Latina

L'ex presidente del Comando Congiunto del Perù accusato di peculato e associazione a delinquere

Perù: condannato a quattro anni di carcere Nicolas Hermoza Rios

Si tratta di un duro colpo per il sistema di potere creato dal dittatore Fujimori
17 maggio 2005
David Lifodi

Il ricordo del regime instaurato dal "Chino" Alberto Fujimori è ancora vivo nella memoria di tutti i peruviani, che per un decennio furono costretti a sopportare non solo l'arroganza del dittatore, ma anche quella di tutto il suo entourage.
Se l'ex-presidente adesso è rifugiato nel suo esilio giapponese (senza aver mai pagato le enormi responsabilità avute in occasione della crisi degli ostaggi all'Ambasciata giapponese nel 1997, conclusasi con l'uccisione a freddo di tutti i componenti del commando del Movimento Tupac Amaru), uno dei suoi principali sostenitori, Nicolas Hermoza Rios, presidente del Comando Congiunto del Perù durante il decennio fujimorista, è stato condannato a quattro anni di carcere per cattiva gestione dei fondi pubblici e associazione a delinquere. Come è stato scoperto tempo fa per il caso più conosciuto delle ricchezze accumulate dal generale Pinochet, anche Rios sembra essersi assicurato un cospicuo patrimonio. Secondo l'accusa l'ex presidente del Comando congiunto peruviano avrebbe intascato ben 22 milioni di dollari tramite speculazioni su commesse per l’acquisto di armi durante il decennio in cui ha governato il "Chino".
La condanna di Rios segna un momento significativo nella storia del Perù, e soprattutto è un duro colpo inflitto a quel sistema di impunità che ha permesso a buona parte degli appartenenti al sistema di potere creato da Fujimori di farla franca. In realtà la condanna chiesta per il numero tre del regime era stata di 15 anni di reclusione, poi ridotti a 4 insieme all'inibizione a ricoprire incarichi pubblici fino al 2008, ma si tratta comunque di una decisione significativa in un paese in cui l'attuale governo Toledo sta toccando in questi mesi il suo minimo storico di popolarità.
Se Fujimori era riuscito a resistere per dieci anni tra brogli di ogni tipo (tra cui il cambiamento in corsa della Costituzione per essere eletto per la terza volta consecutivamente), le speranze riposte nel "cholo" Toledo (di radice india e docente di economia in varie università americane) sono presto svanite. In un paese in cui la violazione dei diritti umani è pratica frequente e dove le carceri che ospitano i prigionieri politici sono un vero e proprio inferno, Toledo ha dichiarato che nei processi a carico dei tupamaros si atterrà alle prove raccolte durante gli anni della dittatura nonostante l'incostituzionalità del Decreto di tradimento alla patria e delle leggi antiterrorismo varate da Fujimori. La denuncia dei militanti del Movimento Tupac Amaru è pesante. Secondo loro il governo Toledo li lascia chiusi nei penitenziari per seppellirli vivi e farli sparire dalla società, non a caso le condizioni di vita all'interno delle celle sono pessime: nemmeno un'ora d'aria e soprusi di ogni tipo.
Inoltre, tra le accuse al governo Toledo, non manca quella di essere un fedele alleato della politica statunitense, basti pensare al suo assenso dato alla costruzione di due gasdotti per l'estrazione e il trasporto del gas nella valle di Urubamba, che porterà questa zona ad un disastro ecologico ed avrà effetti devastanti sugli indigeni che vi abitano.
La condanna di Hermoza Rios rappresenta quindi una piccola speranza di giustizia per una popolazione peruviana costretta a fare i conti con 15 anni di turboliberismo ad opera di Fujimori e Toledo.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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