Rivoluzioni: dal pc al «cellulino»
Lo sport preferito dai quotidiani? Anticipare gli anniversari. E questa volta The Economistha sbaragliato il campo, dato che ha già celebrato il quarto di secolo del Personal Computer Ibm, che debuttò sul mercato il 12 agosto del 1981. Certamente alcuni microcomputer già c'erano da qualche anno, come quelli in scatola di montaggio della Atari e il più robusto Apple II di Steve Jobs e Stephen Wozniack (1977), ma la svolta avvenne grazie a quella che era considerata la più conservatrice e arrogante azienda informatica, la monopolista International Business Machines.
A quella vicenda il manifesto dedicherà due pagine il 10 agosto, ma intanto vale la pena di notare un'opinione dissonante, quella di Sam Ruby, uno dei creatori del software Apache (con cui gira la maggioranza dei computer Internet) e attualmente ricercatore senior nel gruppo «tecnologie emergenti» della stessa Ibm. La sua opinione, per dirla drasticamente, è che la tecnologia degli ultimi 25 anni che ha davvero sconvolto il mondo non è il Pc, ma il telefono cellulare. Attenzione: il cellulare di oggi è un computer, con quasi tutta la potenza e flessibilità di un Pc, con due importanti differenze, tuttavia. La prima è che esso è davvero personale, e vissuto come tale dai ragazzi ma anche dagli adulti; e soprattutto che è senza fili e tascabile. In una decina d'anni il suo tasso di crescita mondiale è stato ben più sconvolgente di quello del Pc e dell'internet, dato che oggi si parla di 2,5 miliardi di telefonini in circolazione nel mondo. Poiché la Terra ospita attualmente 6,5 miliardi di umani, presto ce l'avranno uno su due. Ma soprattutto sconvolgente è l'impatto «distruttivo» che ha avuto su settori consolidati: le linee telefoniche fisse, gli orologi, le macchine fotografiche, il mondo della musica e presto delle tv eccetera.
Ma la storia è lungi dall'essere finita, aggiungiamo noi: dotate i cellulari dei messaggi istantanei (IM) e di un localizzatore satellitare, apriteli all'internet e avrete un mondo completamente diverso, fatto di una molteplicità di apparati tutti sempre accesi e con la possibilità di accedere a tutto il mondo, a loro volta usando una molteplicità di reti, fisse o wireless che siano.
Oggi tutti discutono delle telecom fisse, ma il futuro è (già ora) del mobile: userà cavi e fibre come infrastruttura, ma relazioni umane e lavoro passeranno per il «cellulino». Diverso e migliore, ma cellulare.
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