Il 26 maggio io scelgo l'Europa di Ventotene

Domenica si terranno per la nona volta le elezioni europee in un momento particolarmente importante per la vita di oltre 500 milioni di cittadini europei. La posta in gioco è molto alta. Si tratta di scegliere quale modello di Europa può proteggere i cittadini europei in un mondo globalizzato.
24 maggio 2019

Genova, Pedali senza frontiere, 9 maggio 2019

Domenica si terranno per la nona volta le elezioni europee in un momento particolarmente importante per la vita di oltre 500 milioni di cittadini europei. La posta in gioco è molto alta. Non si tratta come afferma Salvini di un referendum sulla Lega e neanche come sostiene Di Maio di un referendum sull'operato del M5S.

Si tratta, in realtà, di scegliere quale modello di Europa può proteggere i cittadini europei in un mondo globalizzato. Di individuare quale tipo di Europa sia meglio attrezzato per affrontare i grandi temi globali all'ordine del giorno: i cambiamenti climatici, le migrazioni e la rivoluzione digitale solo per citare i primi tre che sono sulla bocca di tutti.

Queste elezioni, nonostante la propaganda e le fake news fatte circolare ad arte, hanno avuto il pregio di chiarire quali siano i modelli da scegliere semplificandoli in una scelta binaria. Ed anche il percorso ondivago della Brexit ci ha fatto aprire gli occhi. Due sono i modelli di Europa che abbiamo di fronte: uno aperto e l'altro chiuso.

Da una parte l'Europa accogliente che costruisce ponti e mette a fattore comune le differenze nazionali favorendo l'unità nella diversità. Un’Europa che privilegia i diritti di tutti rispetto a quelli di una parte. Dall'altra l'Europa che si chiude, che costruisce muri e respinge i migranti; che mette in competizione, gli uni contro gli altri, i cittadini europei usando slogan di parte: prima gli italiani, prima gli ungheresi, prima gli inglesi e così via dove l'interesse nazionale prevale su quello generale.

Da una parte l'Europa federale indicata nel Manifesto di Ventotene. Dall'altra un'Europa confederale divisa in stati nazionali che pensano di essere sovrani ma non lo sono. In sintesi la scelta ricade tra l'Europa unita di Ventotene e quella disunita di Visegrad, ovvero dei paesi che vogliono il ritorno alla sovranità nazionale.

Come ha affermato Nadia Urbinati nel suo ultimo libro intervista "Utopia Europa" <<ll progetto più utopistico è anche quello più realistico. Il Manifesto di Ventotene è più realistico oggi di quanto non lo fosse nel 1940, e soprattutto è più pragmatico di quello che ha governato finora l’Unione>> (1).

A questo proposito l'idea dei partiti sovranisti di dividere gli europei e di risolvere i problemi adottando soluzioni nazionali è una via chiaramente irrealizzabile come ci ricorda lo scrittore austriaco Robert Menasse dal recente Salone del libro di Torino "non credete ai nazionalisti perché vi stanno ingannando: come il clima non si arresta ai confini di una nazione nessun problema si arresta ai confini nazionali in una epoca di globalizzazione." (2)

Di fronte a questo panorama io non ho dubbi su quale Europa possa garantire al meglio il futuro dei nostri figli e di tutte le milioni di Grete del mondo. Il 26 maggio io scelgo l'Europa di Ventotene. Fatelo anche voi (3)!

Note: (1) https://www.rassegna.it/articoli/lutopia-necessaria-che-serve-alleuropa
(2) https://www.lastampa.it/2019/05/13/cultura/intervista-a-robert-menasse-un-messaggero-per-leuropa-sUyQXNHMj6i2bfcRpz5ZlK/pagina.html
(3) I candidati e le candidate che hanno sottoscritto la dichiarazione di impegno per le elezioni europee del Movimento Federalista Europeo http://www.mfe.it/site/index.php/2019-i-choose-europe/firme-impegno
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