutto questo succede mentre gli americani sono intensi a risolvere il
giallo delle prigioni di Saddam Hussein. Fino ad oggi, nelle prigioni
sotterranee scoperte non è stato trovato nessun detenuto.

Prima della guerra, in un’intervista rilasciata ad Al Jazeera,
Saddam alla domanda del suo intervistatore rispondeva:

D: per quanto riguarda i rapporti con il Kuwait, sappiamo che quest’ultimo
ha posto come condizione per una riconciliazione con Bagdad il rilascio dei
suoi prigionieri. Avete ancora cittadini kuwaitiani nelle vostre carceri?

R: e’ stato emesso un decreto governativo con cui abbiamo rilasciato tutti
i carcerati sia politici che criminali, in generale arabi, non solo
iracheni. Eccezion fatta per le spie che hanno lavorato per gli USA e
Israele. Abbiamo rilasciato anche i condannati per omicidio a condizione
che la famiglia del colpevole si accordi con quella della vittima e che sia
concesso il perdono secondo la volontà delle due parti. Per la prima volta
nella Storia, le prigioni irachene sono oggi le uniche prigioni al mondo ad
esser vuote.

Gli scavi per ritrovare i prigionieri continuano, poiché, alcuni testimoni
hanno dichiarato di aver sentito delle voci provenienti dal sottosuolo che
chiedevano aiuto. Vi sono persone che non sanno più nulla dei loro cari
dopo l’arresto. Il problema è che non riescono a trovare l’entrata di
queste prigioni. Né una porta, né una finestra.

Un soldato iracheno, trasferitosi nel Nord dell’Europa, parlando al
telefono con la televisione araba Al Jazeera ha dichiarato:

“Ero un soldato e prestavo servizio durante il regime di Saddam. Le
prigioni le conosco. Ho portato diverse volte i prigionieri lì ma non so
dov’è l’entrata di quella prigione.

Gli americani e gli inglesi però sanno dov’è l’ingresso perché le hanno
costruite loro quando hanno messo Saddam al potere. “

Se quanto dichiarato è vero le forze anglo-americane dovranno rispondere di
questo crimine.

PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)