Crollano le vendite di software e musica

21 luglio 2004
Tiscali Tecnologia

La musica e i software per computer sono troppo cari. Il prezzo di un supporto originale va ben oltre le possibilità degli italiani. La soluzione? Masterizzare tutto ciò che serve fregandosene dei diritti d'autore. Era questa, fino a poco tempo fa, la filosofia di molti utenti dell'etere. Servendosi di uno dei tanti sistemi peer to peer, riuscivano a procurarsi e poi a riversare su Cd le hits musicali del momento, i film e i software per Pc.

L'alta percentuale di materiale piratato ha fatto però credere alle case discografiche, ma anche a molte software house, che la giusta strada da intraprendere era quella della caccia agli utenti. E' stato così che molti network hanno visto il numero dei propri utenti diminuire drasticamente. Questo, anche se i giganti del software, della musica e della cinematografia non lo ammetteranno mai, ha causato quello che gli stessi utenti avevano predetto: senza peer to peer il numero dei clienti di musica e altro materiale originale crollerà. Molti utenti del P2P, infatti, si servivano di tali sistemi soltanto per scegliere la musica prima di acquistarla in versione originale.

Secondo quanto emerge da uno studio commissionato dalla Business Software Alliance alla Idc, società specializzata in ricerche di mercato, il 49% del software utilizzato in Italia è piratato e coinvolge un buisiness di circa 1miliardo di euro. Un dato allarmante che potrebbe comunque mutare nei prossimi mesi. L'Asmi, un'altra importante associazione che riunisce le industrie che producono sistemi e supporti multimediali, sostiene infatti che nel nostro Paese, sia la vendita dei Cd che quella dei Dvd vergini, è in caduta libera.

La colpa? Probabilmente della nuova tassa che costringe tutti noi a pagare un supporto ottico fino al 100% in più rispetto a qualche mese fa. Una tassa che, per giunta, serve a pagare i diritti d'autore agli aventi diritto anche se un discetto non viene usato per copiare materiale protetto. Tutto questo, dice l'Asmi, ha portato le vendite di Cd e Dvd ad un -60%.

A questo punto, se fossimo degli esperti, potremo trarre delle conclusioni, e dire che il calo delle vendite di musica e software è una diretta conseguenza delle azioni intraprese dai giganti che controllano questi stessi settori. Il calo nelle vendite dei supporti ottici vergini dovrebbe poi esser visto come un risultato positivo, almeno per le software house e le case discografiche. Meno sono i Cd e i Dvd vergini commercializzati e meno saranno le copie pirata presenti sul mercato.

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