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Precauzioni da osservare in caso di ritrovamenti di proiettili contenenti uranio impoverito o di eventuali frammenti di essi

26 maggio 2000
Ministero dell'Ambiente
Fonte: Commissione tecnico-scientifica per il contributo italiano al monitoraggio dell'inquinamento chimico-fisico e radioattivo nei paesi dell'area balcanica

La NATO ha comunicato di aver impiegato in Kosovo circa 31.000 proiettili per aerei A-10 anti-blindati; detti proiettili da 30 mm sono muniti di penetratore costituito da circa 300 g di uranio impoverito.

1. Rischi derivanti dall'uranio impoverito, o depleto (UD)

- L'UD presenta una debole irradiazione esterna; l'intensità di dose a contatto di proiettili o di frammenti di essi è valutabile in circa 0,5-2 mSv in un'ora: per un immediato confronto, il limite di dose, europeo ed italiano, per gli arti e per la pelle è di 50 mSv in un anno per un individuo della popolazione; nel caso in cui l'intensità di dose sia 2 mSv/h occorrerebbe pertanto tenere a contatto per almeno 25 ore il proiettile o il frammento per raggiungere tale limite di dose.

- L'UD è radioattivo e chimicamente tossico e quindi pericoloso soprattutto per inalazione e ingestione di particolato (polvere nerastra) derivante, ad esempio, dalla collisione del proiettile con un blindato o altra superficie resistente.

2. Si raccomanda di non raccogliere i proiettili (si veda un'immagine fotografica di un tipico proiettile da 30 mm; per maggiore chiarezza è altresì riportata la sezione di altro proiettile in dotazione a carri armati) o frammenti di essi, segnalandone la presenza alle forze armate più vicine.

3. Ove sia indispensabile raccogliere i proiettili per impedire che individui della popolazione locale, ad esempio bambini, vengano in contatto con l'UD in essi contenuto, tali proiettili o frammenti:

- non devono essere tenuti a contatto delle dita per tempi prolungati;

- devono essere raccolti facendo uso di pinze oppure proteggendo le mani con guanti o altro materiale in tessuto o, preferibilmente, in plastica, al fine di evitare rischi di introduzione percutanea, specie in caso di ferite, nonché di contaminazione della pelle o degli indumenti, soprattutto in caso di evidente stato di ossidazione o corrosione;

- non devono essere tenuti in tasca o in altro contenitore (ad esempio, zaini), in prossimità del corpo;

- devono essere inseriti in un involucro - riempito di sabbia o terra, da non raccogliere con le mani - possibilmente di metallo o altrimenti in busta di plastica multipla, assicurando la tenuta dell'involucro, ad esempio, con nastro adesivo.

4. Evitare la sosta in zone in cui siano presenti mezzi militari o altri obiettivi (ad esempio, bunker o postazioni antiaeree) distrutti o danneggiati.

5. Per minimizzare rischi di inalare o ingerire particolato di UD durante le operazioni di eventuale raccolta di proiettili o di frammenti di essi oppure durante la sosta in prossimità di mezzi militari o di altri obiettivi (ad esempio, bunker o postazioni antiaeree) distrutti o danneggiati:

- evitare di sollevare polvere;

- proteggere le prime vie respiratorie (bocca e naso) con maschera o, al limite, con qualsiasi tessuto (ad esempio fazzoletto), meglio se preventivamente inumidito;

- non mangiare, non bere, non fumare;

- lavare accuratamente le mani al termine dell'operazione di individuazione, comportante contatto, di proiettili o di frammenti di essi.

6. Consegnare i proiettili o i frammenti alle Forze Armate, unitamente a tutti i materiali utilizzati per il recupero, indicando la località di ritrovamento nel modo più esatto possibile.

7. La conferma che gli eventuali proiettili o frammenti siano di uranio impoverito può essere ottenuta solo in laboratorio o tramite uno strumento radiometrico portatile, per confronto con il fondo ambientale in aree non interessate da uranio impoverito. Non vanno pertanto effettuati tentativi di indagini estemporanee.

8. Nei casi in cui vi siano stati contatti con proiettili o frammenti di proiettili, per accertare se sia avvenuta incorporazione di uranio impoverito si effettua la determinazione dell'uranio nell'urina escreta nell'arco di 24 ore. Ove tale raccolta prolungata presenti difficoltà, può essere utilizzata l'analisi 'spot' dell'urina, che consiste nella raccolta e successiva misurazione delle urine escrete tra il momento precedente il riposo notturno e la prima minzione del mattino. Per la raccolta è sufficiente un contenitore pulito, lavando le mani prima di effettuare la minzione.

9. I campioni di urina vanno depositati in idonei contenitori da consegnare al personale NBC del contingente militare italiano presente in Kosovo, con gli estremi di identificazione della persona, dell'epoca della sospetta incorporazione, della data di raccolta delle urine e della relativa durata (24 ore o 'spot').

Note: Il documento è stato elaborato da un pool costituito fra gli altri da Anpa, Enea, Cisam, Istituto superiore di Sanità, Cnr e alcune università italiane.

E' stato reso pubblico dal sottosegretario all'ambiente Valerio Calzolaio il 26 maggio 2000.

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