Conclusi i lavori della Commissione di inchiesta sull'uranio impoverito. Il giudizio del senatore Luigi Malabarba
Senato della Repubblica
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Comunicato Stampa
URANIO: AL VIA I RICORSI LEGALI
Dichiarazione di Gigi Malabarba, capogruppo PRC e segretario della Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito
"Indipendentemente dalla causa di servizio deve essere assicurata ai militari ammalati e alle famiglie adeguata assistenza sia sotto il profilo dell'accessibilità delle necessarie prestazioni sanitarie che del sostegno del reddito familiare. I benefici previsti per il personale di leva sono estesi logicamente a tutti. La speciale elargizione prevista per i superstiti deve invece essere estesa anche ai militari che abbiano contratto infermità permanentemente invalidanti, mentre l'importo della stessa, pari a lire 50 milioni, deve essere aumentato in misura consistente, anche in relazione all'aumento del costo della vita. Così è scritto nelle conclusioni della Commissione: dopo 15 anni dalla definizione di quell'importo e dopo che alle vittime di Nassiriya sono stati concessi 400 milioni, credo che un risultato sia stato raggiunto, con l'accoglimento degli emendamenti avanzati da Rifondazione Comunista e accolti dal presidente Paolo Franco". E' il primo commento di Gigi Malabarba, capogruppo PRC al Senato e segretario della Commissione d'inchiesta, dopo il voto di astensione sulla relazione conclusiva dei lavori.
"Anche per i poligoni di tiro, in cui imprese e forze armate finora "autocertificano" le loro attività senza controllo alcuno, provocando disastri ambientali e patologie sulle popolazioni civili, deve essere imposto un sistema di registrazione che descriva prima e dopo ciascuna esercitazione o sperimentazione in modo analitico il materiale oggetto dell'attività. Un'analisi del rischio inoltre deve essere presentata al momento della registrazione. Sarà poco, anche perché - a mio avviso - i poligoni in Sardegna devono essere chiusi, ma è un altro punto di appoggio per cominciare a mettere il naso in questo "buco nero" provocato dal ministero della difesa" aggiunge Malabarba.
"Ora le cause legali possono raggiungere gli obiettivi di risarcimento con più facilità, anche se è indispensabile la continuazione dell'attività della Commissione nella prossima legislatura. Se si vince sui militari, infatti, è possibile sfondare anche sui diritti ancor più significativi riguardanti le popolazioni civili nei teatri di guerra e attorno alle basi. La mia conclusione - nonostante la relazione finale sia insoddisfacente a causa del boicottaggio del Ministro della difesa Martino, delle gerarchie militari e delle loro lobby nei partiti - è che non c'è commissione che può sostituire la mobilitazione dal basso, ma che comunque il nostro impegno nella Commissione d'inchiesta segna dei punti a favore delle rivendicazioni contro le armi da mettere al bando, contro le basi e contro le guerre" conclude Malabarba.
Roma, 1 marzo 2006
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