Sulla scena politica latinoamericana irrompono le chiese evangeliche e pentecostali
"Indios ecuadoregni di fronte alla sfida del dollaro missionario"
Chiese pentecostali popolari e Comunità Evangeliche in America Latina hanno superato il tradizionale predominio della chiesa cattolica: secondo le statistiche riportate da Le Monde Diplomatique, soltanto in Brasile negli ultimi dieci anni gli evangelici sono praticamente raddoppiati passando da 13 a 26 milioni.
Il crescente peso delle organizzazioni evangeliche e pentecostali è aumentato in modo esponenziale non solo in relazione ad un significativo allontanamento di una parte dei fedeli dalla chiesa cattolica (dall'88% nel 1980 al 73,9% nel 2000), ma anche a livello politico.
In occasione delle elezioni municipali del 2004 la competizione elettorale tra il sindaco uscente di San Paolo Marta Suplicy (Pt) e lo sfidante Serra (delfino dell'ex presidente brasiliano Cardoso ed appartenente al Psdb, poi risultato vincitore) si è giocata anche sul terreno degli elettori evangelici. In particolare, ha scritto su Le Monde Diplomatique Regina Novaes (docente all'Università Federale di Rio de Janeiro), le chiese evangeliche sono considerate dei notevoli serbatoi di voti e per questo motivo entrambi i candidati durante la campagna elettorale hanno dimostrato di tener in particolare conto le esigenze e le necessità di queste comunità. Questa sorta di serbatoio elettorale esistente all'interno delle comunità evangeliche è stato definito negativamente con il termine di "clientelismo religioso", sia per la radicalizzazione della fede in funzione della competizione elettorale (da cui potrebbero derivare casi di intolleranza ed episodi di violenza), sia per il rischio di mettere in discussione la laicità dell'ideale repubblicano dello stato brasiliano.
Attualmente in Brasile sono presenti tra i deputati federali 62 evangelici, tra i quali merita un cenno il percorso politico di Garotinho. Ex governatore di Rio de Janeiro, evangelico, ha cambiato in meno di tre anni tre partiti, passando dalla militanza nel Pdb (Partito Democratico brasiliano) al Psb (Partito Socialista brasiliano) fino al Pmdb (Partito del Movimento Democratico brasiliano, a cui è tuttora aderente) e beneficiando, in occasione della sua candidatura nel 2002 alla presidenza della repubblica, dei voti "pilotati" verso di lui grazie all'appoggio e alla campagna elettorale del vescovo Edir Macero, appartenente non a caso alla Chiesa Universale del Regno di Dio. La storia di Garotinho è significativa per capire il ruolo di questi fenomeni religiosi all'interno della competizione elettorale.
Le Monde Diplomatique ha analizzato anche il caso delle cosiddette "strategie di conquista spirituale" in Ecuador, dove il movimento indigeno, tra i principali protagonisti della recente cacciata di Gutierrez dal paese, è entrato in contrasto con la Federazione evangelica india dell'Ecuador (Feine). Dopo essersi astenuta per molto tempo dal prendere posizione in campo politico e sociale, la Feine ha cominciato a fare proseliti nelle città e nelle campagne fondando il suo programma sulla costruzione di una "nuova identità india protestante", secondo la definizione dell'etnologa Susana Andrade. La Feine ha presentato nel 2002 un candidato indio alle presidenziali, Antonio Vargas (proveniente proprio dalla Conaie), e, prendendo spunto dal Pachakutik (braccio politico della Conaie), ha formato il partito politico Amauta Jatari.
Se la candidatura di Vargas aveva riscosso uno scarso successo dal punto di vista elettorale, nelle elezioni locali del 2004 gli evangelici hanno conquistato tre amministrazioni locali, spesso con il sostegno del Partito della Società patriottica (fondato dall’ex presidente Gutierrez), e in occasione delle manifestazioni di protesta contro il governo dello scorso febbraio ha preferito non prendere posizione, anche se alcune comunità evangeliche, probabilmente prezzolate, hanno partecipato alla contromobilitazione promossa dall’ex presidente.
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